La carneficina della cultura. E un ulteriore dubbio: Dante, Ariosto e Tasso sono “politicamente scorretti”?
Sta per concludersi l’ennesimo anno scolastico. E ogni anno, a scuola, si elimina qualche argomento per dar spazio al nulla. In questo articolo parliamo di tagli alla Letteratura, ma riteniamo che analogo discorso possa valere per molte altre discipline.
Sommersi da incombenze burocratiche, progetti, fregole e smanie ministeriali per informatica, telematica (insomma la foia per internet). Con davanti trenta ragazzotti/e costretti in classi pollaio, del tutto disinteressati ai libri, ma desiderosi solo di connettersi con lo smartphone per giocare, chattare o altre attività “culturali” (ma se i giovani sanno già usare così bene gli strumenti informatici, perché concedere altro tempo e spazio didattico a tali attività?). Dunque, i docenti italiani, anche i più eroici, volenterosi, amanti della Letteratura, sono costretti a tagli dolorosi. La Divina commedia? Beh, lasciamo perdere Purgatorio e Paradiso… troppo difficili. Concentriamoci sull’Inferno, che è più bello perché c’è “più sangue”. Dodici canti? Troppi. Ne bastano sei; ma fatti bene, eh! Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, Pier delle Vigne, Ulisse, il conte Ugolino… Ma non li capiscono. Gli studenti dicono che Dante va “tradotto”. Dai, facciamone tre-quattro, puntando sulle trame dei canti, anzi sui riassunti, mica sui versi. Come detto, i ragazzi non sono in grado di comprendere l’Italiano di Dante, che è pur simile all’Italiano moderno!
Passiamo ad altro, orsù, spostiamoci di qualche secolo. Non son tanto facili neanche l’Orlando furioso e la Gerusalemme liberata. Beh, sì, Ariosto offre una ironica, complessiva visione della vita umana e delle sciocche illusioni che andiamo inseguendo lungo il suo corso. E quanta fantasia! Ma vuoi mettere gli effetti speciali di Avatar? Tasso è tormentato, represso dalla Controriforma, poverino! E Manzoni? I promessi sposi non si leggono più per intero e neanche per metà. Troppo lento, ’sto romanzo. Sì, bello, civile, ma altri tempi, oggi non ci sono più politici corrotti e mafiosi… e non sarà troppo cattolico e bigotto? Non parliamo poi neanche dei “minori” e delle opere “minori” degli scrittori maggiori. Via, via, sfrondare!
Insomma, mentre sotto Chiesa cattolica, antico regime, fascismo e stato clericale democristiano, era consentito e spesso incoraggiato il rispetto e la lettura dei nostri classici (compresi il ribelle Foscolo e l’ateo, anarchico Leopardi), oggi si sta verificando la loro soppressione. Dal sistema culturale delle tirannidi o dalle repressioni dei suddetti regimi son nati liberi pensatori, preti risorgimentali, antifascisti… Perché? Perché la lettura di grandi poeti, letterari, filosofi del passato, pur di epoche lontane e di idee diverse, formava le menti, stimolava alla libertà, alla riflessione, alle idee. Anche allo spirito critico e alla contestazione delle norme e dell’esistente. Per cui, quanti di famiglia clericale divenivano radicali o comunisti? E quanti di famiglia atea divenivano sacerdoti? Oggi dal nulla non può che nascere il nulla. Ed è questo che si vuole.
Daniel Jonah Goldhagen ha scritto nel 1996 un amaro libro su I volenterosi carnefici di Hitler… Il conformismo, lo spirito gregario, la mancanza di personalità e di assunzione di responsabilità hanno permesso immonde carneficine. Oggi il conformismo culturale, l’appiattimento, la perdita della propria identità nazionale ed europea, produce solerti carnefici della cultura. Ultimo dubbio. Che Dante, Ariosto e Tasso siano pure “politicamente scorretti”? Insomma, abbiamo tanti ragazzi immigrati nelle nostre scuole, per lo più islamici, la maggioranza dei quali più orgogliosi e bravi dei viziati studentelli italici.
Vogliamo offenderli col cattolicissimo Alighieri che pone Maometto all’inferno, con il pur benevolo e tollerante Ariosto che parla (sì, solo come fiaba, ma…) del fatto gli europei han dovuto disperatamente lottare per evitare che gli arabi penetrassero nel centro dell’Europa? E quel Tasso, poi, che esalta le vergognose Crociate… (ovvero il tentativo di conquistare qualche chilometro, quello più “santo”, di tutto l’enorme territorio romano-cristiano, dall’Africa settentrionale all’Anatolia, fino alla Siria, invaso dagli islamici e perso per sempre, tanto che prima gli abitanti erano tutti cristiani, ora ne son rimasti pochissimi e perseguitati). Non è che, leggendo Dante-Ariosto-Tasso, gli intorpiditi studenti italiani rischiano di scoprire le radici cristiane-laiche dell’Italia, dell’Europa e le origini della loro libertà?
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 114, giugno 2015)
Direttore, ancora uno sforzo per essere veramente repubblicano. Quella che tu descrivi è una crisi mimetica, dove tutti si presumono capaci di tutto, ma, quando provano a far qualcosa, si scopre che non sanno fare nulla. C’è una teoria generale che può ordinare tutti i fenomeni che descrivi, compresi gli smartphone. Ma chiede di essere studiata e compresa come tutte le teorie. Dante è una via maestra proprio per questo.