La raccolta degli interventi del direttore nel primo trimestre del decimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Marzo 2015 (n. 111) – 4, 8 e 27
Un numero quanto mai ricco di rievocazioni, interviste, inchieste, da leggere dal primo all’ultimo servizio
Si può dire che di questo mese LucidaMente abbia segnato sul calendario tre giorni: il 4, l’8 e il 27. Tre ricorrenze, note, meno note, quasi ignote, che la nostra rivista non ha dimenticato, trattandole a modo suo, con spirito libertario, antidogmatico, anticonformista, in un numero ricchissimo di articoli originali ed esclusivi. Eccole, in ordine “cronologico”.
Esattamente dieci anni fa, il 4 marzo 2005, a Baghdad veniva ucciso l’agente del Sismi che aveva appena liberato Giuliana Sgrena, la giornalista rapita dagli jihadisti. Due le versioni contrastanti su ciò che accadde lungo la Route Irish. Ce ne ha parlato Giuseppe Licandro in Nicola Calipari, la morte di un eroe: un caso irrisolto. Lo scrittore Lucilio Santoni ha avuto l’ardire di contestare l’8 marzo, festa delle donne o del potere?: in effetti, la sopraffazione e la violenza economica e sociale sembrano essere divenute la bussola di ogni rapporto umano. Chi scrive è risalito, invece, a un periodo tragico della nostra Storia con Bologna 1945: i comunisti ammazzano (anche) i comunisti. Infatti, il 27 marzo di settant’anni fa veniva assassinato Fausto Atti: un delitto misterioso, sul quale abbiamo sentito l’omonimo nipote della vittima.
Vari sono stati gli approfondimenti e le inchieste su delicati temi. Ecco i servizi di tre esordienti su LucidaMente, partecipanti alla quinta edizione del nostro Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva. Camilla Marchioni ha affrontato la questione della Cannabis: al via la coltivazione in Italia. Innumerevoli appaiono i vantaggi della marijuana terapeutica, ma la liberalizzazione è ancora lontana. Federica Mascetti ci ha parlato de I Fondi europei nel Belpaese: si può uscire dall’impasse? Spesso criticato come sperpero di risorse, l’utilizzo dei finanziamenti Ue è uno specchio del sistema-Italia. Manuele Franzoso ha indagato su Il servizio sanitario regionale in Emilia-Romagna, evidenziando luci e ombre di un modello sanitario tra i primi in Europa, con buone prestazioni, alti costi per i cittadini, lauti premi per i manager. Collegata come tema è la lettera aperta del Psi felsineo per un’amministrazione “partecipata” e per il dialogo su Bologna, il nodo delle farmacie comunali.
Sempre sul tema salute e, in particolare, disabilità gravissime, coma e malattie terminali, abbiamo ricevuto e pubblicato anche altri contributi “esterni”. Quello di Fulvio De Nigris, direttore del Centro studi per la ricerca sul coma “Gli amici di Luca”: Bene eutanasia, meglio ancora vivere e assistere. E le Due lettere al potere politico sul fine vita inviate da LiberaUscita, nota associazione per il diritto di morire con dignità, a ministri e commissioni per sbloccare l’annosa questione dei testamenti biologici. Antonio Tripodi, dopo aver approfondito nel suo primo articolo la figura storica di Gesù, ha completato le sue riflessioni su Il lato negativo delle religioni monoteistiche 2: Paolo di Tarso e l’invenzione del cristianesimo, rileggendo in maniera critica la figura dell’apostolo, con osservazioni su estremismi, persecuzioni e crocefissioni. Ennesima intervista-scoop della nostra Dora Anna Rocca: Alberto Angela e le sue avventure. Il noto paleoantropologo e volto televisivo della cultura rivela al nostro periodico curiosità su di sé e sulla complessità del suo mestiere. Nella seconda parte di un’altra intervista Maria Daniela Zavaroni ha prestato ascolto allo scrittore fondatore della corrente letteraria “Fact-Finding Writing”: Le riflessioni di Giovanni Nebuloni sulla scrittura conoscitiva 2.
