La raccolta degli interventi del direttore nel terzo trimestre dell’undicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Settembre 2016 (n. 129) – Viva la nuova scuola… O no?
È iniziato in tutta Italia il nuovo anno scolastico. Ma la didattica odierna, basata sulle tre “i” di berlusconiana memoria e realizzata dal Governo Renzi, è davvero migliore di quella “vecchia”? E favorisce gli allievi “poveri” o quelli “ricchi”?
Evviva! Da parecchio tempo l’anno scolastico italiano comincia a settembre, non a ottobre, come qualcuno dei meno giovani (o, meglio, “ragazzi”) ricorderà del proprio passato da studente. Inoltre, ora vige la Riforma Giannini, alias autodenominatasi, con una certa arroganza, “Buona Scuola”. Gli allievi, pertanto, tra l’anticipo dell’inizio delle lezioni e le innovazioni introdotte dal Governo Renzi, saranno più bravi e preparati. O no?
Secondo tutte le ricerche condotte nel campo, insegnamento e apprendimento sono sempre più scadenti. Soprattutto, quello che era il secolare lascito della civiltà italiana, ciò che ci rendeva cittadini di una nazione che per secoli non era esistita politicamente, ma linguisticamente e culturalmente sì, sì, sì, va evaporando. Da tempo gli studenti difettano nelle conoscenze e nelle competenze basilari. Tuttavia, a scapito di Italiano, Matematica, Storia e Geografia – chi se ne frega! –, si “implementano” (sic!) Inglese, Internet, Impresa, come pubblicizzavano ai loro tempi Silvio Berlusconi e la sua ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Letizia Moratti, con l’omonima riforma datata 2003 e “cancellata” (o no?) dai governi di centrosinistra. E sotto la spinta totalitaria dell’Unione europea e dei grandi potentati economico-finanziari. Insomma, si cura la malattia con ciò che l’ha provocata!
Sicché: è obbligatorio studiare ed esporre i contenuti di alcune discipline in Inglese; imperversano l’uso acritico della telematica e le lezioni con le lim (lavagne interattive multimediali), come se i giovani già non trascorressero quasi tutto il loro tempo attaccati a smartphone e quant’altro; si interrompono le regolari ore d’insegnamento per spedire i disorientati studenti a frequentare stage in aziende che, forse, hanno altro da fare. Ad esempio, produrre. Insomma, ripetiamo: Inglese, Internet, Impresa contro ortografia, calcolo mentale, storia, cultura, tradizioni, civiltà e dignità del proprio paese. Per non dire dell’ignoranza negli elementari orientamenti geografici (atlante), nonostante la retorica della “globalizzazione”. La scuola della mediocrità culturale. Così facendo, si crede, forse in buona fede, di agevolare gli allievi più sfavoriti dal punto di vista sociale e culturale.
In effetti, al contrario, somministrando ai “poveri” un insegnamento limitato e scadente, si perpetua la loro condizione di minorità, mentre gli studenti provenienti da famiglie più agiate scelgono altre “agenzie formative”. Il divario socioculturale si allarga. La società si divide in caste. La scuola pubblica diviene una scuola di serie B o peggio. Se vuoi imparare a un buon livello, devi pagare. Una volta, invece, anche se tra mille sacrifici, lo studente povero ma volenteroso poteva arrivare ai vertici universitari e sociali. C’è di più. Un tempo per risorse economiche si intendevano le materie prime, la produzione industriale, la creatività tecnica o artistica. Oggi, con la crisi strutturale (non congiunturale: non ne usciremo più) dell’economia europea e italiana, si cercano nuovi giacimenti d’oro. Le moderne “risorse” sono costituite da persone alle quali nessuno o quasi rifiuterebbe un aiuto: migranti, tossicodipendenti, anziani, malati, “matti”, prostitute che vogliono uscire dal racket, disabili, bisognosi in genere.
