La raccolta degli interventi del direttore nel secondo trimestre dell’undicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Giugno 2016 (n. 126) – L’Europa s’è desta! Si desterà l’Unione europea?
Il Vecchio Continente preso alla sprovvista da Brexit ed Europei di calcio
«C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d’antico». Si potrebbero usare i versi de L’aquilone di Giovanni Pascoli per commentare i risultati del referendum britannico sull’uscita dall’Unione europea, tenutosi ieri, giovedì 23 giugno. Anche perché oggigiorno quasi nessuno conosce il grande poeta romagnolo e tanto meno la sua bellissima poesia.
Una perdita della propria cultura, della propria arte, dei propri valori e princìpi, delle proprie tradizioni, che, insieme a tante altre motivazioni, sta alla base del fatto che la maggioranza dei britannici non voglia più sentire parlare d’Europa. E, se agli altri popoli sarà offerta la possibilità di votare ed esprimersi liberamente, essi decideranno allo stesso modo. Ecco tutti i commentatori politici ed economici dell’establishment a cercare spiegazioni complicatissime e a dire che hanno votato l’uscita solo irrazionali, nostalgici, vecchi e periferici. Invece, lo hanno fatto soprattutto i ceti popolari, ormai da decenni abbandonati da Unione europea e sinistre e senza più welfare, visto che molte preziose risorse vengono destinate a migranti e presunti profughi… gente spesso non proprio “integrata” e pacifica, no?
E, ovviamente, si sono ripetuti i soliti insulti all’“estrema destra populista, nazionalista, xenofoba, anti immigrazione” o, addirittura, “neofascista”. Come, dopo la disfatta alle recenti elezioni amministrative del 19 giugno, i ciechi e sordi esponenti del Partito democratico non hanno capito i motivi della sconfitta, in quanto troppo lontani dalla povera gente, così i grandi potentati europei non comprendono (o fingono di non comprendere) la vittoria della Brexit, un evento che potrebbe diventare “storico”, soprattutto se innescherà un processo “a catena” (vedi, di Nancy Calarco, Brexit, quanta paura fai all’Europa).
Una modesta domanda. Perché il ceto medio-basso e quello che una volta si chiamava “proletariato” (e oggi neanche si può classificare così, visto che, per mancanza i soldi, non mette più al mondo figli) dovrebbero votare come votano i banchieri, le multinazionali, gli speculatori finanziari, gli euroburocrati, i ciechi buonisti, i cattocomunisti e compagnia bella? Perché dovrebbero accettare di recarsi alle urne con una pistola puntata sulla tempia (“se voti remain, le borse ti premiano; se voti exit, ti distruggono”)? Se davvero si vuol salvare l’Unione europea, occorre che essa sia completamente rifondata, anche con nuovi trattati, e che abbia come scopo principale la difesa dei propri cittadini, del proprio stile di vita, della propria cultura, delle proprie religioni.
Non crediamo che ciò avverrà. I potenti d’Europa sono come quel cavaliere ironicamente narrato da Francesco Berni nella sua versione dell’Orlando innamorato: «In tanto il pover uom non s’era accorto / che andava camminando ed era morto». O, meglio, come Il cavaliere inesistente di Italo Calvino. Continuano, la Merkel e Renzi, Mattarella e Napolitano, a emettere i soliti logori biascichii e continuano a fare la voce grossa, come se avessero dalla loro parte la stragrande maggioranza degli europei, mentre ormai, pur unendo in maniera innaturale nelle “grandi coalizioni” partiti socialisti-ex comunisti e popolari-democristiani, sono ormai minoranza anche elettorale, oltre che ideale.
