Nozze d’oro per uno dei più famosi gruppi musicali italiani che, durante una propria esibizione in Calabria, ha rilasciato un’intervista
Pubblichiamo di seguito in versione integrale il testo dell’intervista della nostra redattrice Dora Anna Rocca, una versione ridotta della quale è stata pubblicata il 27 agosto 2017 su Il Quotidiano del Sud, che ringraziamo per la gentile concessione.
Il noto gruppo di musica leggera e pop Ricchi e Poveri, con oltre venti milioni di dischi venduti, ha più volte scalato la vetta delle classifiche italiane e internazionali. Angela Brambati e Angelo Sotgiu, appena rientrati dal Kazakistan, dove hanno rappresentato l’Italia all’Expo Astana 2017 insieme a Toto Cutugno, hanno festeggiato i cinquant’anni di carriera esibendosi in una località balneare calabrese, Nocera Terinese (in provincia di Catanzaro). Qui risiede la famiglia del manager Danilo Mancuso, già noto per la collaborazione con artisti del calibro di Cutugno, Enrico Ruggeri, Ivana Spagna, Roberto Vecchioni.
Due ore di spettacolo per i tanti fan, entusiasti nel ritrovarsi a tu per tu con i loro beniamini nati artisticamente nel 1967. Ricordiamo che inizialmente si trattò di un quartetto, composto dalle voci femminili di Marina Occhiena e della “brunetta” Angela, e dalle due voci maschili, quella del “biondo” Angelo e di Franco Gatti, soprannominato “il baffo”. Fu Fabrizio de André a scoprirne le potenzialità e poi Franco Califano, a Milano, a decidere di divenirne produttore, creandone look e nome. In occasione della loro tappa calabrese, abbiamo dunque intervistato Brambati e Sotgiu, che proseguono, dopo l’addio al gruppo della Occhiena nel 1981 e di Gatti nel 2016, i successi iniziati negli anni Settanta. Da allora sono state tante le soddisfazioni, con il conseguimento delle prime posizioni al festival di Sanremo, le partecipazioni a noti programmi televisivi, persino a un progetto teatrale itinerante con Pippo Baudo, mentre continuano a incidere singoli.
Ricordiamo, tra le canzoni più famose, La prima cosa bella, Che sarà, Sarà perché ti amo, Se m’innamoro, quest’ultima vincitrice dell’importante competizione ligure nel 1985. Ma sono così numerosi i successi che non riusciamo a elencarli tutti e preferiamo lasciare alle voci del gruppo il compito di darci qualche notizia in più sul percorso compiuto finora e su quanto ancora li attende. Come anticipato nel distico inziale, per gentile concessione de Il Quotidiano del Sud, pubblichiamo di seguito l’intervista integrale ai Ricchi e Poveri, già uscita in versione ridotta lo scorso 27 agosto sulla testata calabrese.
Partiamo dagli inizi e quindi da Fabrizio De André: come vi ha scoperti?Angela: «Ci esibivamo, è venuto ad assistere a uno spettacolo, ci ha sentiti cantare e ci ha dato il suo numero di telefono. Ci ha portati nella sua abitazione, voleva iniziare un discorso con noi. Poi siamo andati in una casa discografica a Milano, alla quale non piacque l’audizione… ma lui ci invitò a proseguire».
Un altro personaggio chiave è stato Califano… Angela: «Allora eravamo in quattro e quando calava il sole, verso sera, era un momento magico: in spiaggia montavamo delle canzoni molto particolari con intrecci vocali. Pian piano tutta la gente si radunava attorno a noi per ascoltarci e in mezzo c’era anche Franco, che decise di divenire nostro produttore. Scelse il look osservando i caratteri di noi quattro. Io e Angelo eravamo i “poveri” in quanto semplici, Marina e Franco avevano un aspetto più nobile, elegante, e rappresentavano quindi i “ricchi”. Califano ha messo in risalto tali caratteristiche. Il destino ha voluto che solo i “poveri” rimanessero, restando però Ricchi e Poveri!».Angelo: «Califano ha cambiato i nostri aspetti. Mi ha fatto tingere i capelli di biondo. Angela aveva una lunga chioma ondulata, stava benissimo, sembrava una hawaiana, ma gliela fece tagliare. Subito divenne di gran moda: le ragazze per imitarla andavano dal parrucchiere a chiedere di avere l’acconciatura come lei».
La chiamavate la Rita Pavone del gruppo…Angelo: «Sì, perché quando da ragazzina andava nei locali a esibirsi imitava sia la Pavone sia Timi Yuro, allora entrambe cantanti famose».
Se doveste descrivervi reciprocamente con poche parole, quali usereste? Angelo: «Lei è entusiasta e semplice nel suo essere artista e nelle relazioni».Angela: «Lui è un artista completo: scrive, inventa canzoni, vive di musica, è un ottimo padre, con un figlio compositore in Inghilterra e un altro avvocato. Inoltre è una persona molto buona».