Peccato che vi sia tutto un mondo economico costituito da cooperative, associazioni, enti di ogni colore e orientamento politico (vedi, su un precedente numero di LucidaMente, A chi i profughi? A noi!), che campa, anzi lucra, su tali situazioni e disagi “umani”, dei quali dovrebbe farsi carico lo stato, se fosse efficiente, e non corrotto e indebitato. C’è, quindi, chi ha tutto l’interesse a “incrementare” il numero di coloro che rientrano in tali categorie. È il caso degli allievi “svantaggiati”, in costante aumento negli ultimi anni. Delle discutibili ricadute scolastiche e mediche dell’introduzione “per legge” di nuove patologie ha parlato sul presente numero di LucidaMente il Ccdu con l’intervento Disturbi specifici dell’apprendimento: giovano a qualcuno? Poiché spesso sono cooperative a occuparsi dei “bisogni socio-sanitari”, l’argomento del quale abbiamo scritto risulta collegato ad alcuni capitoli del libro-denuncia Coop connection (Chiarelettere) del giornalista d’inchiesta Giuseppe Amorosi. Dalla pubblicazione prende corpo un ritratto inedito di un semisconosciuto potentato economico italiano (Cooperative dalle mani sporche).
Un decennale particolare è quello della morte, avvenuta il 15 settembre 2006, di una coraggiosa donna, di una giornalista anticonformista. L’abbiamo ricordata recensendo il libro di Alessandro Gnocchi I nemici di Oriana (Melville Edizioni), che ricorda le preveggenti, preziose e coraggiose prese di posizione della scrittrice toscana, l’acredine dei suoi avversari e le ormai numerose pubblicazioni vicine al suo pensiero (Fallaci, dieci anni dopo). A proposito, le questioni dell’immigrazione incontrollata e dell’integrazione rifiutata per motivi religiosi sono stati approfonditi in Islam e valori occidentali? Incompatibili. È il testo d’esordio di Leonardo Maria Wagner su LucidaMente. Si tratta del primo di quattro consecutivi contributi coi quali l’articolista ha iniziato la propria collaborazione con la nostra rivista. Chi andrà a curiosare in Rete, immettendo tale nome, non lo troverà. Si tratta, infatti, di uno pseudonimo dietro cui si cela un esperto di argomenti quali geopolitica, flussi migratori, rapporti culturali e scambi commerciali con l’islam. E assicuriamo i lettori sul fatto che si tratta di un valido “acquisto” da parte della nostra testata.
Il sisma del 24 agosto scorso, che ha devastato ampie zone dell’Italia centrale, è stato solo l’ultimo di una lunga serie che ha colpito la nostra penisola. Giuseppe Licandro ci ha ricordato i più tragici, tra i quali la ben triste palma della catastrofe più grave va a quella che il 28 dicembre 1908 devastò, anche con un maremoto, lo Stretto di Messina, provocando circa 100 mila vittime in Sicilia e Calabria (Terremoti e Italia: una storia senza fine. Ma qual è stato il più tragico?). È da poco iniziata la nuova stagione calcistica. Come si sono mosse le 20 squadre del nostro massimo campionato? Fra sorprese e riconferme, ecco Il pagellone del calciomercato estivo della Serie A 2016-17, compilato da Gabriele Bonfiglioli. Per motivi di spazio, tralasciamo di segnalare i tanti, tanti altri articoli di questo numero di LucidaMente. E, come abbiamo fatto anche nello scorso editoriale, vi invitiamo a iscrivervi alla nostra tradizionale iniziativa didattica: il Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, ottobre-dicembre 2016): ottava edizione, che si terrà, come al solito, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2. Vi attendiamo tutte/i.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 129, settembre 2016)
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Agosto 2016 (n. 128) – Inter, Milan e… Italia venduti agli stranieri
Nessuno si chiede perché dei cinesi possano essere interessati ad acquistare club di calcio e non solo? O forse è meglio pensare alle presunte offese alle “cicciottelle”?
L’inizio del campionato di calcio di serie A si avvicina. Sabato 20 agosto si comincerà con gli anticipi Roma-Udinese e Juventus-Fiorentina. Qualche ingenuo tifoso dell’Inter o del Milan avrà gioito perché i loro club del cuore sono passati nelle mani di società cinesi. E già c’è chi sogna di strappare lo scudetto alla Juventus, peraltro rafforzata dall’acquisto, tra gli altri, di Gonzalo Higuaín.
