Tanti “utili” consigli nel “Piccolo galateo erotico per fanciulle” (Es) di Pierre Louÿs
Non hanno assolutamente torto preti e benpensanti quando affermano che le ragazze di oggi sono proprio maleducate e hanno perso le buone maniere. Per rimetterle sulla giusta strada occorrerebbero gli amabili e onesti libretti edificanti di una volta, a uso delle fanciulle di buona famiglia. In particolare, sarebbe da consigliarne uno, scritto dal poeta simbolista francese Pierre Louÿs (Gand, 1870 – Parigi, 1925) e pubblicato postumo nel lontano 1926.
La benemerita casa editrice Es di Milano ne ha curato la traduzione italiana col titolo di Piccolo galateo erotico per fanciulle ad uso degli istituti di educazione (Con uno scritto di Alberto Capatti, pp. 104, € 12,00). Diviso, correttamente e in modo funzionale, in tanti capitoletti, riferiti alle varie situazioni nelle quali potrebbe venirsi a trovare una ragazza di buona famiglia (In casa, In classe, In chiesa, In confessione, Per negozi, A teatro, Al mare, In campagna, ecc., fino al finale, utilissimo prontuario, Non dite… Ma dite…), il libretto di Louÿs offre davvero sani e preziosi consigli alle ragazze che desiderino trovarsi sempre a loro agio, nel rispetto del galateo. Ultima considerazione: che i contemporanei, che si sentono tanto “liberati” sessualmente, siano invero più bigotti di cento anni fa? Di seguito, qualche stralcio del libro, da consigliare a tutte.
Se vi sorprendono tutta nuda, celatevi pudicamente con una mano il viso con l’altra la fica; ma non fate marameo con l’una e non masturbatevi con l’altra.
Non masturbate mai un giovane davanti alla finestra. Non si può mai sapere chi potrebbe colpire.
Non inumiditevi il pollice in bocca o nella fica per girare le pagine.
Se la somma che vi fanno fare dà come risultato 69, non mettetevi a sghignazzare come una piccola imbecille.
Prima di entrare rimettetevi i guanti, se vi siete masturbata in ascensore.
Dite: «Buongiorno, signora, come sta?», ma non domandate mai a una donna sposata: «Ha scopato bene, la notte scorsa?», perché il più delle volte non saprebbe che dire.
Non chiedete mai direttamente a un’attrice drammatica dove ha trascorso i suoi anni di bordello. Informatevi presso le sue amiche.
Se vi dicono che siete «un vero maschiaccio», non mostrate la vostra fica per dimostrare il contrario.
Dire a una giovane signora che ha splendidi capelli biondi è un complimento gentile. Ma chiederle ad alta voce se ha i peli dello stesso colore, è pura indiscrezione.
«Chiunque conosca qualche impedimento per questo matrimonio, deve comunicarlo» dice il prete. Ma è una semplice formula. Non balzate in piedi a quelle parole per rivelare dei segreti.
Durante la predica, se il sacerdote sembra credere alla «purezza delle fanciulle cristiane», non sbellicatevi dalle risa.
Se il vostro confessore vi chiede quante volte vi siete profanata, non gli rispondete: «E lei?».
Non arrampicatevi sul basamento delle statue antiche per servirvi dei loro organi virili. Non bisogna toccare le opere esposte; né con la mano né con il culo.
Non disegnate cazzi sui muri, neppure se possedete un reale talento come disegnatrice.
Se un signore vi domanda come mai non fate il bagno, non rispondete: «Ho le mie cose».
E neppure dite, sempre ad alta voce: «È quella bruna alta laggiù che va a letto con papà!». Soprattutto se siete in compagnia della vostra signora madre.
Quando avete usato una banana per divertirvi tutta sola o per far godere la cameriera, non riponetela nel vassoio della frutta prima di averla accuratamente asciugata.
A teatro, non mettete la mano sui pantaloni del vostro vicino per vedere se il balletto glielo fa rizzare.
Non prendete in giro vostra sorella se si rifiuta di farsi inculare. Una fanciulla per bene è assolutamente libera di concedere un solo buco ai suoi amanti.
Se scoprite che siete figlia dell’amante e non del marito di mamma, non chiamate quel signore «papà» davanti a venticinque persone.
Non esigete da una cameriera che vi lecchi più di due volte al giorno. Non bisogna affaticare la servitù.
Non dite: «Ho voglia di scopare». Dite: «Sono nervosa».
Non dite: «Me ne fotto dei romanzi casti». Dite: «Vorrei qualcosa di interessante da leggere».
Non dite: «È la più grande puttana della terra». Dite: «È la miglior ragazza del mondo».
Ringraziate Dio di avervi creato il desiderio di godere e per aver creato mille modi di soddisfarlo.
Rispettate dunque sopra ogni altra cosa l’ipocrisia umana chiamata anche virtù.
(da Pierre Louÿs Piccolo galateo erotico per fanciulle ad uso degli istituti di educazione, Con uno scritto di Alberto Capatti, Es, Milano,1993).
