Riflessioni antifasciste: nella fase storica odierna chi incarna maggiormente l’archetipo, più o meno veritiero, del fascismo?
Procediamo con una reductio ad absurdum. Diamo per buone due tesi, non una sola. La prima è quella che viene insegnata da più di settant’anni nelle scuole e nelle università italiane. Il fascismo è stato un movimento ideologico violento, squadrista, giovanilista, antiliberale, nazionalista, antisistema democratico-parlamentare, antipluralista, borghese, classista, capitalista (o, in ultima analisi, al servizio di borghesia, classi agiate e capitalismo) e, nell’ultima fase, antisemita.
Sui primi sei-sette assunti crediamo ci sia poco da discutere, sebbene in verità la violenza e il rifiuto del sistema liberale fossero praticati in politica dopo la fine della Prima guerra mondiale (ma anche in precedenza) da parte di molte forze politiche. Sul fatto che il fascismo sia stato interamente classista, filoborghese e filocapitalista, ci sarebbe molto da ribadire, viste le sue innumerevoli facce; ma, come abbiamo detto, procediamo “per assurdo”. Una seconda tesi è quella che il fascismo non muoia mai, anzi costituisca una sorta di archetipo universale sempre riaffiorante negli individui, nella società e nella Storia. È il concetto di Ur-fascimus espresso da Umberto Eco (Alessandria, 1932 – Milano, 2016) in un suo librino (Il fascismo eterno, La Nave di Teseo, Milano 2018, pp. 52, € 5,00); in pratica la trascrizione del discorso pronunciato alla Columbia University il 25 aprile 1995). La pubblicazione ha assunto un certo clamore grazie anche alla grande diffusione in edicola nel settembre 2020 col quotidiano la Repubblica. Operazione terroristica “per avvisare la popolazione” che il tiranno (Matteo Salvini o Giorgia Meloni, dopo l’eclisse di Silvio Berlusconi) e le sue idee non muoiono mai, quindi sono tra noi. Sempre.
Chi sta scrivendo queste annotazioni non è di certo – anche per vicende famigliari – fascista, neofascista o nostalgico del fascismo. Ma, sempre “per assurdo”, se lo fossimo, saremmo orgogliosi di sapere che apparteniamo a un’ideologia, a una tipologia umana, che non solo non muore mai, ma che è sempre in crescita… Ora che abbiamo (ri)scoperto i caratteri del fascismo e il fatto che sia ancora vivo (chissà se lo sono anche gli alleati di Sparta o Atene, i fautori di Cesare e Pompeo, i guelfi e i ghibellini, i filonapoleonici, ecc.), chi sono oggi i fascisti? Ebbene, seguendo l’assunto iniziale, se per fascista s’intende una classe sociale, economica e intellettuale borghese, classista (sfruttamento e disprezzo per i poveri e gli svantaggiati) filocapitalista (e, quindi, filoliberista), falsamente antirazzista, giovanilista, antipluralista (sostegno quasi assoluto dei mass media e della pubblicità; ampiamente praticato il rifiuto o il controllo/censura del dibattito), con tratti violenti e talvolta, se necessario, squadristici, la possiamo facilmente individuare.
Si tratta delle attuali élite progressiste, delle sinistre un tempo socialiste, socialdemocratiche o comuniste, degli antifa, in piena consonanza col turbocapitalismo finanziario, con le multinazionali, coi tycoon esentasse della Silicon Valley, coi poteri sovranazionali (Onu e agenzie affiliate, tra le quali l’ineffabile Oms che ha chiuso gli occhi per mesi di fronte all’espansione della pandemia, il Fmi, l’Unione europea), coi produttori e suscitatori di consumi giovanilistici, con la reificazione classista del corpo delle donne con la pratica dell’utero in affitto, razzista nel senso dell’oicofobia. E, sotto l’apparenza del pluralismo democratico, ogni idea dissenziente, ogni scarto dal pensiero unico globalista, viene censurato (leggi Da un caso di persecuzione politicamente corretta alla scoperta della realtà globalista), con le buone o con le cattive. Infatti, si agita la generalizzata accusa di complottismo (insomma, si è pazzi, paranoici), o, se si vuole intimidire, scatta la facile denuncia penale; infine, se proprio occorre menare qualche testa dura, c’è lo squadrismo con l’esercito di riserva degli “antagonisti”. Per definire questi nuovi fascisti padroni del mondo e i loro servi globalioti, occorrono neologismi: fascioprogressismo, fascioglobalismo, fasciofemminismo… Provateci anche voi. Loro, lupi travestiti da agnelli, sanno come usare lo sdolcinato quanto falso linguaggio politicamente corretto.
Le immagini: a uso gratuito da pixabay.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 181, gennaio 2021)
Ho letto con interesse, perché l’argomento è cruciale e vorrei che fosse sviluppato anche in futuro, con approfondimenti, compatibilmente con il format della rivista.
Buon 2021 vaccinato!
Gentilissima Anna, la tematica della deriva delle sinistre, che stanno diventando socioculturalmente l’opposto di quello che erano, è molto delicato. Sia perché si rischia di essere identificati con un altro campo politico e non come oggettivi osservatori di una realtà cangiante. Sia perché si rischiano insulti…