La storia del famoso locale di musica dal vivo sito nell’XI “arrondissement” parigino, dalla nascita all’attentato del mese scorso
Il Bataclan ha pagato il maggior tributo di vittime negli attacchi terroristici parigini di matrice islamica che il 13 novembre scorso hanno sconvolto l’Occidente (vedi anche Terrorismo, islam e l’integrazione rifiutata). Visitando il sito Internet del locale, l’unica pagina che appare – con i colori del lutto – contiene un pensiero alle vittime, un ringraziamento ai clienti affezionati, un numero verde da chiamare per recuperare gli effetti personali. E un arrivederci a quando le autorità avranno terminato le loro indagini.
Ma qual è la storia del teatro parigino al civico 50 di Boulevard Voltaire, rimbalzato alla cronaca per il più sanguinoso attentato in Francia dal dopoguerra? Noi ve la vogliamo raccontare, per omaggiare un luogo e un popolo tanto vicini a noi quanto così duramente colpiti. E per tentare di rimuovere dalla nostra mente, seppur temporaneamente, l’immagine più cruda della donna incinta rimasta a lungo appesa alla finestra del secondo piano dell’edificio, per sfuggire alla furia degli attentatori. Il Bataclan – nome ispirato all’operetta di Jacques Offenbach del 1855, Ba-ta-clan – fu inaugurato il 3 febbraio 1865 come grande sala da café-concert. Al piano terra vi erano il caffè e il teatro, mentre la pista da ballo era situata al piano superiore. La facciata dall’aspetto orientaleggiante – di ispirazione architettonica cinese – era arricchita da una pagoda con statue raffiguranti divinità e dragoni cinesi.
La sua proprietà subì vari cambiamenti fino al 1910, anno in cui fu restaurato e dedicato alla “rivista”, un genere di teatro d’intrattenimento. Sedici anni più tardi, a seguito di scelte fallimentari, fu rivenduto e trasformato in un cinema. Nel 1933 andò a fuoco e l’incendio distrusse la pagoda. Nel 1950 venne demolito e ricostruito secondo la struttura che ancora oggi lo contraddistingue. Nel 1969 fu nuovamente adibito a sala per gli spettacoli. I colori sgargianti risalgono invece all’ultimo restauro del 2006.
Dichiarato monumento storico nel 1991, il Bataclan ha una capienza di circa millecinquecento persone e ospita concerti, numeri comici, serate disco e di café-théâtre. Prima della band californiana Eagles of Death Metal, la sera del fatidico 13 novembre, negli anni ha accolto vere e proprie celebrità: da Maurice Chevalier nel primo Novecento, a Korn, Lou Reed, Oasis, Patti Smith, Velvet Revolver, per citarne alcuni, in epoca contemporanea. Dal 2007, a più riprese, la sala concerto era stato oggetto di minacce da parte di gruppi radicali islamici poiché di proprietà ebrea. E per aver ospitato conferenze e manifestazioni di organizzazioni ebraiche e israeliane.
Di sicuro gli attentati del 13 novembre scorso hanno sconvolto anche il mondo musicale. Diversi artisti, infatti, hanno annullato i propri concerti in Europa: U2, Foo Fighters e Motorhead. Sono stati rafforzati pesantemente i controlli per i concerti di Justin Bieber e di Snoop Dog negli Stati Uniti. E Bob Dylan, esibitosi a Bologna il 18 e il 19 novembre, ha preteso la presenza di guardie armate in sala. Psicosi o timori fondati per il reiterarsi di attacchi terroristici del genere? La Storia si sta scrivendo anche in questi giorni…
Le immagini: il Bataclan nei primi del Novecento e oggi.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno X, n. 120, dicembre 2015)
Opportuno. Ma “ba-ta-clan”, significa?
Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto.
A quanto pare, Offenbach, ha diviso in sillabe la parola francese “bataclan” (“polverone”, “confusione”, “banda”), per cinesizzarla, vista l’ambientazione immaginaria dell’operetta.