Del resto, che un “fantasma si aggiri per l’Europa”, lo si è visto anche da come sta procedendo il campionato europeo di calcio, in corso di svolgimento in Francia. Dopo la prima fase a giorni, davvero assurda (dato che, delle 24 squadre ammesse alla fase finale, solo otto sono state eliminate), è spuntato uno strano tabellone degli ottavi, nel quale da una parte stanno le deboli (o presunte tali) come Croazia, Galles, Irlanda del Nord, Polonia, Ungheria, e dall’altre parte le “forti” o, perlomeno, favorite (Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Spagna), costrette a incontrarsi tra loro. Per non dire che per la prima volta conoscono il sapore della gloria nazionali come Irlanda, Islanda e Slovacchia. Uno scherzo del destino e non un errore pacchiano degli organizzatori, come qualche giornalista ha affermato. Che responsabilità hanno le “piccole” se molte big sono arrivate seconde nei propri gironi e, quindi, sono costrette a battersi tra loro? E l’Italia? In genere, la nostra nazionale di calcio si esalta se nessuno crede in lei e se parte sfavorita, mentre perde se è data vincente e gioca con una nazionale più debole. Ieri si è svolto il referendum, domani cominceranno gli ottavi di finale. Noi chiudiamo questo editoriale proprio in mezzo ai due eventi. Sapranno i lettori come sarà andata a finire.
Siamo stati “lunghi”. Ci resta pochissimo spazio per ricordare qualche articolo pubblicato su LucidaMente di giugno. Chi vi scrive ha parlato di Quel rutto di Cassius Clay, anzi Muhammad Ali: davvero il pugile musulmano più famoso del mondo fu un “eroe positivo”? Oriana Fallaci ne tracciò un ritratto ben diverso dall’agiografia conformista imperante. Inoltre, abbiamo segnalato un romanzo tra cronaca e invenzione, tra narrativa e denuncia sociale: Il caso Carlo Sabattini (Il Fiorino) della scrittrice modenese Nunzia Manicardi (Gli inquinatori e l’ecologista “matto” nella provincia “rossa”).
Relativamente all’attualità politica e sociale, ancora la Calarco ci ha scritto un reportage da Roma sull’evento che ha aperto la manifestazione Forum Pa, Jeremy Rifkin e i nuovi modelli di amministrazione: una conferenza del celebre studioso. Antonella Colella ha analizzato Il lungo intreccio mafia-società-politica, recensendo il libro Storia dell’Italia mafiosa (Rubbettino Editore) di Isaia Sales, che indaga gli intrecci tra organizzazioni criminali e politica italiana, dalla loro nascita ai nostri giorni. Franco Ecchia ci ha offerto alcune riflessioni sulla consultazione diretta di ottobre sulla riforma costituzionale (A proposito di referendum…). Altro reportage, stavolta da Lamezia Terme, di Dora Anna Rocca, sull’incontro degli studenti locali con un noto campione albanese di basket, esempio di forza e capacità di riscatto per tanti giovani (Klaudio Ndoja, “Il Gladiatore”, a Lamezia).
Ampio spazio è stato dedicato ad alcuni lavori d’esordio degli allievi che hanno frequentato il nostro 7° Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva tenutosi a Bologna tra aprile e giugno 2016. Altri loro scritti saranno pubblicati nei numeri di luglio e agosto di LucidaMente. Francesco Nardi, relativamente all’evento calcistico cui abbiamo sopra accennato, ci ha parlato delle misure straordinarie adottate in Francia per far fronte a possibili attentati terroristici di matrice islamica (Europei di calcio: problema sicurezza). Matteo Da Fermo ha omaggiato un grande campione di calcio, appena ritiratosi (L’ultimo canto di Luca Toni).
Martina Melis ha sciorinato dati che smentirebbero il comune sentire sull’immigrazione e la necessità di innalzare barriere (Migranti e profughi: i numeri dell’“invasione”). Silvia Precone ha analizzato, in Gomorra, il fascino del male, la seguitissima serie noir ideata da Roberto Saviano e realizzata da Stefano Sollima, e il “rischio-emulazione”. Liliana Siniscalchi ha ascoltato per noi il messaggio libertario e la denuncia delle ingiustizie sociali contenuti nel nuovo album di Zucchero (Il gatto nero del partigiano reggiano). Infine, Claudia Serra ha intervistato un poliedrico artista sardo, residente a Bologna (Alberto Masala, l’importanza della musica nella poesia).
