Nel volume “L’altra storia d’Italia. 1802-1947” (Macro-Arianna Editrice) Lamberto Rimondini ci svela quello che i libri di testo ufficiali non raccontano: il ruolo primario del capitalismo finanziario angloamericano, delle élite e delle massonerie
Quali sono gli obiettivi dei burattinai che reggono le sorti del mondo, principalmente ed essenzialmente i potentati della grande finanza angloamericana (leggi Chi sono i più potenti del mondo?)? Tra gli altri, il dominio navale (che costò carissimo al Regno delle Due Sicilie) e dei commerci internazionali, l’accaparramento delle materie prime (dal petrolio ai minerali oggi essenziali per l’informatica e la telematica), detenere il debito pubblico degli stati e, soprattutto, impedire che si costituisca un’unità economica eurasiatica.
Talassocrazie, tellurocrazie ed Eurasia
Infatti, un’eventuale alleanza Europa occidentale-Russia (o anche solo Germania-Russia) metterebbe all’angolo le potenze talassocratiche (di mare, Usa e Regno unito) a vantaggio di quelle tellurocratiche (di terra). Basterebbe pensare alla tecnologia europea collegata alle straordinarie risorse naturali asiatiche… È la celebre teoria geopolitica di Halford John Mackinder dell’Eurasia come Heartland, cuore della Terra: chi la possiede, possiede il mondo.
Sono queste le tesi di base attorno alle quali Lamberto Rimondini costruisce l’interessantissimo volume L’altra storia d’Italia. 1802-1947 (Prefazione di Diego Fusaro, Macro-Arianna Editrice, 2022, pp. 496, € 20,00): «Un piano studiato nei dettagli, un piano che parte da molto lontano, un piano che si ripete nel tempo, un piano che, all’aumentare delle tecnologie disponibili, di volta in volta, è sempre più criminale e vessatorio nei confronti della popolazione (prona, ipnotizzata e inconsapevole), quella stessa popolazione che una certa élite vorrebbe ridurre numericamente. Quel piano è sempre il medesimo nel tempo, cambiano solo le circostanze e i volti dei protagonisti. L’élite, infatti, per ottenere un risultato a lei congeniale, pianifica con molto anticipo ogni mossa».
Una pubblicazione dal costo davvero contenuto, se si pensa al numero di pagine, alla straordinaria ricchezza di illustrazioni, che ne rendono la lettura piacevole e agevole, nonché ai ben 26 paragrafi di appendice, con documenti e fonti talora inediti.
Una storiografia costruita sulle menzogne
Scrive Rimondini: «La storia ufficiale è solo un elenco di guerre dove ci sono vincitori da una parte e vinti dall’altra». Inoltre, «la scrivono i vincitori delle guerre […] e in quest’ottica i vincitori delle guerre saranno sempre “i buoni” e “i cattivi” gli sconfitti». Partendo da questa considerazione, e aprendo un po’ gli occhi e le menti, molte sono le versioni ufficiali della Storia a risultare incredibili.
Ad esempio: chi ha voluto la “miracolosa” annessione della penisola ai Savoia? Vi pare verosimile che un migliaio di uomini (i Mille di Garibaldi) abbiano conquistato da soli un Regno tra i più solidi al mondo, con un grande esercito e tra i primi come flotta navale? Il suddetto Regno delle Due Sicilie, dunque, era davvero così arretrato? I briganti erano solo dei delinquenti? [Vedi articoli linkati alla fine di questo testo]. Come ha fatto Mussolini, partendo da un consenso e da forze insignificanti, ad assumere il potere assoluto in Italia? Come mai i generali italiani hanno guidato così male il nostro esercito nel corso della Seconda guerra mondiale? Chi ha deciso la morte del Duce e lo scempio di piazzale Loreto?
