Nel suo libro, pubblicato in Italia Da Ariele, Tad S. Clements ne sostiene l’inconciliabilità
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Nel marzo 1978 il professor Harold H. Oliver, teologo alla Boston University, pubblicò un saggio intitolato La complementarità tra Teologia e Cosmologia, nel quale l’analisi del rapporto tra scienza e religione si riconduceva alla definizione di tre modelli: Conflitto, Compartimento e Teoria Complementare.
La Teoria del Conflitto sostiene la rivalità tra religione e scienza relativamente alla concezione del mondo, sia pure limitatamente «ai conflitti dottrinali fra le ortodossie assolutistiche basate su interpretazioni bibliche (o su altre sacre scritture) della natura da un lato e i resoconti scientifici dall’altro». Questa teoria viene oggi sostenuta, in un’interpretazione ben più allargata, da Tad S. Clements, professore emerito di Filosofia alla State University of New York College a Brockport, nel suo recente libro Scienza contro religione (Ariele, pp. 364, € 20,00), da cui è tratta la precedente citazione. La Teoria del Compartimento, invece, sostiene che scienza e religione si riferiscono ad ambiti differenti e quindi non sono in conflitto fra loro. Secondo la Teoria Complementare, infine, la religione e la scienza offrono punti di vista differenti, ma complementari, della realtà.
La possibilità di realizzare in pratica il secondo e il terzo di questi modelli, che nel loro insieme costituiscono la Teoria della Compatibilità, richiederebbe da parte dei teologi il riconoscimento dei limiti del proprio ambito. Ma, a parte le evidenti difficoltà di realizzazione di un simile proposito, gli approfondimenti svolti da Clements dimostrano che le religioni e le teologie sono incompatibili con la scienza a un livello molto più profondo che non la semplice contrapposizione di differenti descrizioni del mondo reale. Un approccio convincente è quello che consiste nel classificare i diversi modi in cui si può negare questa incompatibilità e dimostrare che nessuno di essi sia sostenibile. Questi comprendono affermazioni quali, ad esempio: «Scienza e religione pongono in modo radicale differenti tipi di domande e forniscono tipi di risposte radicalmente differenti: gli scienziati chiedono come accadono le cose, i teologi perché accadono». Oppure: «La scienza si interessa solo di fatti o di ciò che è vero, mentre la religione si occupa di valori». Clements ne enumera dieci e le dimostra tutte insostenibili.
Un terreno di frontiera potrebbe essere quello dei fenomeni paranormali, affrontato in particolare dallo psicologo Charles Edward Mark Hansel e dal filosofo Paul Kurtz. Il primo ha esaminato le prove sperimentali accumulate nel corso del XX secolo e ha concluso che dopo cento anni di ricerche non è stato trovato un singolo individuo in grado di dimostrare la realtà della precognizione convincendo i ricercatori indipendenti. Nel suo libro La parapsicologia è una scienza? Kurtz afferma che se la parapsicologia non ha la capacità di riprodurre le ipotesi in laboratorio sarà sempre vista con sospetto dagli scienziati. Dall’analisi di Clements emergono chiaramente i motivi dell’incompatibilità tra scienza e religione e di questa sua convinzione: «In termini di considerazioni rigorosamente cognitive, la scienza è vittoriosa: dal punto di vista cognitivo il vantaggio è dalla parte della scienza».
Andrea Cattania – dall’archivio di NonCredo. La cultura della ragione, «volume bimestrale di cultura laica»
(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)
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Il sogno di arrivare alla società perfetta appartiene più facilmente ai tecnologi – e a qualche filosofo: Tommaso Campanella, Bacone, Comte, Marx ecc. – ma non tocca gli scienziati veri e onesti, i quali non hanno alcun interesse a imporre al mondo un qualsivoglia modello sociale o antropologico. La scienza cui fai riferimento tu poc’anzi (metto apposta la minuscola) mi ricorda quella dei medici nazisti nei campi di sterminio e le loro atrocità anatomo-fisio-patologiche, ma in quel caso non c’era scienza: al massimo macelleria di basso livello unita a delirio da ospedale psichiatrico. Di più: diversamente dalla Filosofia, che quando raggiunge una teoria completa e “definitiva” cerca di imporla alla gente senza più tener conto della realtà (comunismo stalinista), la Scienza è sempre pronta a valutare nuove ipotesi e nuove interpretazioni anche rivoluzionarie, che cambiano per sempre il suo volto proprio come hanno fatto la Meccanica Quantistica, la Relatività Ristretta o la Relatività Generale.
La questione del rapporto tra fede e scienza è inoltre viziata da un’altra diffusa ed errata opinione. Si tratta del fatto che molti sono convinti che la scienza sia il regno della razionalità, mentre la fede quello dell’irrazionalità. Ovvero che la scienza segue la ragione, mentre la fede il sentimento.Certo i motivi per credere in Dio non saranno gli stessi per cui accettiamo la legge di gravità, ma questo non vuol dire che debbano essere per forza irrazionali. Nel Vangelo ( Matteo 22,16-39) Gesù dice che il più grande comandamento è quello di amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze; e il prossimo come se stessi. Quindi l’amore necessita non soltanto del sentimento (cuore), ma anche dell’intelligenza (mente) . La fede così non è soltanto una scelta emotiva, ma anzi, richiede delle motivazioni profonde e ragionate. ” Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, prima non si siede e calcola attentamente la spesa, per vedere se può condurla a termine? (Luca 14,28) Così la fede non è un affare solo per donne e bambini dal cuore tenero, o per poveri sprovveduti e sempliciotti, ma invece è dimensione di tutto l’essere umano e da sempre coinvolge fior di intelligenze. La fede dunque necessita della ragione non meno della scienza. Viceversa, non bisogna pensare che l’emotività sia esclusa dall’indagine scientifica. Spesso si ha l’immagine di una scienza fredda ed asettica, come se fosse opera di un calcolatore. Invece la scienza è ricca di fantasia, passione, entusiasmo. La storia della scienza mostra come anche l’indagine scientifica sia percorsa dal gusto della bellezza e dell’eleganza, dall’alternarsi di entusiasmi e cadute, di successi ed insuccessi. A volte si sostengono tesi anche per motivi non strettamente razionali, intuito, orgoglio, o semplicementi perchè ci si è affezionati.
Scienza e religione (Longanesi, 2012): la proverbialità di una distinzione manichea, come il bianco ed il nero, più del giorno e la notte. Russel non si sofferma però solo sulle differenze, né tanto meno intende aizzare gli animi dei lettori contro fede e religione.Quali i motivi che posero sin da subito in contraddizione scienza e religione? La storia fa da sempre rima con religione, ma ad un certo punto è apparsa la scienza a declinarne la diacronia, a sfumare le certezze dell’unico e solo modo d’intendere. È apparso Copernico, e Darwin, e Keplero … e Galileo ha sfiancato le proprie capacità di resistere alle minacce dell’inquisizione finché ha potuto, finché non si è visto costretto ad abiurare, nascondendo sotto al tappeto il bisogno di avallare con le azioni i pensieri.