La mostra ospita una trentina di opere su carta, realizzate tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, per omaggiare i due grandi artisti scomparsi
A dieci anni dalla scomparsa di Gianfranco Ferroni (1927-2001) e a venti da quella di Sergio Saroni (1934-1991), la Fondazione Bottari Lattes dedica a due dei più validi artisti italiani del Dopoguerra una mostra, la quale offre la possibilità di riflettere sugli aspetti comuni del percorso di due esponenti che hanno segnato la ricerca artistica del Novecento: il forte interesse per la grafica incisa e l’uso elettivo del supporto cartaceo in pittura, particolarmente nella fase della maturità espressiva.
In esposizione disegni, incisioni, tempere e tecniche miste, che testimoniano l’appassionato fervore e la determinazione che hanno mosso l’intenzionalità dei due artisti.
«In particolare – spiega il curatore Vincenzo Gatti – è da segnalare l’attenzione che Ferroni e Saroni hanno rivolto verso la grafica incisa, a partire per ambedue dal 1956/57 e poi facendosi sempre più intensa e contigua alle ricerche pittoriche.
Per Ferroni l’incisione è stata l’occasione per misurarsi con una tecnica severa e scabra e la sua scelta si è diretta verso l’acquaforte, mai abbandonata, ma sempre rivissuta nella fiducia verso il valore del “segno”, perseguita per quarant’anni, con una puntigliosità di sguardi che lo ha portato, nei temi che hanno costituito la sua cifra esistenziale (gli interni, gli oggetti), a mettere a fuoco l’essenza delle cose, fino ad arrivare, al termine della sua vita, a collocare le “cose” in uno spazio di pure astrazioni, pulviscolare e remoto. Allo stesso modo la sua pittura su carta depura la materia cromatica: meglio della pennellata è lo sgranarsi della grafite o del pastello. La transitorietà trasfigura la realtà, e la fisicità esatta degli oggetti quasi si stempera nella luce che tutto pervade, pazientemente evocata dalle tracce infinite lasciate sui fogli.
Saroni giunge alla “nuova figurazione” nei primi anni Sessanta, dopo l’esperienza informale, e la ricerca grafica assume in quest’ottica di rinnovamento particolare importanza. Per quanto i linguaggi possano essere diversi per Saroni, come per Ferroni, il vero costituisce l’irresistibile fonte d’ispirazione. Semmai, l’approccio, la soluzione è ben altra. Il pittore torinese non rinuncia mai all’incisività del segno, spesso traccia singola a ribadire il tormento e la perfezione. Gli impasti aggrovigliati delle nature morte degli anni Sessanta ben esemplificano le scelte di Saroni, e così la tipologia stessa, irta e spinosa, dei soggetti proposti. Seguiranno, nella grafica incisa, i grandi fogli composti da più lastre e da più colori, dove viene proposta la figura, con arditi tagli compositivi e inquieti inserimenti architettonici e vegetali. Solo negli ultimi anni di una troppo breve vita, il dialogo fra le tecniche (acquaforte e acquatinta) si fa più asciutto e disteso.I dipinti su carta sono poi una costante saroniana negli anni della maturità, dai grandi formati dove il soggetto di natura quasi si frantuma in schegge geometricamente concluse, agli acquerelli di paesaggio, contemplativi ma “accorati”, pervasi da un sentimento d’attesa nel balenare d’una nuvola temporalesca, o nei grafismi allarmati di un pennello estenuatamente finissimo».
Il vernissage è previsto per sabato 29 ottobre dalle ore 18.00 e sarà allietato dal concerto del violinista Aaron Berofsky. La Fondazione Bottari Lattes si trova in via Marconi, 16 a Monforte d’Alba, Cuneo.
Nelle restanti giornate, lo spazio espositivo osserverà i seguenti orari:
da lunedì a venerdì dalle 14.30 alle 17.oo; sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.30
Ingresso gratuito.
Per ulteriori informazioni
Fondazione Bottari Lattes
0173 789282 – 333 8685149
www.fondazionebottarilattes.it – segreteria@fondazionebottarilattes.it
Galleria del Ponte
www.galleriadelponte.it – 011 8193233
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