A questo punto proprio un milanese purissimo, Alessandro Manzoni, sbotterebbe coi versi 55-57 del Coro del III atto dell’Adelchi: «E il premio sperato, promesso a quei forti, / sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, / por fine ai dolori d’un volgo stranier?». Secondo voi, i miliardari cinesi getterebbero centinaia di milioni dalla finestra solo per far tornare alla vittoria nerazzurri e rossoneri? Tra le ipotesi più benevole vi sono quelle che fan riferimento alla passione calcistica del presidente Xi Jinping e alla sua volontà di far imparare il calcio ai cinesi, scarsi nel football dal punto di vista internazionale, anche attraverso contatti con grandi società europee. Altri ipotizzano che investire in calcio sia il modo più facile per incanalare denaro fuori dal colosso asiatico, specie perché l’economia del paese capital-comunista sta rallentando e la moneta potrebbe subire svalutazioni.
Pertanto, i cinesi acquistano di tutto in ogni continente, da aziende di qualsiasi tipologia a terreni agricoli, da industrie manifatturiere a patrimoni immobiliari (come già fatto proprio a Milano, alla stregua, peraltro, di investitori e fondi sovrani di Abu Dhabi o azeri, qatarioti, ecc.). Noi pensiamo che si tratti soprattutto di una strategia economica tesa a rafforzare geopoliticamente sul piano internazionale cinesi e compagni. Pertanto, tra qualche tempo, anche se qualche trofeo sarà vinto dalle squadre meneghine, è probabile che dovremo citare il verso 138 dell’Inferno di Dante Alighieri: «Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto».
Del resto, tutti ormai sanno che il calcio non è più sport o gioco o spettacolo o divertimento. Del rapporto football-tasse abbiamo trattato nell’articolo Football e fisco: chi tassa di più i calciatori: Portogallo, Spagna e Germania le più severe; all’estremo opposto Russia (e Qatar), mentre la situazione in Italia è simile alla Francia. Ed ecco qualche altro articolo di attualità contenuto nel presente numero di LucidaMente. Christian Corsi è tornato sul Colpo di Stato in Turchia: le ragioni di un fallimento, cercando di comprendere, attraverso un classico libro di Edward Luttwak, le cause del flop del golpe contro il regime autoritario di Erdoğan, delle quali, però, la più discriminante sembra essere il “fattore islam”. Nancy Calarco ha scritto un reportage su Roma, il Vaticano e il popolo degli invisibili: un indefinito numero di senzatetto si accampa ogni notte lungo via della Conciliazione e nelle zone limitrofe; nell’anno del Giubileo straordinario della misericordia, si evidenzia la sensibilità di Francesco I, ma pure l’indifferenza da parte di molti alti prelati.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato un corridoio autostradale, di cui pochi sanno, mentre, per le associazioni ambientaliste, «le procedure attuate non rispettano la direttiva Habitat» e i rischi per la biodiversità sono altissimi (Tirreno-Brennero: la denuncia di Legambiente, Lipu e Wwf alla Commissione europea). Sempre restando nell’ambito dello “stato italiano”, della Legalizzazione cannabis: se ne riparla dopo l’estate: la legge che andrebbe a rivoluzionare la problematica doveva essere approvata entro agosto, ma una valanga di emendamenti ne ha bloccato l’iter, rimandando tutto a settembre. Nel frattempo, altrove ci si muove agli antipodi (in tutti i sensi): Cancro della pelle: in Australia uno studio per contrastarlo con la cannabis; esso sarà finanziato con un milione di euro e vedrà impegnata un’università e una casa farmaceutica con l’obiettivo di dar vita a farmaci in grado di ostacolare il melanoma, tumore molto diffuso nella grande isola oceanica.
