I controlli delle autorità. Il rischio dell’ampliamento nella rete. Apparecchi fissi, on line e giocatori patologici
Alla fine il provvedimento contro le slot machine previsto dal governo Gentiloni verrà applicato. La famosa “manovrina”, auspicata da Matteo Renzi e poi messa in pratica dal suo successore, è giunta alla sua data di scadenza, e ora lo Stato dovrà occuparsi della sua attuazione.
L’operazione “taglio slot machine”, che ha preso il via a inizio 2017, aveva indicato un taglio del 32% delle slot machine sul territorio italiano. In quel momento si contavano circa 420.000 unità, con l’obiettivo dichiarato di non avere più di 264.674 apparecchi attivi nel Paese entro il 30 aprile 2018. La diminuzione del rinnovo delle concessioni non ha recato i risultati attesi, infatti il quantitativo di slot machine è rimasto ben sopra il numero auspicato. Dal 2 maggio 2018 sono scattati i controlli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per verificare la situazione nel Paese. Una volta calcolato il numero di apparecchi in eccesso, gli esercenti e gli operatori saranno obbligati a effettuare i dovuti tagli per rientrare nei parametri indicati dallo Stato. Il tempo a disposizione sarà di quindici giorni, dopo i quali si incorre in multe salatissime, dai 10.000 euro in su per ogni slot machine di troppo.
Un provvedimento finalmente in grado di cambiare la situazione nel mercato dell’azzardo italiano? Probabilmente no. La disposizione colpisce soltanto gli apparecchi terrestri, su cui è stato fatto il calcolo dei numeri. Le slot machine online, come tutti i casinò su internet, non riceveranno alcuna limitazione e rimarranno vicini ai giocatori. Il grosso rischio di quest’azione di “purificazione” dello Stato è quindi di agevolare soltanto il flusso verso la rete, senza realmente proteggere i ludopati. Inoltre, il timore degli operatori è che limitare l’offerta legale possa riaprire uno spiraglio al gioco illecito, che potrebbe fagocitare la fetta di mercato chiusa dalla manovra. Quest’ultimo problema, in effetti, non si porrebbe per l’industria del gioco digitale, in cui il controllo dell’Aams (Amministrazione autonoma dei monopoli di stato) è più semplice. È dunque possibile che l’esodo verso l’online sia non solo preso in considerazione, ma volutamente agevolato.
Gli ultimi dati relativi all’Italia evidenziano il maggiore impatto del mobile sulla vita dei giocatori. I dispositivi mobili stanno permettendo al comparto di internet di guadagnare terreno sul terrestre, che rimane ancora in netto vantaggio. L’attenzione degli sviluppatori si sta concentrando sempre più spesso sull’online, segno che la stessa industria spinge verso la digitalizzazione. Nel frattempo, uno studio Espad condotto dall’Ifc del Cnr di Pisa ha sottolineato l’enorme aumento del numero di giocatori patologici in Italia. Nel 2017 sarebbero arrivati a quota 400.000, il quadruplo dei casi riscontrati dieci anni prima. La stessa fonte rivela che sono stati 17 milioni gli italiani tra i 15 e i 64 anni (circa il 43%) ad aver effettuato almeno una scommessa durante l’anno. La buona notizia arriva dagli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, il cui numero di giocatori sarebbe sceso da 1,4 milioni a un milione. Merito probabilmente di controlli più stretti e pene più severe per chi permette ai minorenni di giocare d’azzardo.
elena giuntoli
(LucidaMente, anno XIII, n. 149, maggio 2018)