Concludiamo questo lunghissimo editoriale di un altrettanto ricco numero della nostra rivista, segnalandovi la pubblicazione di una narrazione struggente e umanissima di Roberto Aldrovandi, che ci ha portato in giro per l’Europa centro-orientale (Alla ricerca delle spoglie dello zio morto nel lager), e di cinque raffinate poesie inedite di Margherita Versari, tra intimità e assoluto («Un geroglifico di note»).
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 126, giugno 2016)
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Maggio 2016 (n. 125) – Quasi… consigliere comunale!
Il ragguaglio di un minimandato e, per le prossime amministrative del 5 giugno 2016, l’appoggio della nostra associazione alla lista civica Bologna Viva. Inoltre, un doveroso tributo a Marco Pannella
Quasi sindaco. Politica e società a Bologna 2008-2010è un simpatico quanto amaro libro (Diabasis, 2010) di Gianfranco Pasquino. In esso il celebre “politologo” narra una propria personale avventura politica: la candidatura a sindaco della città felsinea nel 2009 con la lista civica “Cittadini per Bologna”. Anche se il tono è ironico, il professore svela molti sgradevoli aspetti del sistema di potere politico-sociale imperante nel capoluogo emiliano: una costellazione di associazioni, cooperative e interessi personali che ruota attorno al Partito democratico.
Usando analoga ironia, potrei intitolare Quasi consigliere comunale la mia personale esperienza politica. Alle elezioni comunali del 2011 (quelle del dopo commissariamento Cancellieri della Giunta Delbono), sono stato candidato come rappresentante radicale-socialista-libertario nella lista civica di ispirazione socialista “Laici socialisti riformisti per Bologna” (Rosa per Bologna) al Consiglio comunale e al Consiglio del Quartiere San Vitale. Raccolte, nel complesso, circa duecento preferenze, non sufficienti per essere eletti “al primo colpo”. Tuttavia, nel febbraio 2015, subentrando al collega Antonello De Oto, dimessosi, sono stato nominato consigliere del suddetto quartiere bolognese. Cosa posso raccontare del mio anno e mezzo di mandato?
Doverosi i ringraziamenti. Oltre ai cittadini che mi avevano votato e a quelli che mi hanno contattato per esporre problematiche, per incoraggiarmi e sostenermi, alla presidente Milena Naldi e a tutti i consiglieri di tutti i gruppi politici (Centrosinistra, M5s, Centrodestra e Gruppo misto), che, avendo come priorità il bene dei cittadini, in più occasioni hanno votato all’unanimità le delibere del Quartiere con sano pragmatismo, superando ogni strumentale contrapposizione “partitica”. Son felice di poter dire che sono stato presente al 100% delle riunioni del Consiglio di Quartiere, più svariate partecipazioni a varie commissioni ed eventi.
Sono stato di continuo al completo servizio dei cittadini. Come da discorso di insediamento, ho sempre votato basandomi sui valori della lealtà, della mia coscienza e della libertà, quindi talvolta anche astenendomi o votando contro le indicazioni del gruppo consiliare di appartenenza. Quattro sono stati i miei interventi di inizio seduta (Insediamento; Mutilazioni genitali femminili; Testamento biologico regionale; Caso malaburocrazia, solidarietà al professor Rho; inoltre, richiesta di un ricordo e di un minuto di raccoglimento per la morte di Gianroberto Casaleggio). Ho prodotto un ampio dossier sui problemi del traffico e della sicurezza stradale nel rione Cirenaica. Svariati sono stati i miei interventi nel corso delle sedute del Consiglio.
Dopo questo bel discorsetto, tutti penseranno che intenda ricandidarmi. Invece, ecco la sorpresa. Nonostante l’invito della lista civica d’ispirazione socialista “Bologna Viva-Il futuro è adesso” e di un’altra, come ribadito più volte in pubbliche occasioni, non mi ripropongo alla prossima tornata amministrativa del 5 giugno 2016. I motivi sono tanti, difficili da riassumere. Motivi generali. Penso che ciascun cittadino non debba svolgere più di uno-due mandati.