Rimanendo sull’argomento salute, segnaliamo con calore un articolo di Maria Daniela Zavaroni che è, al contempo, un omaggio a una simpaticissima artista e un’interessante pagina d’informazione medica. Con Il male di Anna Marchesini, la nostra coordinatrice editoriale ha cercato di farci capire qualcosa in più sull’artrite reumatoide, una malattia degenerativa che, dopo dieci anni di sofferenze, ha recentemente stroncato l’attrice, amatissima dal pubblico. Abbiamo altresì ospitato la Prefazione di Piero Angela al libro Medicina “insolita” per non medici (C1V Edizioni) di Giorgio Dobrilla (Bufale mediche). E, sempre in ambito di segnalazioni e recensioni librarie, abbiamo messo a confronto il Franco Cardini islamofilo di L’Islam è una minaccia. Falso, edito da Laterza, con Il manuale di autodifesa di Magdi Cristiano Allam, Islam. Siamo in guerra, edito da il Giornale.
Avendo anche noi voglia di farci un bel bagno, ci avviamo velocemente alla fine del presente editoriale, con argomenti culturali o di costume. Silvana Tabarroni si è collocata a metà delle due tematiche, con l’analisi del cortometraggio hard Queen Kong, che ha chiuso il recente Pesaro film fest (Il porno “al femminile” di Monica Stambrini). Alessandra Darchini ci ha condotto entro il nuovo gioco del momento (Intrappola.To, scappa, se ci riesci); Federica Grossi, meno virtualmente, in Val d’Orcia, un week end on the road, alla scoperta di una vera perla della Toscana: le dolci colline in provincia di Siena tra natura, cultura e buon cibo. Abbiamo ospitato un racconto inedito della scrittrice ferrarese Antonella Chinaglia: La storia di Arancino. E, con largo anticipo, vi invitiamo a iscrivervi alla nostra consueta iniziativa didattica: il Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva (Bologna, ottobre-dicembre 2016): ottava edizione, che si terrà come al solito, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2.
In conclusione, mentre vi auguriamo buon Ferragosto e un proseguimento di vacanze gioiose e riposanti, intendiamo esprimere solidarietà al giornalista Giuseppe Tassi, direttore di Qs. Quotidiano sportivo (allegato a il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno), «rimosso con effetto immediato» (manco fascismo o comunismo!) per un titolo contenente un benevolo e affettuoso «cicciottelle» riferito alle italiane olimpioniche di tiro con l’arco. Ormai valgono solo formalismo, ipocrisia e sottomissione al politicamente corretto. E l’aspetto peggiore è che il giornalista non è stato richiamato all’ordine da il manifesto o da l’Unità, ma da un gruppo editoriale che dovrebbe essere liberale e moderato. Bravissime/i tutte/i le/i cicciottelle/i che ci scherzano su e, soprattutto, viva la libertà di pensiero, opinione, espressione, parola e stampa, ogni giorno messa in pericolo dall’ideologia unica conformista, allineata e omologante, e dall’ipocrita idiozia senza limiti, che guarda alle sciocchezze e non ai veri problemi degli italiani!
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 128, agosto 2016)
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Luglio 2016 (n. 127) – Turchia, quando gli imam chiamano…
Il fallito golpe militare laico nel paese euroasiatico dimostra che lo stato creato da Kemal Atatürk è finito: vincono gli islamici radicali. Un terribile metà luglio, con gli orrori della strage ferroviaria in Puglia e il massacro di Nizza
12, 14 e 15 luglio: prima la tragedia dello scontro dei treni sulla tratta Andria-Corato, poi il tir della strage di Nizza, quindi il colpo di stato fallito in Turchia. Il bilancio: centinaia e centinaia di morti. Dei primi due tragici avvenimenti, cosa affermare che non sia stato già detto, anche da LucidaMente? Un’Italia corrotta e inefficiente, un terrorismo islamico spietato, allevato e blandito in casa come una serpe al seno.