Le immagini: copertine di tre edizioni italiane del libro di Louÿs.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno VIII, n. 89, maggio 2013)
Solo un uomo poteva pubblicare un simile libello maschilista!
Giovanna Rossi
Gentilissima Giovanna, grazie del commento.
Non so se Louÿs fosse, come dice lei, “maschilista” (termine abusato e quindi logoro, banale, ormai privo di significato semantico, semplice slogan). Son però certo che il mondo femminista in toto e quello femminile in gran parte non sa cogliere né l’estetica, né l’ironia, né l’umorismo, ma si compiace di aggressività e vittimismo. L’autore, un poeta, non un bullo di quartiere, intendeva cantare un inno contro il puritanesimo, il bigottismo, l’ipocrisia. Un’esaltazione della gioia di vivere e della libera sessualità. Ma, spesso, anche chi si ritiene “progressista” condivide con gli integralisti religiosi la stessa idea bigotta di repressione sessuale.
Sull’argomento, può leggere, in questo stesso numero di “LucidaMente”, il mio https://www.lucidamente.com/22929-i-cosiddetti-delitti-per-amore-femminicidi-e-dintorni/
Grazie per l’attenzione e, se vuole, sia più tollerante e spiritosa.
Rino Tripodi:
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Son però certo che il mondo femminista in toto e quello femminile in gran parte non sa cogliere né l’estetica, né l’ironia, né l’umorismo, ma si compiace di aggressività e vittimismo
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E’ così, nella maniera più assoluta.
Io non sono mai stata moralista e non lo sono neppure oggi, raggiunta una veneranda età. Faccio però un distinguo di natura semantica fra “moralismo” e “buon gusto”. Non mi riesce inoltre di trovare “spiritosa” la chiacchierata di Rino Tripodi o definirla “ironico umorismo”. Neppure vedo “gioia di vivere” sempre e solo nella libera sessualità. Si può benissimo godere di una “libera sessualità” senza per questo contrapporle unicamente i vieti concetti di “bigottismo” e “repressione sessuale”.Con tutto il rispetto, a Rino Tripodi vorrei chiarire che non esiste solo l’aut – aut. Personalmente, preferisco l’et – et. A me sembra che le affermazioni di Tripodi tutto rispecchino, tranne la dimensione “tollerante e spiritosa”. Soprattutto, non confonderei una sana ironia con un umorismo di pessimo gusto.
Gentilissima Florestana, grazie per averci scritto.
I testi, come avrà letto, sono di Louÿs, e non miei. Li ha pubblicati la ES editrice, e non io. Mi sono solo limitato a pubblicarli on line con un “ironico” (se mi consente) cappello introduttivo. Il “buon gusto” è una categoria perbenista, moralista e borghese. Io non lo sono (sempre se mi consente). A prescindere (come direbbe un umorista “maschilista”, come il principe Totò), mi saprebbe dire in cosa il testo di Louÿs offende il cosiddetto “buon gusto”? Preciso che ho inserito dei brani fra i più castigati del libro.
Se vuole, può leggere la mia idea di sessualità libera e felice, gioiosa e giocosa, al riparo da parrucconi di ogni tipo, in “La felicità, pura, dell’eros” https://www.lucidamente.com/20169-tripodi-la-felicita-pura-delleros/
Alla faccia di sinistra, destra, centro, cattolici, islamisti, perbenisti, moralisti di ogni genia, che vogliono dirci come godere del nostro corpo. L’eros è anarchia. Capitalismo selvaggio, globalizzazione, rimescolamento con popoli arretrati, e religioni ci stanno depauperando di tutto, anche di questo… Politicamente scorretto, ma qualcuno deve pur dire la verità.
Che peccato, l’Italia provinciale bolla di maschilismo il punto di vista certamente maschile – e come potrebbe essere altrimenti – di un poeta simbolista francese già morto da quasi un secolo, senza accorgersi dei danni di una chiusura mentale che con la scusa del femminismo aggredisce ogni forma non conforme d’ironia e s’immaginazione dissacrante. Evviva il bel-pensare di chi approva solo le idee espresse in modo politicamnente corretto, sessualmente depresso e banalmente piatto e moralista. Attenti a parole e idee, maschietti: qualcuno vi accuserà facilmente di maschilismo anche nel 21o secolo.
Vincenzo Bonicelli della Vite
Grazie, Vincenzo. Mi sa tanto che erano più “avanti” persone come Louÿs tra XIX e XX secolo che noi. Inoltre, non ci si è accorti che Louÿs vede le donne come gaudenti protagoniste e non come “oggetti”? Nei suoi ironici “bozzetti” le donne sono tutto fuorché “oggetti”. Semmai creature piene di vita, di sensualità e di desideri sfrenati. Ce ne fossero! Per lo tesso bene delle donne, piuttosto che sacerdotesse moralizzatrici e frigide, a destra, al centro e soprattutto a sinistra…