Ritengo che gli “over” debbano lasciar spazio ai giovani, più entusiasti e idealisti. Motivi individuali-politici. Sono persona fuori dagli schemi e dalle ideologie, poco incline alle manovre politiche (non parliamo neanche poi di quelle “di potere”), amo la libertà e sono individualista e “disobbediente” dalla nascita, fuori da ogni schema. Motivi personali. Ho più attività (didattica, editoria, pubblicistica, ecc.) e interessi (cultura in generale) che non riuscirei a conciliare con un ulteriore impegno politico. Non nascondo nemmeno che un libertario come me, col mio carattere anticonformista, spesso si è sentito come un pesce fuor d’acqua entro le istituzioni, e sono stato sveglio quel poco che basta per distinguere i politicanti dai politici. Sebbene non mi vadano bene neppure questi ultimi, e ritenga che un eletto debba essere solo un cittadino al servizio degli altri.
E alle prossime elezioni comunali? Se non altro perché, per la suddetta lista “Bologna Viva-Il futuro è adesso” sono candidati Nicola Marzo e Carmela Carnevale, rispettivamente presidente e tesoriera dell’Associazione LucidaMente, che edita la nostra rivista, ecco il ticket che propongo ai lettori, pur mantenendo amicizia e dialogo con tutte le altre aggregazioni politiche di qualsiasi orientamento. Come del resto, mi impone il mio spirito aperto e la mia professione di pubblicista e direttore del nostro mensile telematico. Maria Daniela Zavaroni ha appunto intervistato Marzo in “Bologna Viva”: una lista neonata verso il voto del 5 giugno. Prestate attenzione alle sue proposte. Grazie a tutte e a tutti.
Il presente editoriale ha mutato forma venendo inserito in un numero EXTRA (34) di LucidaMente realizzato in tutta fretta poiché lo scorso 19 maggio è venuto a mancare uno degli ultimi uomini politici di alto profilo, cui ero personalmente legato per affinità ideali e morali. Gli abbiamo dedicato due articoli. Uno vergato da Nancy Calarco proprio davanti alla casa di cura nella quale il leader si è spento (Marco Pannella, il “disobbediente civile”); l’altro è una ripresa di un ritratto che ne ha fatto Valter Vecellio (Il fascino, la virtù e la forza di Marco Pannella) nella sua Biografia di un irregolare (Rubbettino). In più, anche I socialisti bolognesi onorano Pannella: una figura che incarnava idealità antiche e moderne, ma sempre vitali per la democrazia e la libertà.
Nel consueto numero mensile della nostra rivista il focus principale era stato posto sull’alterazione e sulla metamorfosi peggiorativa del nostro tradizionale quadro politico-sociale. Ne ho parlato io stesso partendo dal forte incremento elettorale in tutta Europa di nuovi partiti politici “antisistema” dovuto anche a una sinistra che non difende più gli interessi generali dei cittadini (Il crepuscolo dei diritti sociali). Al riguardo, Marco Poli ha fornito una motivazione: esistono molti più beneficiari che tassati… e gli stranieri assistiti sono questione non secondaria (Welfare? Non ci sono più i soldi!). Giuseppe Licandro ha collegato il mancato raggiungimento del quorum nel referendum “antitrivelle” del 17 aprile, altro segnale negativo del disinteresse per la politica di tanti elettori italiani (avanza il piano Gelli?), a Il tramonto della democrazia.
Il malessere sociale dei lavoratori, sottoposti a ritmi disumani e con perdita della dignità, è stato esposto con toni accorati da Carmine Naldi (Sanità: operatori spremuti come limoni); ma se, grazie ai loro notevoli sacrifici, tutto va bene, il merito se lo prendono dirigenti e burocrati. L’altra faccia della medaglia è quella raccontata da Gabriele Bonfiglioli: sono sempre di più i dipendenti pubblici “scorretti” che vengono scoperti, ma pochi finiscono per pagarla davvero (L’Italia dei fannulloni).