Nell’ultimo paragrafetto di questo editoriale ci rivolgiamo ai lettori affinché partecipino e sostengano alcune iniziative. Sono ancora aperte le iscrizioni a due nostre proposte didattiche (e divertenti), che si terranno entrambe, da aprile, a Bologna, presso le strutture di Unci Formazione (via Cincinnato Baruzzi 1/2): il Laboratorio di scrittura scenica, docente l’attrice e autrice Alessandra Merico, diplomata all’Accademia internazionale di Teatro di Roma, e la sesta edizione del Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva, diretta dal sottoscritto. Infine, garantiamo sull’iniziativa benefica e solidale dell’associazione no profit Orphan House (Un aiuto ai piccoli cambogiani), che sostiene i bimbi del paese asiatico affinché abbiano un ricovero e frequentino la scuola (vedi il bel documentario Un mese in Cambogia, interamente realizzato dagli allievi dell’Istituto Aldini-Valeriani di Bologna). Diamo tutti un piccolo contributo! Soldi ben spesi!
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 111, marzo 2015)
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Febbraio 2015 (n. 110) – I barbari del XXI secolo
A Roma i “tifosi” olandesi si accaniscono sulla “Barcaccia” dei Bernini, a Mosul i tagliagole dell’Isis sulle vestigia dell’antichissima Ninive
In attesa che i fanatici dell’Isis, che già hanno occupato parte della Libia, arrivino a Roma, ci hanno pensato gli hooligan del Feyenoord, titolatissima squadra di calcio nederlandese, a darci un assaggio di barbarie, coi danni inferti alla Fontana della Barcaccia (1629) di Pietro e Gian Lorenzo Bernini, sita nella celebre piazza di Spagna.
L’odio verso la cultura, verso l’arte, verso la bellezza, accompagna da sempre i barbari, che non concependola, la distruggono. Nel proprio inconscio, la invidiano, ne sono terrorizzati, la odiano. Così i jihadisti, dopo aver abbattuto le statue del Buddha di Bamiyan in Afghanistan e mausolei (anche islamici) e libri a Timbuctù in Mali, e tante oltre opere d’arte e biblioteche in ogni luogo siano arrivati, hanno commesso un ennesimo crimine contro l’umanità. Infatti, a Mosul, si sono permessi di devastare le mura e le statue millenarie (o le loro copie) risalenti alla civiltà di Ninive, centro culturale mesopotamico e capitale assira tra il 704 e il 612 a.C. Cosa si può dire di fronte a tale scempio? Poco o nulla. Chiariamo però un aspetto fondamentale: prima che arrivassero gli europei a riportare alla luce le antiche civiltà egizie, assiro-babilonesi, persiane, ecc., la “grande cultura islamica” non aveva fatto nulla al riguardo. Perché? I musulmani non si sentono, come noi, eredi di Greci, Romani, Normanni, Svevi, insomma dei popoli che hanno abitato e civilizzato il nostro territorio, ma disconoscono le antiche civiltà sorte in Nordafrica e nel Medio Oriente, in quanto preislamiche. Del resto, gli invasori venivano dall’Arabia, dove c’era solo deserto. Secondo l’islam, ogni oggetto che raffiguri il bello va cancellato, quindi anche la cultura di riferimento.
Il fanatismo accompagna la storia dell’umanità e forse era solo un’illusione l’idea che essa fosse “progredita”. E forse i danni più gravi li commette quello religioso: in questo numero di LucidaMente si veda la nostra amarissima satira Basta terrorismo (solo islamico)! e la prima parte di una riflessione di Antonio Tripodi sul cristianesimo alla luce di alcuni aspetti che lo pongono in parallelo con l’islam (Il lato negativo delle religioni monoteistiche 1: la falsificazione di Gesù). Meglio passare ad altri articoli, più “positivi”. Maria Daniela Zavaroni ci invita a guardare in alto perché le notti dei prossimi mesi promettono di regalare fenomeni e spettacoli astronomici davvero insoliti ed emozionanti (Le meraviglie del cielo nel 2015). Dora Anna Rocca ci ha regalato una vivace intervista, ricca di aneddoti (Gegè Telesforo e la passione per il jazz). Emanuela Susmel, attraverso la recensione libraria del romanzo Ciò che inferno non è (Don Puglisi secondo D’Avenia), ha rievocato speranze e tormenti vissuti dal coraggioso sacerdote palermitano durante l’estate del suo assassinio.
