Il caseificio reggino fa parte del “Progetto per una filiera agricola tutta italiana”, avviato dalla Coldiretti e dalla Fondazione Campagna amica per valorizzare i prodotti nazionali
Il prodotto interno lordo dell’Italia è cresciuto nel 2016 dello 0,8% e si è anche registrato l’aumento della produzione industriale, ma i consumi sono ristagnati e si è innescata una preoccupante deflazione (-0,1%), provocata soprattutto dai bassi salari. La discesa dei prezzi non avveniva nel Belpaese dal 1959 (-4%), in pieno boom economico, quando l’offerta dei beni superò notevolmente la domanda.
Un settore particolarmente colpito dalla deflazione è stato quello agricolo, dove i prezzi hanno subito una riduzione media del 5,2%, anche se la produzione complessiva è aumentata (+1%) e l’Italia si è confermata la terza potenza agricola dell’Unione europea, dopo Francia e Germania (vedi Riccardo Saporiti, L’Italia è la terza potenza agricola dell’Ue. Ma il nodo è la frammentazione, in www.ilsole24ore.com). L’agricoltura italiana è stata caratterizzata, nell’ultimo decennio, dalla crescita di nuove tendenze agroalimentari come la ristorazione slow food, la produzione biologica e quella a “chilometro zero”, che hanno determinato anche un significativo ampliamento del numero degli occupati.
Un contributo rilevante, in tal senso, è stato fornito dalla Confederazione nazionale coltivatori diretti, l’associazione sindacale fondata nel 1944 dal politico democristiano Paolo Bonomi, e dalla Fondazione Campagna amica a essa collegata, che dal 2009 hanno avviato il Progetto per una filiera agricola tutta italiana, ponendosi l’ambizioso obiettivo di creare una rete di vendita che distribuisca esclusivamente prodotti nazionali, rigorosamente a “chilometro zero” (vedi www.campagnamica.it). A Campagna amica aderiscono circa 850 farmer’s market, alcune migliaia di punti di vendita diretta e molte aziende agrituristiche associate a Terranostra.
La filiera agricola italiana, purtroppo, risente di molte distorsioni, in quanto la nostra agricoltura – secondo la Coldiretti – deve fronteggiare «il flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciate come Made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta» (vedi L’agricoltura è in crescita, in www.agricolturanews.it). Campagna amica vuole porre un freno alle scorrettezze agroalimentari e garantire la provenienza dei prodotti, consentendo ai consumatori di orientarsi nella spesa in modo responsabile ed ecosostenibile. Della filiera di Campagna amica fa parte anche la Fattoria della Piana, un caseificio reggino che raccoglie e trasforma il latte proveniente da vari stabilimenti dell’Aspromonte, del Crotonese, di Monte Poro e della Piana di Gioia Tauro, producendo mozzarelle, ricotta fresca e formaggi tipici (come il pecorino calabrese).
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi l’8 novembre 2016 a Germaneto (Catanzaro), Pietro Sirianni, responsabile calabrese di Campagna amica, ha spiegato che «quella di Fattoria della Piana è una filiera completa, fatta di agricoltori, di persone vere, che insieme creano una vera eccellenza di cui andar fieri: ha salvaguardato la produzione nel rispetto dell’ambiente, ha una propensione alla commercializzazione di prodotti in vendite dirette, con il 95% da produttore a consumatore» (vedi Ilaria Quattrone, Reggio Calabria: Campagna Amica con Fattoria della Piana diventa la prima filiera certificata italiana, in www.strill.it). L’agricoltura a “chilometro zero”, dunque, è la strada da percorrere per quelle regioni del Sud che, come la Calabria, cercano di risollevarsi dalla crisi economica, dopo aver visto nel tempo fallire i progetti d’industrializzazione e proliferare la corruzione e la mafia.
Le immagini: i loghi di Campagna amica e della Fattoria della Piana; i relatori della conferenza stampa che si è tenuta a Germaneto (Catanzaro) l’8 novembre 2016.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno XII, n. 134, febbraio 2017)