Sul versante più “culturale”, ricordiamo le riflessioni di Vittorio Russo, che ha argomentato sull’ipotesi che, dopo secoli di stereotipi e discriminazioni, la teoria di genere possa finalmente aprire nuovi spazi di libertà (Maschile, femminile e neutro: questione di “gender”). Ancora la Calarco ci ha ricordato un sistema didattico dal successo globale, che, però, in Italia non ha la stessa popolarità (Metodo Montessori: l’abbiamo dimenticato?). Emanuela Susmel, recensendo il saggio di Russ Roberts Come Adam Smith può cambiarvi la vita (Edizioni Add), ci ha spiegato Il segreto di una buona vita? Uno “spettatore imparziale”. Compiendo il “reato” di autocitarci, vi segnaliamo che è uscita da pochi giorni la terza edizione, riveduta e aggiornata (per i caratteri di Rubbettino), del saggio sul saper scrivere bene elaborato dal sottoscritto insieme a Bottega editoriale. Vera Gheno, della prestigiosa Accademia della Crusca, ne ha scritto la Prefazione, cha abbiamo riportato in Manuale pratico di Scrittura? È già Nuovo! Infine, abbiamo “eletto” il video del mese: diverte, commuove, fa fantasticare il coloratissimo videoclip di Blooming, brano tratto da Supernova, secondo cd di una eclettica musicista (vedi La versatilità musicale di Capvto). Al mese prossimo.
Nota: Secondo quanto riportato dai quotidiani il Giornale e Libero, la signora Sumaya Abdel Qader, vicina ai Fratelli musulmani, ha nel proprio team di supporto alla campagna elettorale il cognato Issam Kabakebbji, nel 2008 arrestato e condannato per coltivazione e spaccio di marijuana. Inoltre, in una foto Issam compare assieme a Tarek al-Swaidan, il predicatore al quale è stato recentemente vietato l’ingresso in Italia per radicalismo. Infine, sempre secondo la stampa sopracitata, la madre della signora Sumaya, Zubayda Khalil, posta sul proprio profilo Facebook decine di immagini inneggianti alla Jihad, alle brigate Ezzedin al-Kassam e ad Hamas.
Rino Tripodi
(LM EXTRA n. 34, 19 maggio 2016, Speciale scomparsa di Pannella, supplemento a LucidaMente, anno XI, n. 125, maggio 2016
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Aprile 2016 (n. 124) – Dal vivo e “sul campo”
Scandalo Basilicata e referendum trivelle; Bruxelles, Francia, Egitto, Tunisia, India…
Forse la modalità migliore per avere un quadro del presente il più vicino possibile alla realtà è quella della cronaca, del reportage, del servizio dal “vivo” sul campo. Nel presente numero di LucidaMente, i commenti, tipici di una rivista di approfondimento quale la nostra, sono stati surclassati da una serie di articoli “caldi” e significativi.
Due paesi, il Belgio e la Francia, che recano ancora ben visibili sulla propria pelle le cicatrici degli attentati “di matrice islamica” subiti a raffica. Un’esordiente, Nancy Calarco, ci ha inviato due reportage. Il primo da Bruxelles dopo la strage: come vive la capitale belga dopo gli attentati del 22 marzo? Tanti gli interrogativi e i dubbi: che fare? Il secondo da una “tranquilla” cittadina della Borgogna, sconvolta dalle “scorrerie” di “cittadini francesi” sventolanti la bandiera algerina (“Les arabes” di Montceau: un “normale” pomeriggio di paura). Restando all’estero, ma pur sempre nell’ambito delle problematiche “islamiche”, abbiamo ricevuto una lettera da parte di un lavoratore italiano che ha soggiornato per qualche giorno entro una realtà violenta, rischiosa, quanto “surreale” (Oltre Regeni: cos’è l’Egitto per gli stranieri) e abbiamo ospitato un appello firmato da decine di associazioni e personalità italiane, che denunciano le violenze e le discriminazioni sui gay in un paese islamico considerato “moderato” e che chiedono provvedimenti governativi (La dura vita degli omosessuali in Tunisia).