Infine, due comunicazioni “personali”. Martedì 14 aprile ripartiamo col Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, aprile-giugno 2015): sesta edizione. Come sempre la sede sarà nel capoluogo emiliano, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2. Iscrivetevi numerosi. Infine, da gennaio, essendo subentrato a un membro dimissionario, ho assunto la carica di consigliere del Quartiere San Vitale di Bologna. Nel vestire tale ruolo istituzionale, quali saranno le mie “bussole” di riferimento? Lealtà verso i cittadini del quartiere, cui presterò ascolto e darò voce; lealtà verso la coalizione nella quale sono stato eletto; lealtà verso il partito (Psi) che mi ha candidato; lealtà verso i miei principi (liberalsocialismo, laicità, libertà di pensiero, difesa della civiltà occidentale, pragmatismo). Proprio in nome del pragmatismo, nell’ambito di un quartiere, nel quale i problemi sono più concreti che ideologici, ho chiesto la collaborazione di tutti i consiglieri, al di là degli schieramenti politici, per migliorare insieme la qualità della vita dei cittadini e risolvere i problemi che vi si presentano. Chi fosse interessato a leggere i miei primi interventi (di insediamento, nel Consiglio di mercoledì 21 gennaio 2015, e di inizio seduta in quello di mercoledì 25 febbraio 2015), può trovarli in calce, dopo questo editoriale. Grazie a tutti, sempre e comunque.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 110, febbraio 2015)
CONSIGLIO DEL QUARTIERE SAN VITALE, SEDUTA DI MERCOLEDÌ 21 GENNAIO 2015 INTERVENTO DI INSEDIAMENTODEL NEOCONSIGLIERE SALVATORE TRIPODI DETTO RINO
Rivolgo un caro saluto a tutti i colleghi consiglieri: del centrosinistra, del centrodestra, del Movimento 5 stelle e del Gruppo misto. Innanzi tutto un ringraziamento a chi mi ha preceduto in questa carica, il professor Antonello De Oto, dimessosi per ulteriori impegni sopravvenuti, che ha svolto il proprio mandato con onore, serietà, competenza, impegno e positività.
Nell’assumere l’incarico di neoconsigliere, ritengo doverosa una mia breve presentazione. Vivo al rione Cirenaica dal 1982, quindi il mio incarico è strettamente legato al quartiere nel quale risiedo e di cui conosco problemi, tensioni, ma anche risorse e positività. Svolgerò il mio compito presso questo organo ispirandomi soprattutto alla lealtà. Lealtà in primis verso i cittadini. Lealtà quindi verso la lista di coalizione nella quale sono stato incluso e ora eletto, il Centrosinistra per San Vitale, coi cui consiglieri intendo lavorare in piena sinergia. Lealtà verso il Partito socialista italiano, cui sono iscritto e che mi ha candidato.
Lealtà, infine, ma fondamentale, nei riguardi dei miei principi, ispirati al pensiero liberalsocialista, riformista, radicale, tra i quali la libertà, la laicità e la difesa della civiltà occidentale. Vale a dire quella straordinaria mescolanza di cultura greca, romana, cristiana, umanistico-rinascimentale, illuministica, romantica, scientifica, che, sebbene dopo tanti orrori, ha oggi permesso la pace tra decine di nazioni e la convivenza tollerante tra milioni di persone, pur nella loro diversità. Cultura oggi quanto mai in pericolo e che ritengo doveroso difendere. Non amo il conformismo e il politically correct.
