Una metodologia innovativa per agevolare l’apprendimento nel periodo dell’infanzia
La filosofia: una disciplina che per la maggior parte delle persone è quella cosa noiosa che non serve a nulla e che si fa al liceo. Una materia che suscita in pari quantità odio, amore e indifferenza. Eppure, potrebbe essere proprio la filosofia a essere chiamata a risolvere i problemi didattici poiché è in grado e quindi ha l’obbligo morale di contribuire a orientare l’educazione.
Affinché ciò sia possibile, si sono sviluppate e affermate varie “scuole di pensiero” che intrecciano la filosofia al mondo dei bambini: tra tutte, quella che sinora ha avuto una maggior diffusione è stata la Philosophy for children, nata negli Stati Uniti negli anni Settanta dagli interessi pedagogici del filosofo Matthew Lipman. La varietà e la diversità di queste scuole sono indubbiamente un vantaggio per tutti, perché rimescolano le carte in tavola e spingono al confronto, al cambiamento e al rinnovamento; ma non tutte le metodologie di fare filosofia con i bambini sono uguali e ugualmente efficaci.
Il metodo che attualmente sembra essere più completo ed efficace è nato a Pesaro nel 2008come Centro di ricerca artistica e filosofica rivolto ai bambini. Dopo tre anni, la sezione filosofica si è specializzata e ha iniziato una sperimentazione, che è diventata, presso l’Università degli studi di Urbino Carlo Bo, un progetto di Dottorato in Scienze della Complessità. Curato da Carlo Maria Cirino sotto la supervisione di Vincenzo Fano, ha assunto la denominazione di Filosofiacoibambini.
Questo sistema è giunto al suo terzo anno di attività nelle scuole dell’infanzia e primarie. Uno dei suoi punti di forza è la continua ricerca e sperimentazione ogni giorno in classe: ciò permette di capire come intervenire per accrescere il potenziale dei bambini nel miglior modo possibile. È inoltre un metodo efficace perché non vuole né trasmettere nozioni statiche né orientare in qualsiasi modo il pensiero dei bambini, ma educare e allenare quelle specifiche abilità mentali in grado di produrre pensiero e fare scoperte. L’obiettivo primario è, infatti, quello di non bloccare l’immaginazione tipica dei bambini, ovvero la loro innata capacità di creare il controfattuale, quello che più comunemente può essere definito gioco simbolico o mondi possibili.
Il progetto, rivolto a bambini dai 4 ai 10 anni d’età, si snoda attraverso un percorso laboratoriale – un’ora a settimana nell’ambiente scolastico per un ciclo di venti incontri – il quale, partendo da pretesti e parole semplici che fanno parte della quotidianità, permette ai bambini di mettere in moto la loro capacità immaginativa, elaborando pensieri e concetti che scavalcano l’evidenza, e di cogliere la complessità della realtà che li circonda.
La maestra Francesca Saltarelli, referente del progetto presso il Circolo didattico Sant’Orso di Fano – una delle due scuole pilota – ha scritto: «I laboratori sono il cuore dell’attività: non importano né l’argomento né i grandi temi filosofici, ma conta il pensiero che si costruisce in collaborazione con gli altri, prendendosi tutto il tempo per parlare ed essere ascoltati trasformando così l’aula in un luogo vivo di dialogo. I bambini imparano a pensare in modo creativo e logico, arricchendo il proprio linguaggio, imparando a sostenere le proprie idee e a riadattarle dialogicamente con i compagni». I bambini scoprono così il piacere di donare pensieri all’altro e di arricchirsi del pensiero dell’altro.
Se applicata con costanza, questa modalità garantisce ancherisultati scolastici migliori, poiché i bambini saranno portati a estendere l’esperienza del laboratorio filosofico trasversalmente a tutte le materie acquisendo maggiore consapevolezza, controllo, attenzione, capacità di raggiungere obiettivi e risolvere problemi, concentrazione e creatività.
La filosofia diviene il miglior pretesto per allenare il pensiero al ragionamento e ampliare le possibilità immaginative, fornendo quindi ai bambini di oggi un habitus mentale applicabile non solo nell’ambiente scolastico ma in qualsiasi contesto. Di fronte ai problemi astratti e concreti che troveranno nelle loro vite, avranno a disposizione un’alternativa in più e saranno così degli adulti di domani più capaci di affrontare il mondo. Dunque, non rimane che augurare “buona filosofia” a tutti i bambini…
Valentina D’Amato
(LucidaMente, anno XI, n. 122, febbraio 2016)