La raccolta degli interventi del direttore nel primo trimestre del sedicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Marzo-Aprile 2021 (nn. 183-184) – L’inconsistente, falsa retorica del “mai più”
Nulla cambia nella criminale Storia dell’umanità: oggi, come sempre, al di là di ogni illusione buonista, illuminista o progressista, la violenza e le stragi costituiscono l’impronta più evidente degli esseri umani sul pianeta
Da decenni nel mondo occidentale vige la retorica del “mai più”. Mai più guerre, stragi, crimini contro l’umanità, totalitarismi. Il pensiero neoilluminista predominante nella cultura occidentale ritiene che l’educazione sia il migliore antidoto a tali orrori. In altre parole, il male e la malvagità sarebbero eliminati da cultura, pedagogia, educazione, psicologia, sociologia. Così, il progresso rimuoverebbe tutto il lato oscuro della Storia.
Una diversa visione, più “assoluta” e metafisica, definisce il male come Male, ed esso sarebbe insito in tutta l’umanità di ogni epoca, senza distinzioni di sesso, genere, etnie, religioni, culture, per cui uomini e donne, eterosessuali e gay, bianchi e neri, cristiani e buddisti, islamici e confuciani, ricchi e poveri, colti e analfabeti, tendono per loro natura e in Natura alla malvagità, alla violenza, all’insensibilità verso gli altri, perfino al sadismo. In termini biblici, tranne gli animali e le piante, tutti gli esseri viventi recano su di sé il peso innato del peccato originale e il terribile marchio di Caino. Chi ha ragione? Guardiamo alle innumerevoli belligeranze, carneficine, pulizie etniche, repressioni da parte di regimi dittatoriali di ogni tipo, stragi terroristiche, persecuzioni religiose, che avvengono oggi in tutto il pianeta, per non dire dei crimini di organizzazioni ormai più potenti di interi stati, delle droghe imperanti, della diffusa pedofilia o dello sfruttamento generalizzato di donne, bambini, uomini… Cos’è cambiato rispetto al passato? Rispetto ad Auschwitz?
Allora certamente ci viene da dire che il “mai più” ripetuto periodicamente come uno stanco mantra suona falso e ridicolo alla stregua dei patetici tormentoni quali “andrà tutto bene” e “usciremo migliori di prima” dall’attuale pandemia. In effetti, se osserviamo senza sdolcinatezze buonistiche, speranze fideistiche e fette di prosciutto sugli occhi non solo i fatti macrostorici, ma pure la viltà, il conformismo, il pecorume dilaganti, il non chiedersi mai il perché delle cose, fino a giungere al minuto comportamento della gente comune che ci sta attorno (vicini di casa, colleghi, amici e parenti), si possono nutrire poche speranze e illusioni sull’umanità. I genocidi nazisti assurti a simbolo assoluto del male e del “mai più” erano uguali a quelli delle epoche precedenti: solo la tecnica e le macchine hanno potuto renderli più numericamente orrendi. Quelli odierni proseguono, nell’ignavia dei potenti (ma anche dei poveracci) della Terra, e anche oggi sono solo i numeri e le proporzioni a essere diversi. Lo scrittore ceco Bohumil Hrabal scrisse: «L’uomo tende a Icaro, ma la merda non vola». Aveva proprio ragione. “Mai più”? È sempre stato e sempre sarà così. Nihil sub sole novum.
Così sembrava che, almeno nel mondo occidentale liberaldemocratico, il rischio di nuovi totalitarismi fosse estinto per sempre e per sempre garantita la libertà di pensiero, di espressione, di stampa. Su LucidaMente Gianluca Sorrentino, in Il dolore del passato in Nora Krug e Aki Shimazaki e in Günter Grass e la sovversione di genere, ha esposto con energia come vari autori abbiano mostrato quali laceranti sensi di colpa abbiano afflitto chi ha scatenato il mostruoso secondo conflitto mondiale e come la speranza fosse davvero quella di cambiare quel mondo che aveva condotto alla carneficina. Ma, come si è detto all’inizio, non è affatto così. Non solo combattimenti militari, colpi di stato, violenze, sopraffazioni, proseguono come e peggio di prima, ma anche in Occidente Un altro totalitarismo è possibile… anzi, c’è già: la rapida trasformazione globalista dei cittadini in pecore durante la pandemia, senza alcuna resistenza, dimostra che non si può essere vaccinati neppure contro nuovi poteri dittatoriali.