Ritengo fortemente che in un organo quale il Consiglio di quartiere, il sano pragmatismo e lo spirito di servizio verso la comunità debbano prevalere su ideologie e divisioni politiche, a volte strumentali. Pertanto, mi auguro che s’instauri un clima sempre più collaborativo tra tutte le forze politiche presenti, pur nei rispettivi ruoli, nelle doverose funzioni e nella normale dialettica democratica tra maggioranza e opposizione.
L’obiettivo comune deve essere solo e sempre il bene dei cittadini. In tal senso, il mio impegno prioritario sarà quello di prestare loro ascolto e dare loro voce, indipendentemente dalle loro opinioni e appartenenze politico-partitiche. Dato che si può certamente affermare che, pur avendo una lunga militanza e impegno politico nel campo dei diritti civili, io sia un neofita per quanto riguarda incarichi istituzionali, chiedo a ciascuno sostegno e aiuto nello svolgimento della mia attività di consigliere. Grazie a tutte/i.
CONSIGLIO DEL QUARTIERE SAN VITALE, SEDUTA DI MERCOLEDÌ 25 FEBBRAIO 2015 INTERVENTO DI INIZIO SEDUTADEL CONSIGLIERE SALVATORE TRIPODI DETTO RINO
A febbraio (esattamente il 6) ricorre la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, quali clitoridectomia e infibulazione. Si tratta di «un abuso irreparabile e irreversibile», legato a tradizioni culturali, tribali, etniche e religiose, che minaccia tre milioni di bambine ogni anno e al quale sono state sottoposte 130-140 milioni di giovani donne in tutto il mondo. Bambine che rischiano la vita e la salute, donne annullate nella propria sessualità e bellezza.
Lo scorso 18 dicembre 2014, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato (con la formula del consenso da parte di tutti i membri dell’Onu) una Risoluzione che riafferma la sua richiesta di mettere universalmente al bando le mutilazioni genitali femminili (mgf). La Risoluzione era stata cosponsorizzata dal Gruppo degli Stati africani e da altri 71 Paesi membri. Gli Stati dovrebbero prendere le misure necessarie, inclusa promulgazione e applicazione di legislazioni, atte a sanzionare la pratica, allo scopo di proteggere donne e bambine e processare i responsabili. Questo è anche un segnale forte per gli attivisti locali che lavorano affinché un’effettiva legislazione nazionale bandisca in modo inequivocabile le mgf nei loro Paesi e sostenga coloro che combattono le pressioni sociali della tradizione.
Sembrerebbe una bella notizia. Invece, è da prendere con prudenza e distinguo. In realtà, già il 20 dicembre 2012 l’Assemblea generale dell’Onu aveva assunto una prima forte posizione sulla questione, adottando un’analoga risoluzione, sempre con la formula del “consenso”. Il fatto che essa sia stata riproposta dopo soli due anni non può che significare che poco è stato fatto, anche perché nelle aree interessate al fenomeno permane una tragica condizione di analfabetismo, ignoranza e sottomissione delle donne.
Ancor più è da sottolineare che entrambe le risoluzioni in realtà non sono state votate ma, come detto, adottate per consenso, cioè senza discussione, emendamenti, voto. Una scelta di pura convenienza, parecchio ipocrita. E cosa c’è dietro? Forse pochi sanno che nessun paese musulmano ha ratificato né tanto meno adottato la pur “ecumenica” e “moderata”, “ragionevole”, Dichiarazione universale dei diritti umani di Parigi del 10 dicembre 1948. Come mai? Perché essa risulta «incompatibile con la concezione della persona e della comunità che ha l’islam» e, in particolare, la sharia. Così, il 19 settembre 1981, sempre a Parigi, presso l’Unesco, ne è stata proclamata una sorta di caricatura o parodia, la Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo, all’interno della quale la donna e la sua dignità sono “protette” al pari di oggetti in balìa del maschio.
