Il racconto delle magiche atmosfere vissute nella cittadina musa ispiratrice di Charles Baudelaire e dal cui porticciolo partì la spedizione del 1608 verso il Nuovo Mondo
Ricorderemo la Normandia come un insieme di colori, profumi e atmosfere difficilmente ritrovabile altrove. Honfleur la rappresenta appieno, con le sue peculiarità da luogo di altri tempi. Situato tra il Pays d’Auge e la Côte Fleurie, sprigiona fin da subito l’aria da borgo medioevale ricco di storia qual è. Dal suo porticciolo, infatti, nel lontano 1608, partì una spedizione guidata da Samuel de Chaplain per approdare sulle rive di quello che sarebbe diventato il Québec canadese.
Parcheggiata l’automobile nei pressi dell’albergo, non lontano dal mare, abbiamo desiderato innanzitutto provare l’ebbrezza di immergere i piedi nell’oceano. Il cielo era coperto da nuvole minacciose e la temperatura era piuttosto bassa; nemmeno il nostro abbigliamento poteva definirsi propriamente marittimo. Ma c’era la bassa marea: abbiamo quindi camminato su quello che, appena qualche ora dopo, sarebbe divenuto un fondo marino sommerso dall’acqua. Per arrivare al mare, abbiamo attraversato il Jardin des Personalités, una distesa piuttosto ampia di vegetazione dalle vive tinte; in forte contrasto con le sfumature dell’architettura cittadina, caratterizzata da tetti spioventi e da case costruite con travi di legno.
Percorsa una strada stretta e lunga che costeggia l’oceano, siamo finalmente giunti in quella che da noi chiameremmo “spiaggia”: una superficie ampissima coperta da sabbia bagnata mista ad argilla (vedi anche l’altro nostro articolo pubblicato su questo numero di LucidaMente, Mont Saint Michel, una fortezza in balìa delle maree). Vi abbiamo camminato per parecchi metri. Davanti a noi c’erano pochi bagnanti, tutti intenti a cogliere gli sporadici raggi di sole di quel pomeriggio: c’era chi era vestito con pantaloni lunghi e felpe e chi con il costume. Abbiamo chiesto a una coppia di persone, sedute su altrettante sdraio, verso che ora sarebbe arrivata l’alta marea. «Non lo sappiamo di preciso, ma non allontanatevi troppo» ci è stato risposto. E noi abbiamo deciso di ascoltarli. Il tempo poi è stato nostro complice nella scelta: un improvviso lampo ha squarciato il cielo sopra di noi, così ci siamo velocemente allontanati dalla costa.
La nostra gita a Honfleur è proseguita nel cuore della cittadina. Mentre percorrevamo la strada principale, non siamo rimasti indifferenti all’infinità di tonalità delle case circostanti. Qualunque fosse il colore dominante – rosa, bianco, rosso, verde – veniva attutito dal calore delle travi di legno, posate in diagonale sulla facciata. Molto graziosi anche i fiori coloratissimi, che adornavano ovunque strutture somiglianti a lampioni. Siamo quindi passati per il porticciolo; ricco di ristorantini e di boutique, che parevano incastonati in quell’angolo che odorava di salmastro. In certi tratti, ci ha ricordato alcune – tipiche – località della Costa Azzurra. Saranno state – forse – anche queste atmosfere ad aver ispirato la poesia Invito al viaggio di Charles Baudelaire: «Là non c’é nulla che non sia beltà, / ordine e lusso, calma e voluttà».
Le immagini®: in apertura, il porticciolo di Honfleur; all’interno dell’articolo: il mare con la bassa marea; uno scorcio del Jardin des Personalités; la via principale della cittadina.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno VIII, n. 92, agosto 2013)