Le novità, tra le quali il trucco permanente, richiedono personale ben preparato e qualificato
Un binomio che cresce rafforzandosi, vista l’ascesa esponenziale che l’intero settore sta attraversando. Si parla di estetica, un mondo che offre ormai soluzioni vaste per qualsiasi necessità e alla portata di tutti.
Sono queste le ragioni della crescita di tutto ciò che ruota attorno al concetto di wellness e bellezza, unite al fatto che da qualche tempo anche gli uomini sono entrati in questo mercato (prima appannaggio esclusivo dell’universo femminile) andando quasi a raddoppiare il valore del settore. Interessante diventa analizzare la crescita di pari passo del campo della formazione: perché, se il settore estetico si arricchisce di nuovi trattamenti, in contemporanea diventa fondamentale la preparazione di figure professionali qualificate. Qualche esempio per rendere meglio l’idea? Il trucco permanente, un approccio per certi versi rivoluzionario che ha mutato profondamente il concetto di make-up. Da qualche mese le richieste per trattamenti di questo genere sono in forte crescita, con soddisfazione degli operatori del settore, i quali si sono dovuti comunque adeguare proprio in materia di formazione andando ad acquisire competenze tecniche su un tema abbastanza delicato.
Per applicare il trucco permanente, che consiste nell’inserimento sotto pelle di pigmenti di colore anallergici e bioassorbibili, non è sufficiente l’intervento di una visagista ordinaria, bensì si richiede supporto di figure apposite note come dermopigmentisti. Ciò si lega a doppio filo con quanto sopra detto, ovvero con l’esigenza di dar vita ad un percorso formativo per tirar su una generazione di nuovi operatori del settore.
La tendenza è deflagrata soprattutto nelle grandi città, dove il concetto di moda è più avvertito: non a caso i corsi trucco permanente a Milano sono i più ricercati; a seguire ci sono Roma, Firenze, Bologna. Ma, comunque, negli ultimi periodi si assiste a un movimento anche nelle altre città di Italia, per quanto piccole, che si stanno adeguando al cambiamento, data proprio la grande richiesta da parte degli utenti per questo trattamento estetico risolutivo. La formazione sembra quindi seguire i campi dell’economia nei quali il giro d’affari è più evidente; e da questo punto di vista l’estetica, compreso anche tutto ciò che riguarda wellness e benessere, ha pochi rivali in Italia, dove, paradossalmente, si spende di più per il proprio aspetto estetico che per altre voci almeno sulla carta più utili.
Carmela Carnevale
(LucidaMente, anno XIV, n. 157, gennaio 2019)