Grazie anche alla musica afroamericana ascoltata fin da bambina, da anni è un’apprezzata cantante e autrice. Una vita artistica coronata da grandi successi; quella privata segnata da un grande dolore
Il prossimo 26 aprile Giorgia (Todrani) spegnerà 50 candeline. La timida ragazza romana dalla voce potentissima che i non più giovani ricordano nell’interpretazione sanremese di E poi, nel 1994, sta per compiere mezzo secolo. La sua storia di artista inizia prima della sua nascita; dal giorno cioè in cui suo padre, il musicista Giulio Todrani, decide di chiamarla così in onore del suo brano prediletto: Giorgia on my mind, di Ray Charles.
La futura cantante inizia a far sentire il proprio talento esibendosi nella band Io vorrei la pelle nera, di cui il genitore è il vocalist. L’appartenenza a una famiglia di musicisti, ma soprattutto il genere afroamericano entratole nelle orecchie fin da neonata, la conducono – a 16 anni – a prendere lezioni dal tenore Luigi Rumbo: anche a lui si deve quindi l’estensione vocale che – ancora – fa di lei una delle interpreti più celebri del panorama musicale italiano. Nel corso dell’adolescenza frequenta il liceo linguistico ma la sua curiosità verso la musica la spinge a divenire corista – insieme allo zio Gianni Davoli – nella band del padre. Insieme fondano poi il trio Friend Acoustic Nights – in cui Giorgia ha un ruolo da leader – esibendosi dal vivo in svariati club romani. Risale a quegli anni anche la sua partecipazione come corista nelle tournée di Mike Francis e di Zucchero. Il 1994 per lei rappresenta la svolta: in febbraio il settimo posto a Sanremo nella sezione Nuove Proposte con il brano E poi, divenuto il suo cavallo di battaglia; quindi, in giugno, la grande occasione sul palco del Pavarotti International al fianco del compianto tenore modenese.
Da quell’anno in poi per lei è un successo continuo. Nel 1995 vince il 45° Festival di Sanremo con Come saprei, scritto a quattro mani con Eros Ramazzotti: il pezzo le fa conquistare contestualmente anche il Premio della Critica (oggi Premio Mia Martini), nonché la promozione ad ambasciatrice della romanità conferitale dall’allora sindaco Francesco Rutelli. In aprile il suo album Come Thelma & Louise conquista il secondo posto nella classifica nazionale. Non da ultimo viene invitata sul sagrato della Basilica di San Pietro, in Vaticano, da papa Giovanni Paolo II a cantare l’Ave Maria di Renato Serio. Alla fine di quello stesso mese Elton John la chiama al suo fianco, quale ospite d’onore, nei concerti della sua tournée italiana, lodando ripetutamente le sue doti canore.
Anche il 1996 è un anno di successi: classificatasi al terzo posto al Festival di Sanremo con Strano il mio destino – di cui è altresì autrice – incontra Pino Daniele, produttore poi dell’album Mangio troppa cioccolata, che balza, in breve tempo, al primo posto della classifica italiana del 1997. Gli anni Novanta si concludono, per Giorgia, con l’uscita – nel 1999 – del celeberrimo Girasole, da lei scritto e prodotto. Nel 2001 torna a Sanremo con Di sole e d’azzurro – firmata da Zucchero Fornaciari – che conquista la seconda posizione in classifica. Due anni dopo collabora con il regista Ferzan Özpetek firmando Gocce di memoria, il tema principale del film La finestra di fronte. Il brano diviene il singolo di maggior successo del 2003 e manterrà sempre, per lei, una particolare valenza affettiva. Gli anni seguenti sono per Giorgia quelli dello “sperimentalismo”: in un concerto milanese interpreta i propri brani più famosi in chiave acustica, pubblicando in seguito il primo disco unplugged di un artista italiano, che vince ben tre dischi di platino. Nel 2007 torna con l’album Stonata, anticipato dal singolo Parlo con te, cui seguono straordinari successi musicali – con altrettante celebri collaborazioni; fino ai giorni nostri.
Giorgia non è nota soltanto per la sua musica: vanta infatti numerosi riconoscimenti in ambito umanitario. Nel 1999 viene nominata ambasciatrice Unicef. Fonda poi un centro di accoglienza per gatti e, nel 2003, è testimonial della campagna No excuse contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Inoltre, il ricavato del concerto evento Insolite note (2005, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma) contribuisce a finanziare la costruzione di un asilo in Africa. Il 21 aprile 2009 cointerpreta Domani 21/04.2009 e partecipa al concerto Amiche per l’Abruzzo: il ricavato viene devoluto nella ricostruzione post sisma de L’Aquila. Giorgia collabora anche alla riedificazione dopo il terremoto dell’Emilia, prendendo parte al concerto Italia loves Emilia svoltosi il 22 settembre 2012 al Campovolo di Reggio Emilia.
L’anno successivo interpreta un brano il cui ricavato viene destinato alla Fondazione Umberto Veronesi: Vivi davvero, contenuto nella compilation Pink is good. Infine, quale ambientalista, lancia Earthache, una linea di abbigliamento ecosostenibile. Ma, se la vita artistica della cantante è coronata da straordinari successi, quella privata è segnata da un grande dolore: la morte prematura – nel 2002 – del cantautore Alex Baroni, suo fidanzato dal 1997 al 2001. Giorgia, in seguito, ritrova la felicità accanto al ballerino Emanuel Lo dal quale, nel 2010, ha il figlio Samuele. Ma Baroni resterà sempre nel suo cuore: a lui ha dedicato Gocce di memoria e in un’intervista in occasione del 17° anniversario della sua morte si è espressa così sulla sua perdita: «La mancanza di una persona non passa mai, come quelle occasioni mancate. Chi prova questo sa che è così. Ma se tu decidi di sopravvivere a una cosa che ti ha quasi fatto fuori allora inevitabilmente devi cambiare e attingere a tutte le tue risorse, magari scoprendone anche altre, aprire porte che sembravano chiuse e diventare una persona diversa. Sicuramente sentire di più».
Emanuela Susmel
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 184, aprile 2021)