Qualcuno dei consiglieri presenti potrebbe chiedersi quale attinenza abbia la questione delle mgf con il nostro quartiere, Bologna, il nostro territorio. Invero, quante sono le donne che vivono a Bologna che hanno subito tale abuso? Vi sono bambine che vengono deturpate proprio accanto a noi? Lo sapremmo solo se, malauguratamente, venissero ricoverate presso i nostri pronti soccorsi per le conseguenze e le complicazioni degli interventi da macellaio subiti. Ma ciò, probabilmente, non accadrebbe. Vi lascio immaginare il possibile scenario.
Rino Tripodi
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Gennaio 2015 (n. 109) – Stragi islamiche: tutto previsto…
LucidaMente ha iniziato il decimo anno di attività improntata alla libertà di espressione e al pluralismo proprio mentre a Parigi si compivano massacri dettati dal fanatismo e dall’intolleranza. Avremo i cammelli (e non i cosacchi) a piazza San Pietro?
Gennaio 2015: la nostra rivista si accinge al decimo anno di vita. Dieci lunghi e difficili anni, caratterizzati – riteniamo – da una straordinaria molteplicità di voci e di opinioni, proprio in nome della massima libertà di pensiero e di parola.
Tali principi fondamentali della nostra civiltà occidentale sono stati attaccati con sanguinaria brutalità a Parigi da militanti islamici, cullati e nutriti al centro dell’Europa. I poveri giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo massacrati dal totalitarismo musulmano erano chiaramente “di estrema sinistra”, anarchici, libertari, trasgressivi, provocatori. Facevano satira, anche volgare, su tutto e tutti: politici, papa, cattolici, preti, destra, neofascisti, neonazisti, ebrei, famiglie, donne, perbenisti, tv, celebrità, ecc. ecc. ecc. E, ovviamente, anche sull’islam bigotto, intollerante, fanatico. Buon senso e ragione avrebbero voluto che fossero state soprattutto le sinistre europee a levarsi contro l’islam assassino e totalitario come il nazismo…
In Italia la stampa, gli esponenti, i politici di destra e di centrodestra – non certo senza qualche contraddizione, ricordando le loro posizioni del passato in favore della censura per altri casi) – si sono schierati apertamente e totalmente in solidarietà col periodico satirico francese (anche se questo colpiva senza alcuna delicatezza valori quali religione, chiesa, famiglia, patria, nazione, “normalità borghese”). E hanno pubblicato sui propri organi di stampa – a proprio rischio, come stiamo facendo noi – le vignette “islamofobe”. Ma come ha reagito la sinistra italiana e non solo, che pur dovrebbe percepire gli autori della rivista satirica francese come propri “compagni”? Ha fatto distinguo, non ha mai accostato a “terrorismo” il termine “islamico”, ha fatto a gara per ribadire che non bisogna cadere nell’“islamofobia” (come fosse un delitto avere paura di chi ti ammazza e ti toglie le libertà, l’arte, il piacere) e che l’islam è una “religione di pace” (mai letti Corano e hadith vari?)…
Insomma, uno strano mondo, con una destra liberale e tollerante come mai, schierata a piena difesa dei principi occidentali, tra i quali l’assoluta libertà di stampa, e una sinistra che pare avere in odio tali principi. Quasi al pari dell’islam… Le voci che si levano da destra sono per di più, razionali, colte, ben documentate e ben argomentate e – dobbiamo dire quasi a malincuore – del tutto in consonanza col pensiero liberale e… laico! Tra breve avremo in tutti i paesi europei elezioni stravinte da lepenisti, leghisti, Ukip e peggio. E la sinistra sarà causa di questo disastro. Del resto, è tradizione: Mussolini, Hitler, Francisco Franco, lo stesso Berlusconi (non paragonabile, ovviamente, ai primi tre), hanno vinto sia per le divisioni e i dispetti interni delle sinistre, sia per la mancanza di un laico pragmatismo, sia per analisi politiche sbagliate, sia per non aver considerato gli umori “di pancia” dei cittadini.