Di diverso tenore è l’intervista che lo scrittore Vittorio Russo ha rilasciato in esclusiva a Margherita D’Amico, narrando passioni ed emozioni legate alla magia di una terra lontana e controversa (Quando l’India entra nel cuore). Un amore per il subcontinente asiatico che abbiamo ritrovato pure nei racconti di Nicola Tenani Le fate del Travancore, pubblicati da Edizioni dell’Eremo (Storie di donne nella lontana India).
E la nostra Italia? il tema del momento è “trivellopoli” e, ad esso in qualche modo collegato, è il referendum del prossimo 17 aprile sulla durata delle trivellazioni entro 12 chilometri dalla costa. Secondo i promotori, un’occasione per far cambiare rotta al nostro sistema energetico. Giuseppe Licandro ci ha chiarito meglio di cosa si tratta (Un “Sì” in difesa del mare). Abbiamo dato spazio alla richiesta da parte di Sinistra italiana di una Commissione d’inchiesta sul “caso Basilicata” in merito a gestione di petrolio, traffico di rifiuti e operato Eni: «Una gigantesca questione morale, un perverso intreccio tra gli affari e la politica». E, restando in Basilicata e ritornando al discorso dei reportage e delle denunce dal e sul territorio, per l’occasione abbiamo “ristampato” alcuni articoli usciti circa cinque anni fa sul nostro mensile.
Mafia, inquinamento, disinformazione, mobbing: Andrea Spartaco ha raccontato in un’ampia intervista le proprie esperienze di reporter, le battaglie intraprese in difesa dell’ambiente, le intimidazioni e le ritorsioni subite (Dossier di un giornalista sull’“amara Lucania”). Lo stesso giornalista, ex redattore di LucidaMente, ha realizzato al riguardo cinque drammatici documentari (Amara Lucania: le ecomafie denunciate in video da Andrea Spartaco). Il segretario dei radicali lucani, Maurizio Bolognetti, ha invece scelto l’arma del libro: La peste italiana. Il caso Basilicata. Dossier sui veleni industriali e politici che stanno uccidendo la Lucania (Reality Book). Ne abbiamo pubblicato la Prefazione di Carlo Vulpio in Piccola, bella, ma massacrata da inquinamento e veleni. C’è da chiedersi: in questi cinque anni, nessuno ha visto e s’è accorto di quello che stava avvenendo nella piccola regione meridionale?
Nello scorso editoriale ve le avevamo promesse. Ecco le nostre personali considerazioni a margine di Dialoghi erotici mai iniziati: Niente sesso, siam italiani (e bolognesi). Ovvero: ci siamo davvero liberati di bigottismo e ipocrisia? E, forse collegata, è la questione Teoria gender sì, teoria gender no. Ne abbiamo trattato recensendo un documentato libro autoprodotto dai cattolici Aurelio Pace e Carlo Di Pietro, che denunciano il tentativo di imporre una nuova ideologia politically correct. Vi abbiamo segnalato anche due insoliti eventi lombardi. Del ciclo espositivo Die Kunst und das Unheimliche, ospitato presso C|E Contemporary, ci ha parlato Gabriele Bonfiglioli con L’inquietante fascino del perturbante (Milano, fino al 31 agosto 2016); del Festival del Volo, in scena nell’esclusiva cornice di Villa Mirabello all’interno del Parco della Reggia, ci ha detto tutto Francesco Tavella grazie all’ampio Aerostati e mongolfiere, che passione! (Monza, fino al 25 aprile 2016).
Concludiamo con i doverosi omaggi a due personalità geniali, scomparse il mese scorso: il camaleontico, ironico, bizzarro, Paolo Poli, attore indimenticabile, e un virtuoso tastierista. Un musicista che, con Lake e Palmer, ha fatto sognare milioni di fan, dando dignità “classica” alla musica rock (Ricordando Keith Emerson… di Franco Franchi).
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 124, aprile 2016)