Atmosfere affascinanti e coinvolgenti in un singolare vinile di quattro tracce, tra elettronica e ambient, nel lato A, più quattro preziose rivisitazioni delle stesse nel lato B: “Shidoro Modoro”, prodotto da Soundinside Records
Sono i Fanali e sono napoletani, ma, benché si possano cogliere nella loro produzione musicale lontani echi partenopei, la loro sperimentazione è davvero originale e lontana da ogni stereotipo. Si potrebbe parlare di post-rock, ambient o elettronica, ma tali etichette non riescono a rendere la complessità di suoni, ritmi, armonie e melodie del loro primo lp. Il suo singolare titolo è Shidoro Modoro, rigorosamente in vinile (180 grammi in edizione limitata numerata a mano e impreziosito dal concept artistico di Sabrina Cirillo), prodotto da Soundinside Records e uscito lo scorso 7 ottobre.
I componenti del progetto musicale sono Caterina Bianco (voce, violino, sintetizzatore), Michele De Finis (voce, chitarre, basso, sintetizzatore, programmazione) e Jonathan Maurano (batteria e ritmi vocali). Pietro Santangelo è il prezioso sassofono di Dove. Il lavoro, realizzato in epoca di lockdown, consta di quattro brani (lato A), che diventano otto perché nel lato B sono rivisitati da Salvio Vassallo. Un elemento di assoluta particolarità, con l’ulteriore peculiarità dei titoli originari che vengono mutati attraverso inversioni, anagrammi, inserzioni di lettere, o giochi di parole. La prima (e quinta) traccia è Era/Are: ipnotica, fluttuante, consiste in stratificazioni di sonorità in progressione verso l’acme finale; nel remix di Vassallo diviene più repetitive music, assumendo un carattere ipnotico. Dove/Vedo è calda, avvolgente, e impreziosita dal sax di Santangelo; nella rivisitazione, più breve, tutto si fa più sincopato e misterioso, con echi urbani e underground.
Nel terzo brano, Anche/An (A)che, la voce di Caterina, che aveva assunto la veste di protagonista nella stesura originaria, in quella di Vassallo diventa franta e quasi accennata, richiamo tra i suoni che l’avvolgono fino a sommergerla. Le due versioni sono divenuti splendidi videoclip (clicca qui e qui). Piano/Pani(c)o si sviluppa con un andamento in ascesa, con l’esplosione di emozioni che pervengono quasi alla cacofonia; nella sua trasposizione Vassallo plasma il tutto in sonore gocce elettroniche che si accendono per infine spegnersi nel silenzio. Come si vede, i brani reinterpretati assumono nuova vita e sembra di non averli mai ascoltati prima. E, sebbene alcuni componimenti del disco partano da eventi quotidiani, essi finiscono per acquistare in entrambe le versioni una dimensione assoluta, quasi metafisica. Le musiche dei Fanali, infatti, sono lame di luce che colpiscono le nebbie delle periferie urbane per dissolverle in irreali arcobaleni, colonna sonora di un film ancora tutto da realizzare.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 203, novembre 2022)