Da un lato la crisi dell’informazione, con l’ignoranza e l’analfabetismo incombenti (si vedano Quotidiani, la pirateria passa da Telegram di Edoardo Anziano e il nostro La sparizione delle edicole: un disastro culturale). Dall’altro l’imposizione di un pensiero unico intollerante: Dante era uno sporco fascista (e non solo lui). Mutatis mutandis, viviamo uno squadrismo certo meno rozzo e violento, ma non per questo meno pericoloso di quello che proprio nell’aprile di 102 anni fa compì il sacrilegio di distruggere la sede di un libero quotidiano di partito (Quando l’Avanti! fu incendiato di Mario Curreli). Per fortuna, lo spirito di ribellione è ancora vivo. Giuseppe Licandro ha rinverdito le potenti rivolte del passato rievocando esattamente 150 anni dopo La Comune di Parigi, 18 marzo-28 maggio 1871: quando il popolo prese il potere; Alessia Ruggieri ha intervistato un collettivo che terrorizza gli “sfruttatori” (“di destra” e “di sinistra”) dei lavoratori, denunciando pubblicamente le loro malefatte (Una maschera vi seppellirà: “Il Padrone di Merda” di Bologna). L’auspicio è che si accendino sempre più fuochi di ribellione, nonviolenti ma tenaci, contro soprusi, ingiustizie e nuove dittature, dall’apparenza buonista e soft.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 184, aprile 2021)
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Gennaio-Febbraio 2021 (nn. 181-182) – Se questa è scienza… la rivincita degli umanisti
Nel corso della lunghissima emergenza Covid, Oms, biologi, epidemiologi, medici, hanno mostrato e stanno palesando confusione, contraddittorietà e impotenza
Che figuraccia miserabile! Nell’ultimo anno i cosiddetti scienziati hanno svelato tutta la loro impotenza – ignoranza è un termine troppo forte? – di fronte all’epidemia da coronavirus. Dai biologi agli specialisti in malattie dell’apparato respiratorio, dai virologi agli pneumologi, dagli epidemiologi ai virologi… Tutti, con le loro affermazioni scientifiche in continuo contrasto e divenire tra loro, con la loro presenza soffocante presso i media, con le loro comparsate televisive, sono riusciti a trasformare la pandemia in una infodemia.
In combutta coi maggiori mezzi di informazione, l’effetto certo delle loro parole è stato quello di danneggiare psicologicamente una popolazione che non aveva certo bisogno di passare dalla giustificata apprensione all’ansia e alla depressione. Dalla mascherina ai guanti, dalla letalità ai provvedimenti da assumere, dalla gravità o meno del morbo alle modalità di diffusione, dalle competenze sanitarie alle fasce d’età colpite o quasi immuni, dai lockdown alla situazione delle strutture ricettive ospedaliere, dai tamponi alle statistiche, dai malati da curare a casa o da intubare con danni permanenti, dalla contagiosità alle varianti, è stato tutto un macabro quanto contraddittorio balletto. E meno male che la scienza è oggettiva! Ciò che è certo sono le speculazioni economiche, soprattutto coi vaccini (vedi Pfizer: dal vaccino Covid ricavi per 15 miliardi e utile netto del 25-30%). Persino peggiore è stato il comportamento della massima organizzazione sanitaria sovranazionale, l’Oms, complice della Repubblica popolare cinese nel celare l’eziologia del male, nell’imbrogliare sui tempi, nel negare la gravità della situazione. Per non dire delle affermazioni confuse e dei provvedimenti tardivi. L’ignoranza degli “esperti” è risultata inferiore solo alla loro spocchia.
Allora, forse sono molto migliori i filosofi, i poeti, i romanzieri, gli umanisti, che, se non altro, tanto male non fanno. E ancora dirigono la propria attenzione e sensibilità verso la persona, il mistero della vita, la natura e la sua sacralità. Dolore verso i morti. Pietà e sostegno ai malati e alle loro famiglie. Indagare sulle cause. Porsi delle domande sul modello globale di sviluppo e sulla stessa globalizzazione e, soprattutto, sulla cieca e folle ideologia globalista. Combattere la logica capitalista e neoliberista del profitto che ha smantellato la precedente sanità pubblica statale. Tutto questo è umanità, umanesimo, spirito critico. Nel match che dura da circa due secoli tra cultura scientifica e cultura umanistica – e soprattutto tra una tecnologia senza limiti morali e il povero essere umano (leggi La tecno-scienza e la malattia del Vecchio Continente) – questa puntata è stata vinta dalla seconda. E sperando che la miriade di vaccini non causino ulteriori orrori. Di tali questioni si è occupata a tutto campo la nostra rivista. Dora Anna Rocca si è posta l’obiettivo di informare i lettori con Vaccini contro il coronavirus: fare chiarezza.