Un difetto dell’altro? Angelo: «Non ne ha».Angela: «Non se la prende mai con nessuno, tranne che con me. Ogni tanto mi tratta come se fossi una bimba, ma la cosa finisce lì».
La sinergia nel vostro rapporto è fondamentale. Ma quando Angela decise di gestire un agriturismo, come riusciste a conciliare tour e lavoro extra? Angelo: «Io la presi malissimo: mentre dopo un tour riposavo, lei si stancava. Si distruggeva. Infatti ora che ha deciso di lasciare l’agriturismo sta meglio».Angela: «Decisi di aprirlo pur senza avere un appoggio familiare alle spalle. Quando vedevo che c’era bisogno d’aiuto, mi mettevo il grembiule, andavo in cucina a fare da mangiare, pulire, sistemare… sembravo Speedy Gonzales! Ho fatto di tutto. Ricordo che un giorno, dopo aver lavorato per quattro ore di fila, avevo la scopa in mano ed ero sfinita. Dopo tre anni ho chiuso, dedicando a sorpresa uno spettacolo al pubblico. Una grande soddisfazione».
Di recente ha scritto poesie?Angela: «Sì, io scrivo perché non sono mai scappata dalle difficoltà. Una di queste sono le mie “ali”. Devo stare in guardia dal sole che mi attira, ma ora ho delle ali forti. Non sono mai fuggita dai problemi, forse ora dovrei farlo».
Qual è la canzone che per voi non ha avuto il meritato successo?Angelo: «Abbiamo diversi pezzi molto belliche non hanno avuto molta popolarità perché sono stati meno sponsorizzati. Se li riproponessimo oggi, facendo finta che siano canzoni appena nate, ne avrebbero di sicuro».
Un esempio? [Mentre canticchiano alcuni versi di E io mi sono innamorato: «Cosa c’è? Cosa ti sorprende? Non lo sai che va così e che poi una musica ti prende», ndr]Angela: «Secondo me, noi abbiamo sempre fatto canzoni belle. Il successo diventa una marcia in più e penso che tutti i nostri pezzi ce l’abbiano».
Secondo voi, com’è cambiata la musica italiana negli anni?Angela: «Oggi c’è confusione, tutti vogliono cantare. È giusto provare, ma una volta c’era più selezione di qualità, non basata sulle conoscenze. Una volta il trionfo lo decretava il pubblico. Tu incidevi un disco, andavi in radio e gli ascoltatori decidevano. Adesso in radio non ci vai proprio. Questa è una cosa vergognosa».
Jimmy Fontana scrisse Che sarà e avrebbe voluto anche cantarla… In quell’occasione i vostri rapporti si sono deteriorati?Angelo: «Non sono mai cambiati per la stima reciproca. Il direttore della casa discografica Rca aveva scelto noi per quella canzone, che ha avuto un grande riscontro di pubblico, quindi l’abbiamo interpretata bene».
Come sono nate le vostre collaborazioni con Pippo Baudo, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Walter Chiari e altri grandi personaggi della televisione italiana?Angelo: «Noi non abbiamo mai chiesto nulla, pur lavorando nello stesso ambiente. Questo vuol dire che meritavamo qualcosa e l’amicizia con Baudo, Vianello, la Mondaini e gli altri era spontanea e vera».
Che cosa rimane della vostra esperienza teatrale itinerante con Baudo? Angela: «Quegli anni sono tra i ricordi più belli in assoluto, di cui ho nostalgia; vorrei ritornare al teatro. Abbiamo fatto spettacoli con Walter Chiari e con altri, siamo ballerini e attori, oltre che cantanti. Il palcoscenico ci manca».Angelo: «Nel 1971, dopo il successo di Che sarà, abbiamo studiato ballo, siamo andati a scuola per prepararci ad affrontare un percorso diverso».
Che cosa non vi hanno mai chiesto? Angelo: «Non so».Angela: «Qualcosa di inedito che realizzerò prima di morire. Ho scritto una favola dove io sono una suora e Angelo un cuoco. Una storia che ha titolo Le melodie degli angeli ed è ambientata in un orfanotrofio».
Le immagini: il quartetto dei Ricchi e Poveri nella copertina del vinile L’ultimo amore del 1968, con la formazione originale Angela Brambati, Angelo Sotgiu, Franco Gatti e Marina Occhiena; una foto del trio senza Marina Occhiena; Brambati e Sotgiu con la nostra Dora Anna Rocca e durante alcune esibizioni, a Sanremo e a Nocera Terinese.
Dora Anna Rocca
(LucidaMente, anno XII, n. 142, ottobre 2017)