Eppure, sono tanti – oltre alle ormai “classiche” Oriana Fallaci e Bat Ye’Or – coloro che da anni mettono in guardia dalla vera natura dell’islam. E anche noi, nel nostro piccolo, lo andiamo facendo da qualche tempo come, nel presente numero, rispondendo a un lettore (Mediterraneo e “Medio Oriente”: chi li ha “invasi”?). Purtroppo solo pochi savi o, come capita nei casi nei quali le lenti dell’ideologia rendono ciechi e non si vuol vedere il “re nudo” (si rilegga la celebre fiaba di Andersen), i folli e i bambini si rendono conto della realtà. E sono proprio i bimbi a non capire perché il presepe sia proibito a scuola o a piangore spaventati di fronte all’immagine spaventosa di un essere sottomesso di sesso femminile, infagottato in un burqa o in un niqab.
Gli islamici residenti in Italia sono pacifici, tolleranti e rispettano le nostre leggi? Sono disposti a “integrarsi” nella nostra civiltà? Bene. In Italia, in Europa: basta donne con niqab, chador o peggio; basta poligamia; basta prediche di sobillazione alla violenza nelle moschee; basta immigrazione incontrollata; basta menu differenziati; basta crudeli macellerie halal… Invece, si facciano rispettare le leggi dello stato e non la sharia. E, soprattutto, si conceda il permesso di soggiorno subordinandolo al reale svolgimento di un lavoro e a chi abbia studiato e accettato la nostra Costituzione, coi suoi principi di laicità, pluralismo, libertà, uguaglianza. Altri provvedimenti (per la sicurezza): controllo dei “partenti” nelle zone Isis e affini, o in campi di addestramento militare in Yemen, ecc. (anche se usano transitare per Turchia, Libano, Egitto, ecc.); arresto dei rientranti (che, evidentemente, tornano per commettere stragi); schedatura e mappatura; infiltrazione, intelligence, depistaggio… Altrimenti, ci siamo salvati dai terrori anticomunisti dei “cosacchi a piazza San Pietro” per finire col trovarci i cammelli!
Purtroppo, cosa dobbiamo aspettarci dal mondo cattolico, che, per parola della sua stessa guida, Francesco I, parla di “cazzotti” da dare a chi offende la propria mamma (roba da trogloditi argentini!), quindi figuriamoci cosa deve attendersi chi “offende” dio! E cosa sperare da un governo che accoglie in pompa magna le due ineffabili Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, due giovani che si sono inventate un fantomatico progetto “Horryaty” del quale sono componenti solo loro due, senza alcun adempimento burocratico, fiscale, amministrativo, e che, senza alcuna preparazione, si son recate in Siria, dove sono state rapite e per le quali è stato con ogni probabilità versato un riscatto dal governo italiano? Soldoni che saranno utilizzati dall’organizzazione terrorista siriana Al-Nusra, affiliata ad al-Qaida, per massacrare qualche migliaio di persone, fra le quali cristiani. E se le due ragazzotte ci avessero preso in giro?
Resta pochissimo spazio per segnalare qualche articolo di questo numero di LucidaMente. A proposito di incertezze da parte di chi dovrebbe, al contrario, essere, “sicuro”: «Come sarà il 2015? Mahhhhhh…», ovvero lo strano mugugno emesso da “esperti”, “politologi”, “intellettuali”, parlamentari… prima di iniziare a rispondere alle domande. Del resto, siamo a Lo sfacelo della lingua italiana, che, soprattutto nella sua forma scritta, è usata correttamente da sempre più pochi. Quali sono le cause? Allora, dichiara “Tenera Valse”, ex docente in un liceo romano: “Professoressa? Meglio prostituta!”. Non solo come sex worker guadagna molto di più, ma anche la compagnia è migliore e più… interessante. Sul ricorrente fenomeno dell’infanticidio per mano delle mamme, ecco due punti di vista: Madri assassine 1: che cosa sta succedendo?; Madri assassine 2: la violenza dell’inconscio. Al prossimo mese.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno X, n. 109, gennaio 2015)