Viaggio nella suggestiva località abruzzese, fra gole, valli e sorgenti di purissima acqua che costituiscono il segreto dei noti pastifici De Cecco e Del Verde
Non occorre uscire dall’Italia per godere di una visione paradisiaca in un luogo che, per quanto è bello, sembra dipinto da un’artista impressionista: converrà con noi chi ha visitato le cosiddette “Gole di San Martino”, situate a Fara San Martino, in provincia di Chieti. Noi vi ci siamo addentrati in una calda giornata di inizio luglio e desideriamo condividere con i lettori una delle ricchezze di cui il nostro Paese può davvero vantarsi, non soltanto dal punto di vista paesaggistico.
Siamo approdati al paesino abruzzese in automobile, provenendo da Sulmona e passando per l’Altopiano delle Cinquemiglia, sito a 1.250 metri sul livello del mare. Giunti sul posto abbiamo trovato uno scenario naturale unico, essendo il paese posto sul versante orientale della Majella. Fra leggenda e storia, questo massiccio – cuore dell’omonimo Parco nazionale – è da sempre collegato al culto agrario di Maja, la Madre Terra da cui dipende la ricchezza o la scarsità dei raccolti. Anche per questo motivo nel 1983 è stata istituita la Riserva naturale orientata Fara San Martino Palombaro. In tale particolare contesto si inseriscono le Gole di San Martino, create dall’effetto corrosivo delle acque: si tratta di una stretta apertura schiusa, secondo la leggenda, dalle braccia di san Martino. Le “gole” costituiscono il naturale accesso a un vallone lungo circa 14 km e con un dislivello di 2.400 metri, che così muta il nome: nella prima parte è chiamato Valle di Santo Spirito, per l’omonima grotta; in quella centrale, Valle di Macchia Lunga, per la presenza di un’ampia faggeta; in quella terminale, Valle Cannella.
Abbiamo immediatamente ammirato il caratteristico andamento ondeggiante delle Gole dovuto all’erosione, nel tempo, degli strati di roccia da cui sono costituite. Ma, più di tutto, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’acqua cristallina del fiume Verde, nonché dal caratteristico colore da cui deriva il suo nome. Questo corso d’acqua si incunea, appunto, nelle “gole” e, prima di confluire nel fiume Aventino, scorre per circa 5 km su una pendenza di 220 metri. Riemerge poi in superficie in un tratto denominato “Sorgenti del fiume Verde”: l’effetto dell’acqua che vi sgorga – batteriologicamente pura e con una temperatura costante di 9 gradi – è unico, una vera e propria “cascata di vita”, peraltro con una nebulizzazione piuttosto piacevole nei mesi estivi.
E non è tutto. Tale acqua vanta eccellenti caratteristiche oligominerali e un basso residuo fisso (circa 150 mg/l): risulta quindi ottimale per essere utilizzata nelle industrie alimentari. Non è un caso, infatti, che proprio a Fara San Martino abbiano sede due pastifici che il mondo ci invidia: la F.lli De Cecco di Filippo, che produce pasta in questo sito dal 1886, e la Delverde, fondata nel 1967. Come poter resistere a un richiamo culinario di tale portata? Noi non ci siamo riusciti e, all’interno degli spacci aziendali, abbiamo avuto un’ampia scelta di prodotti da acquistare a prezzi scontati rispetto a quelli praticati dalla filiera commerciale. La nostra visita si è poi conclusa con un pranzo a base di deliziose specialità abruzzesi, prime fra tutte gli arrosticini. Abbiamo quindi fatto ritorno a Sulmona con tanti bei ricordi da conservare e con il baule dell’automobile carico di ottima pasta.
Le immagini: il fiume Verde che scorre nelle Gole di San Martino e l’indicazione per i pastifici De Cecco e Delverde (foto di Emanuela Susmel).
Emanuela Susmel
(LucidaMente 3000, anno XV, n. 176, agosto 2020)
Articolo molto interessante, siamo in Abruzzo e andremo sicuramente a visitare i posti descritti da Manuela