I turbamenti vissuti dai ragazzi di oggi e le preoccupazioni dei genitori illustrati nel manuale “Adolescenti. Cosa faccio quando non mi vedi” (Mind Edizioni)
L’adolescenza dei figli non deve essere considerata dai genitori una malattia, ma un’occasione per mettersi in gioco e per migliorare le reciproche esistenze. Occorre armarsi di pazienza e allenarsi a equilibrare i “sì” e i “no”, attendendo fiduciosi che il difficile periodo passi. Questi i principali assunti di Monica Giuliani – life coach e madre di tre figli, due in età “critica” – in Adolescenti. Cosa faccio quando non mi vedi (Mind Edizioni, pp. 102, € 8,90), un manuale per tutta la famiglia (si veda anche l’intervista di LucidaMente all’autrice, «Un genitore deve semplicemente fare da ponte…»).
Nell’opera vengono analizzati gli ambiti più problematici dell’adolescenza: il disordine in camera, le fughe da scuola, il fumo, l’alcool, il motorino, la vacanza senza i genitori, gli incontri sessuali quando la casa è vuota. Per ciascuno di essi, la Giuliani parte dal punto di vista dei protagonisti, attraverso una serie di interviste delle quali vengono riportate le risposte. Non esiste una “scuola per genitori”, né una soluzione univoca ai problemi adolescenziali. Viene pertanto suggerito a mamme e papà un metodo semplice: dividere un foglio bianco a metà e scrivere, in due diverse colonne, le motivazioni pro e contro ogni richiesta dei figli. La risposta, calibrata secondo i soggetti interessati, scaturisce così dalla lunghezza di entrambe le colonne.
Fondamentale è l’esempio che gli adulti dovrebbero dare – più a fatti che a parole – fin dai primi anni di vita dei figli. Affettuosi, neutrali e sempre pronti al dialogo ma fermi sulle decisioni, da condividere con il partner: questo è il modello di padri e madri che crescono insieme ai ragazzi. Il “muro contro muro” distrugge il ponte genitori-figli invece di costruirlo. E a nulla vale, al giorno d’oggi, l’esperienza delle generazioni passate, comprese quelle vissute da mamma e papà.
La sfida più difficile per le famiglie odierne è infatti quella di trovare nuovi metodi educativi, efficaci nell’era digitale: un’epoca in cui, spiega la stessa Giuliani, «la velocità di pensiero e di azione è impressionante, quindi i vecchi suggerimenti dei nonni non hanno più presa. Siamo noi genitori che dobbiamo cambiare, rinnovarci e adattarci a loro». A partire dall’utilizzo dei social network, che talvolta rappresentano il vero pericolo per i ragazzi (si vedano al riguardo i tanti articoli pubblicati su LucidaMente: Minaccia cyberbullismo; Servono genitori più attenti verso i figli; La chat infuoca la rete e congela i rapporti umani; …Fino alla “cybersexual addiction”; Il “sexting” contagia anche gli italiani. Minorenni compresi). Se il sabato sera escono con gli amici, per quanto possa risultare stancante, bisognerebbe attendere svegli il loro ritorno: soltanto così, infatti, si può verificare se abbiano bevuto o assunto qualche sostanza pericolosa; naturalmente, tenendo conto degli artifici elusivi da loro messi in atto.
Inoltre, la regola del rispetto non passa mai di moda: via libera perciò a punizioni – purché motivate – impartite a un figlio irriverente. E se i ragazzi sbagliano, i genitori dovrebbero trovare il coraggio di lasciarli fare, tendendo loro una mano per rialzarsi: gli errori servono infatti a maturare e ad acquistare consapevolezza sui limiti di un’esistenza in divenire.
Le immagini: la copertina di Adolescenti. Cosa faccio quando non mi vedi e un manifesto con le problematiche adolescenziali.
Emanuela Susmel
(LucidaMente, anno X, n. 117, settembre 2015)