La compagine catalana ha stravinto anche la Coppa del mondo per club, praticando un gioco spettacolare che coniuga qualità tecniche e sapienza tattica
Qual è stata la squadra di calcio più forte di tutti i tempi? È un dilemma che da sempre fa discutere tanti attempati tifosi nostrani, che passano spesso il loro tempo libero al bar, disquisendo animatamente se sia stato più forte il Real Madrid di Di Stefano o l’Inter di Herrera, l’Ajax di Cruiff o il Milan di Sacchi.
Difficile esprimere un giudizio esaustivo, perché bisogna tener conto del momento storico in cui giocarono i vari club e dell’evoluzione tattico-atletica che il calcio ha subito nel corso del tempo. Tuttavia, ci sentiamo ugualmente di affermare, sulla base di un più che quarantennale interesse per le competizioni calcistiche internazionali, che non abbiamo mai visto una squadra giocare così bene a football come il Barcellona di Pep Guardiola. Da quando, tre anni fa, alla guida della compagine blaugrana è arrivato il giovane allenatore catalano, i successi non si contano più: 3 vittorie nella Liga e nella Supercoppa di Spagna, 2 nella Champions League, nella Supercoppa Uefa e nella Coppa del mondo per club, 1 nella Coppa del Re. Nessun trainer è riuscito a vincere tanto in così poco tempo, facendo oltretutto esprimere la squadra a livelli di gioco altissimi!
Nell’edizione 2011 della Coppa del mondo per club, svoltasi in Giappone dall’8 al 18 dicembre, la squadra di Guardiola ha trionfato, surclassando le avversarie con due perentorie vittorie per 4 a 0. E se era preventivabile il largo successo nella semifinale, disputata contro la relativamente modesta squadra quatariana dell’Al-Sadd Sports Club, nessuno si attendeva invece uno scarto così netto nella finale tra il Barça e i brasiliani del Santos, nelle cui fila militano calciatori del calibro di Elano, Ganso e Neymar. I blaugrana hanno vinto grazie a una doppietta di Lionel Messi e ad altri due gol di Xavi e Fabregas, impartendo una lezione di calcio ai “paulisti”, che sono stati annichiliti per l’intero incontro da una ragnatela di passaggi, venendo ripetutamente trafitti dalle improvvise accelerazioni di Messi e compagni. Il Barça ha concesso ai brasiliani una sola occasione da rete (fallita da Neymar), dimostrandosi solido persino nel reparto difensivo, che solitamente concede qualcosa agli avversari.
Qual è il segreto degli uomini di Guardiola? Sicuramente l’organizzazione di gioco pressoché perfetta, impostata sull’incessante possesso della sfera, che sfrutta al meglio le qualità tecniche degli assi barcellonesi e si snoda tramite una fitta rete di brevi passaggi, la ricerca insistente delle triangolazioni, la partecipazione alla manovra di tutti i calciatori, la giusta tempistica per gli inserimenti offensivi e le improvvise verticalizzazioni del gioco (a tal proposito, cfr. Fabio Barcellona, Analisi tattica. Arsenal-Barcellona: uno spettacolo a noi sconosciuto…, in http://www.uccellinodidelpiero.com/). In poche parole: è il trionfo del gioco collettivo, impreziosito dalla classe di cui sono provvisti i vari Fabregas, Iniesta, Messi, Pedro, Villa, Xavi, ecc. E anche se manca qualcuno dei titolari, il gioco del Barça non cambia: le riserve, perlopiù giovani provenienti dal vivaio locale (la famosa “Cantera”), rispettano con scrupolosa applicazione il tiqui-taca, cioè il gioco fatto di piccoli e continui scambi, che sfianca letteralmente gli avversari. Non a caso, quindi, nell’ultima partita di Champions League le seconde linee blaugrana hanno annientato il Bate Borisov, travolgendolo per 4 a 0, senza far rimpiangere gli assenti!
Quanto potrà durare a livello internazionale il predominio tecnico-tattico della squadra diretta dal presidente Sandro Rosell? Stando all’età anagrafica dei suoi calciatori, supponiamo ancora per diversi anni. Tuttavia, c’è il rischio che, dopo aver vinto così tanto, subentri l’appagamento nell’animo di qualcuno di loro, appannandone l’ardore agonistico. D’altro canto, i club europei più agguerriti stanno cercando di correre ai ripari e di trovare accorgimenti efficaci per neutralizzare il tiqui-taca. Non è detto, dunque, che anche quest’anno la squadra catalana riuscirà nell’impresa di vincere Liga e Champions, anche perché sulla panchina del Real Madrid sta seduto Josè Mourinho, l’unico allenatore che sia riuscito a battere un paio di volte Guardiola negli ultimi anni. Se, però, prendiamo in considerazione gli scontri diretti più recenti tra i due allenatori, constatiamo che quello portoghese ne è uscito piuttosto malconcio, perdendo in ben tre circostanze, l’ultima delle quali lo scorso 10 dicembre al Santiago Bernabeu (Real Madrid – Barcellona 1-3).
Chi volesse ammirare il gioco corale del Barça e vedere uno dei tanti bei gol realizzati dal “Pallone d’oro” Lionel Messi, è invitato a guardare questo filmato, postato su la Repubblica.it. Pochissime squadre in passato sono state in grado di impostare azioni così belle ed elaborate e nessuna è riuscita a esprimersi con la continuità di rendimento che sta contrassegnando lo squadrone catalano. È per queste ragioni che ci sentiamo di assegnare al Barcellona di Guardiola, senza alcuna remora, la palma di club più forte della storia del football.
L’immagine: una veduta del Camp Nou (foto di Giuseppe Licandro) e la maglietta del Barça dell’anno 2006-07 (fonte: opera propria; autore: Brilho).
Giuseppe Licandro
(LM MAGAZINE n. 21, 15 dicembre 2011, supplemento a LucidaMente, anno VI, n. 72, dicembre 2011)
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