Edoardo Anziano ha analizzato il problema dell’accesso civico agli atti e della possibilità di avere dati più raggiungibili sul contagio (Così la trasparenza muore di Covid). Questione che si collega in qualche modo anche allo strapotere della Rete e di chi la gestisce. Sempre Anziano, infatti, in Il ban di Trump è un pericolo per la democrazia, ha approfondito la questione dell’eliminazione dell’ex presidente Usa dai social media, accolta come una liberazione; in realtà è un precedente drammatico che potremmo pagare in futuro. Il che si connette, più in generale, con altre controversie sempre attuali: la globalizzazione, i suoi vincitori e le sue vittime, le elite e gli sfruttati, la ribellione populista e sovranista. Trovate alcune nostre provocatorie riflessioni in Fascioprogressismo, fascioglobalismo, fasciofemminismo…: nella fase storica odierna chi incarna maggiormente l’archetipo, più o meno veritiero, del fascismo? In Fast fashion, la rivoluzione green è ancora lontana sempre Anziano denuncia che, nonostante gli impegni assunti, l’impatto ambientale della moda “veloce” è tuttora molto alto; e le multinazionali continuano a puntare ipocritamente su campagne di greenwashing. In Populismo e democrazia Valerio Mirarchi è tornato a trattare un argomento sempre attuale: le varie categorie del movimento e i rischi della semplificazione della realtà e della deriva maggioritaria. Il rapporto di Acs Italia, che fornisce un dettagliato resoconto delle violenze compiute nel mondo contro una religione oppressa in molteplici Stati e sempre più di frequente, è stato esposto da Paolo Marraffa nel suo “Libera i tuoi prigionieri”, un grido contro la persecuzione dei cristiani.
Ora, in maniera molto sintetica, ricordiamo dischi, film, libri, fumetti, segnalati da LucidaMente. Partiamo, per ovvie ragioni geografiche, da Bologna e la sua piazza Maggiore: i segreti della cornice del nuovo videoclip di Vasco Rossi: curiosità e aneddoti sul centralissimo simbolo del capoluogo emiliano raccontati dalla guida turistica Patrizia Gorzanelli, e con L’isola delle Rose, l’utopia dell’ingegnere visionario è diventata un film (la pellicola, trasmessa da poco su Netflix, porta alla ribalta una realtà sconosciuta ai più: il progetto di indipendenza dallo Stato italiano ideato negli anni Sessanta da Giorgio Rosa). Entrambi i servizi recano la firma di Emanuela Susmel. Altro materiale filmico consigliato. Da Isabella Parutto Death to 2020: l’irriverente “mokumentary” di Netflix: dalla penna dei creatori di Black Mirror, il finto documentario che analizza – e deride! – uno degli anni più complessi della storia recente. Dallo scrivente Ma The Girlfriend Experience sembra un film di Lynch: la serie tv, che si avvia verso la terza stagione, è di pregevole qualità per la fredda raffinatezza delle immagini, per l’atmosfera cupa e avvolgente e per la mancanza di ipocriti moralismi. Da Arianna Mazzanti Col video Polvere Antonio Scarcia denuncia il vile reato dell’avvelenamento dei cani: un cortometraggio per provare a fermare un crimine particolarmente abietto, subdolo e ripugnante, che colpisce di continuo, nell’indifferenza generale.
In tre nostri articoli abbiamo personalmente consigliato la lettura di alcune splendide opere letterarie: L’amore estremo delle donne, la viltà maschile: una tematica al centro di molti romanzi (ad esempio, in Werfel, Simenon, Kundera, Maurensig); I passerotti di Svevo: nel bel racconto Una burla riuscita lo scrittore triestino inserisce nel testo principale alcune incantevoli favole con protagonisti i graziosi volatili; La narrativa esotica di Simenon: forse pochi conoscono una sezione davvero inaspettata della sua sterminata produzione, che si colloca sulla scia dei “maledetti” classici del genere, da Conrad allo stesso Céline. Infine un fumetto, fattoci conoscere da Gianluca Sorrentino: L’arte del sushi, il fumetto sul cibo trendy alla conquista del mondo: con la sua creazione, edita da Star Comics, l’autore e illustratore francese Franckie Alarcon ci conduce in un viaggio speciale e pieno di passione e socialità, tra la tradizione e la modernità che caratterizzano la succulenta pietanza giapponese.
Le immagini: a uso gratuito da pixabay.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 182, febbraio 2021)