Presso la Galleria Ono, in pieno centro storico, gli scatti di Leo Matiz dedicati all’artista messicana, dai quali emerge il suo lato più quotidiano
Una persona comune. Una donna legata alla sua terra. Una figlia del Messico rivoluzionario di inizio Novecento. Questo il volto della pittrice-icona Frida Kahlo (1907-1954) che ci viene rivelato dagli scatti del fotografo colombiano Leo Matiz (1917-1998) in occasione dell’esposizione Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz, inaugurata giovedì 14 gennaio 2016 a Bologna, presso la galleria Ono Arte contemporanea (via Santa Margherita 10), col patrocinio del Comune felsineo.
Le immagini sono come tasselli di un grande mosaico. Il disegno che affiora è un ritratto privilegiato: davanti alla Rolleiflex dell’amico fotografo, la pittrice apre le porte del suo mondo. Sarebbe sbagliato ricercare qualcosa di eccezionale e sopra le righe; tutt’altro, la semplicità la fa da padrone. Matiz spoglia la Kahlo di ogni “artifizio” e attinge dal suo quotidiano. A volte, immortalandola nel quartiere natio di Coyoacan, a Città del Messico, altre nella sua storica dimora – oggi museo – Casa Azul. La macchina fotografica si addentra tra la vegetazione del giardino e le mura domestiche: in cucina, in studio e, soprattutto, nella camera da letto di Frida. Fu in quest’ultima stanza che, in seguito a un incidente stradale, la donna – al tempo adolescente – trascorse tre anni quasi immobile.
Un evento che rivoluzionò il suo approccio verso la vita e la pittura, alla pari dell’amore per il marito Diego Rivera, famoso artista messicano. Tra le immagini esposte, solo una li ritrae assieme, ma tanto basta per capire il peso specifico dell’uomo nell’evoluzione umana e professionale della Kahlo. Di lui, infatti, la pittrice disse: «Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego». Gli scatti, eseguiti tra il 1941 e il 1943, provengono dagli archivi del fotografo colombiano ritrovati dalla figlia, Eva Alejandra Matiz, a capo della Fondazione Leo Matiz.
A livello cromatico vige una discreta uniformità: predominano le immagini in bianco e nero, seguite da quelle ai sali d’argento e al platino. Un rigore interrotto solo da alcune eccezioni, ovvero quando l’attenzione si focalizza sugli abiti tradizionali che Frida indossa e sugli ornamenti floreali con cui agghinda il capo. In questi casi vengono enfatizzate le tonalità più accese e vivide degli indumenti, quasi a simboleggiare la forza del suo carattere e della sua espressività. Il percorso espositivo si sviluppa su tre livelli. Si parte dal piano terra, per poi discendere al livello ipogeo e, infine, risalire al primo piano. Le immagini di Leo Matiz, in tutto ventisette, sono accompagnate dalla proiezione del film Frida (2002, regia di Julie Taymor) e dagli schizzi preparatori realizzati dall’illustratrice Vanna Vinci per la biografia a fumetti di Frida Kahlo, in uscita il prossimo autunno.
La mostra Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz, curata da Ono Arte contemporanea in collaborazione con Eva Alejandra Matiz e la fondazione Leo Matiz, è aperta fino a domenica 28 febbraio. Ingresso gratuito. Orari: martedì e giovedì ore 10-13 e 15-20; venerdì e sabato ore 10-13 e 15-21; domenica ore 16-20; lunedì chiuso. Sito web: www.onoarte.com.
Luca Puggioli
(LucidaMente, anno XI, n. 122, febbraio 2016)
Una mostra con Frida, l’abbiamo fatta a Melbourne e Sydney qualche anno fa con immenso successo!!!!
Gentilissima professoressa, grazie pe averci scritto e comunicato la notizia. Molte donne dovrebbero prendere la Kahlo come esempio e ispirazione di vita coraggiosa e controcorrente.