Quattro liriche tratte da “In sé basta l’amore” (Città del Sole edizioni) di Cristiana Gagliardi
Versi brevi, lessico colto, originale musicalità, simboli, sinestesie; sul piano delle forme. La natura e la vita colte nel loro divenire sempre mutevole e inarrestabile, nel loro movimento danzante, nel tentativo di rivelarne qualche mistero, il contrasto materia-spiritualità; sul piano delle tematiche. Questa, in sintesi, la cifra poetica di In sé basta l’amore (Prefazione di Rino Tripodi, Città del Sole Edizioni, pp. 260, € 16,00) di Cristiana Gagliardi. Si tratta della seconda silloge (la prima è stata Col cuore in mano, edita da Cle-gruppo Rubbettino) della giovanissima poetessa calabrese, nata a Soveria Mannelli nel 1988 e residente a Roma. Tratte da In sé basta l’amore, proponiamo al lettore quattro liriche.
Fluire Come l’onda spumeggia fra rivoli d’acqua, costretta da brezze ad andare e venire; m’abbandono esule, vagabonda al lento fluire di nuove vite. Vivi Godi la vita. Essa spira vento, brilla fra le argentee squame dei pesci, colora uccelli dalle morbide piume, giorni dipinge sulla tela del creato, vibra l’aria di note stridenti, anima scuote per il concerto degl’infiniti misteri divini. Il mare e la conchiglia Siamo mare e conchiglia: espansione d’infinito, scrigno d’intimità. Emersi dal vorace sale, rechiam in noi mistero azzurro, che risuona concavo nell’anima. Come grigio rovello, frangiam brevi ore, simili tramonti, allo scoglio della vita. Schiude la romba, sferzando sul volto, eterno pensiero. Notti immense Il lattescente brulichìo delle vivide stelle rischiara d’ora in ora la nera azzurrità. Coll’aspro effluvio dei cedri verdicanti sale malinconicadolcezza. A queste notti immense rubo l’ispirazione, soffice aura, per soccomber del silenzio spietato languore. Solo alma sia inno che vola via, là dove luce esilia ogni
tristezza.
Per leggere la Prefazione alla silloge (Le infinite gocce musicali di Cristiana Gagliardi, di Rino Tripodi), clicca qui.
Le immagini: le copertine delle due raccolte poetiche di Cristiana Gagliardi.
Katia Grancara
(LucidaMente, anno VII, n. 78, giugno 2012)
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