Il delicato tema di “Sento che ci sei. Dal silenzio del coma alla scoperta della vita” (Bur Rizzoli) di Fulvio De Nigris
L’esperienza del coma vissuta come rinascita, un dialogo silenzioso che si trasforma in un intenso richiamo alla vita. Edito da Bur Rizzoli nella collana I libri della speranza diretta da Davide Rondoni, Sento che ci sei. Dal silenzio del coma alla scoperta della vita (Prefazione di Alessandro Bergonzoni, pp. 224, € 8,90) di Fulvio De Nigris affronta il dolore e la malattia di una persona cara: esperienze che possono portare chi le affronta a rimettere in discussione le proprie certezze, a cercare nuove forme di comunicazione e di relazione.
Nel 1998 De Nigris ha perso il proprio figlio Luca dopo un lungo coma: 240 giorni di attesa che l’aurore del libro ha rifiutato di subire passivamente e che ha vissuto ora per ora, accompagnando il figlio in un difficile cammino e sentendolo vicino nell’apparente lontananza dello stato vegetativo. Quella voglia di reagire, che ora prosegue nelle attività dell’associazione Gli amici di Luca e della Casa dei Risvegli Luca De Nigris all’Ospedale Bellaria, costituisce appunto la linfa della pubblicazione.
Il libro punta al «risveglio dei non coinvolti», come scrive nella Prefazione Alessandro Bergonzoni, «dei sani cronici, dei fortunati dei bene-stanti, perché sono quelli che hanno gli organi dell’immedesimazione atrofizzati». Ma il libro è un continuo dialogo con quanti hanno vissuto o stanno vivendo un’esperienza di coma, di relazione difficile con una persona cara, di sfida continua con la medicina e con la vita.
Nel solco dell’esperienza vissuta personalmente da De Nigris, Sento che ci sei vuole anche farsi momento di aiuto appellandosi alla risorsa che ognuno ha nel proprio intimo: se stesso. Per questo un’appendice importante è costituita dalle testimonianze di altri familiari che accudiscono un proprio caro, mettendo in atto giorno per giorno gli strumenti di una nuova comunicazione in un nuovo stile di vita, ripetendosi, come un mantra continuo, “Sento che ci sei!”.
«Io vi ho detto quello che ho provato, che ho imparato – scrive De Nigris nelle conclusioni del libro – quello che conosco, e ve l’ho donato, essendo il tramite di quello che Luca è stato e ancora è. Ora tocca a voi. Ditelo, scrivetelo, agitelo. Che abbiate perduto un figlio o una persona cara, che ancora stiate vivendo il percorso di una disabilità, del coma e dello stato vegetativo, siate portavoci della vostra storia non per un fine narcisistico, ma per cambiare qualcosa».
Per informazioni: Associazione Gli amici di Luca; tel. 051 6494570; sito web www.amicidiluca.it.
(k.g.)
(LM MAGAZINE n. 23, 14 aprile 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 76, aprile 2012)