Svelare l’inconfessabile
L’altra storia d’Italia risponde a tali interrogativi e cerca di chiarire alcuni lati oscuri. Ad esempio, il ruolo delle banche e dei finanziamenti esteri (e delle massonerie) nella nostra storia. Il punto di svolta è la realizzazione del Canale di Suez: dopo la sua apertura il dominio del Mediterraneo non poteva esser lasciato alla potente flotta borbonica. La politica energetica italiana (petrolio), sempre ostacolata dalle corporations straniere (e c’è un collegamento col delitto Matteotti). Gli accordi Usa-mafia statunitense e il facile sbarco degli Alleati e la loro rapida avanzata in Sicilia. A chi è servita la guerra civile tra italiani nel corso del secondo conflitto mondiale (e tenuta in vita artificialmente fino a oggi, pur in assenza delle parti in causa, fascisti e comunisti). I risultati poco chiari e, in ogni caso, incompleti, del referendum Repubblica/Monarchia del 2 giugno 1946.
L’autore ha anche il merito di mettere in luce episodi storici poco o per nulla conosciuti o, comunque, sottaciuti. Tra i primi, i genocidi e le deportazioni dei Savoia ai danni dei meridionali, o le orrende “marocchinate” (14 maggio 1944) compiute dai goumier della spedizione francese in Italia. Tra i secondi, personaggi quasi ignorati (come Alfredo Pizzoni, «il banchiere della Resistenza»), eppure fondamentali nel dipanarsi di alcuni vicende centrali del nostro Paese. O la distruzione di Castelnuovo al Volturno (17 giugno 1944) compiuta dai “liberatori” a scopo… cinematografico. Oppure la difesa congiunta di partigiani e repubblichini della Valle d’Aosta insidiata dalla Francia (26 aprile-8 maggio 1945). E, ancora: chi sa della nostra dichiarazione di guerra al Giappone (15 luglio 1945)? E cosa ci impongono le clausole segrete allegate al Trattato di pace di Parigi del 1947?
Anche al di fuori della penisola
Il volume che stiamo recensendo non si ferma alle vicende storiche italiane. Altri dubbi sulla vulgata diffusa riguardano eventi esteri. Alcuni esempi. L’affondamento del Titanic con a bordo alcuni illustri personaggi della finanza. Chi e perché fece avverare la Rivoluzione d’Ottobre in Russia. La spartizione della Polonia tra Hitler e Stalin (ma sull’invasione sovietica le potenze occidentali chiusero due occhi). Il senso degli accordi Occidente-Unione sovietica nella logica degli interessi angloamericani.
Alcune affermazioni di Rimondini assumono un valore di tragica attualità: «Il fine ultimo di questa élite consiste nella distruzione della Russia e nella predazione delle sue risorse naturali (operazione in parte riuscita nel 1991) per poi concentrarsi sulla Cina».
Una ricostruzione storica comunque avvincente
Come afferma Fusaro nella Prefazione al volume di Rimondini, della narrazione e della ricostruzione storica di Rimondini «non tutto deve essere condiviso: e lo stesso scrivente non condivide ogni prospettiva […]. Non è questo l’importante. L’aspetto rilevante è il coraggio, la capacità di provare a pensare altrimenti». Noi aggiungeremmo che con L’altra storia d’Italia almeno non ci si annoia.
E anche fosse vera solo una parte delle quasi 500 pagine del libro, sarebbe comunque da leggere per scoprire altre verità rispetto a quelle imposte dalla storiografia di regime. E tra pochi giorni, il 9 maggio (in memoria di Aldo Moro), sarà pubblicata la seconda parte del lavoro di Rimondini, che riguarda il periodo 1948-2022. Ne riparleremo.
[Sull’annessione dell’Italia meridionale da parte dei Savoia, LucidaMente ha pubblicato questi e altri articoli:
Brigantaggio ed emigrazione secondo Eugenio Bennato
Così vicini (prima), così lontani (dopo)
I “Fratelli d’Italia” secondo Pino Aprile
Perché i meridionali divennero Terroni
Quando il Sud era più ricco del Nord
Ripensando il Risorgimento
La strage rimossa del 14 agosto 1861
L’Unità? Uno specchio dell’Italia di ieri (e di oggi)]
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVIII, n. 209, maggio 2023)