Dunque, l’islam radicale avanza. Lo dimostra pure il terzo avvenimento-shock di questi giorni, il golpe (o pseudogolpe) turco. Il fatto che gli imam musulmani abbiano chiamato all’azione la popolazione in difesa del dittatore islamico Recep Tayyip Erdoğan e che essa, nella sua stragrande maggioranza, obbedendo, si sia mobilitata, palesa quali siano le tendenze degli odierni maomettani. Mustafa Kemal Atatürk, il padre della patria della moderna Turchia è stato dimenticato, il suo stato laico non c’è più. Per quanto discutibile nelle modalità, violente e dittatoriali, nel 1923, proclamata la repubblica e soppresso il sultanato, egli impose la laicizzazione e l’occidentalizzazione dello stato euroasiatico: separazione stato-religione e abolizione dell’islam come religione di stato, del califfato islamico, delle scuole coraniche e dei tribunali religiosi.
Inoltre: diritto di voto alle donne; introduzione di codici civili e penali ispirati a quelli europei e non alla sharia; sostituzione dell’alfabeto arabo con quello latino, proibizione dei costumi tradizionali musulmani (abbigliamento per le donne e barbe lunghe per gli uomini). Il tutto, dall’oggi al domani e senza discutere (pene pesanti, fino alla condanna capitale). L’odierna Europa, al contrario, non riesce a imporre ai propri cittadini di religione islamica nulla di tutto quanto summenzionato! Anzi, non vuole!
Questo numero della nostra rivista è dedicato alle donne, con molti articoli redatti dalle partecipanti al nostro il nostro 7° Seminario di scrittura giornalistica e comunicazione audiovisiva tenutosi a Bologna tra aprile e giugno 2016. Dati i tempi, non possiamo iniziare la nostra panoramica che con Donne e Daesh di Alice Scaglioni: come si vive sotto lo stato islamico se si appartiene al genere femminile. Sugli aspetti negativi della condizione femminile sono intervenuti Emanuela Susmel, che ci ha parlato de La discriminazione delle donne in Italia attraverso la recensione del saggio Perché le donne valgono anche se guadagnano meno degli uomini (Edizioni Cairo) della giornalista Sabrina Scampini, ed Elena Corsini con Uomini che uccidono le (proprie) donne, qualche riflessione su femminicidi e cultura sottostante: occorre educare dai primi anni di vita.
Più ottimistici o “leggeri” altri contributi, come quelli di Nancy Calarco sulle Donne “di potere”, di Maria Daniela Zavaroni su alcune icone femminili che hanno segnato il XX secolo e si sono rese protagoniste di comportamenti anticonformisti e amori extraconiugali (Donne famose e… “frizzanti”) e di Alessandra Darchini sulle paladine audaci e bellissime che invadono lo schermo e le pagine dei libri: da stereotipate supereroine a complicate protagoniste che portano alla luce tutte le diverse sfumature dell’essere umano (Il coraggio è un gioco da ragazze).
Controcorrente, come al solito, le nostre riflessioni sul maltrattamento “al femminile” della lingua italiana, con una discriminazione del “maschile” (Scrivere come vogliono le femministe: una nuova dittatura). Gabriele Bonfiglioli, prendendo spunto dalla messa all’asta di una lettera del 1961, scritta dall’attrice sui maltrattamenti subiti nella struttura di Payne-Whitney, dove era stata fatta internare dalla psichiatra Marianne Kris, ci ha descritto L’angoscia di Marilyn Monroe dall’ospedale psichiatrico. Quasi collegato il documento dell’associazione Meg, che spiega perché è necessaria una Medicina di Genere (Uomini e donne: organismi diversi, patologie e terapie diversificate).
Tre articoli sono stati dedicati al povero Vecchio Continente. Su La Brexit e la politica fantasma (dopo la rottura della Gran Bretagna l’Unione europea cambierà la solita, ormai stanca e avvilente strategia?) interviene Christian Corsi, mentre un gruppo di intellettuali e politici di ispirazione socialista e liberale ha redatto un testo che afferma la necessità di una svolta federalista (Manifesto per una nuova Europa). Calcistica, ma sempre Europa è, quella analizzata da Giuseppe Licandro (Europei 2016, il calcio delle sorprese): la vittoria del Portogallo in Francia dimostra ancora una volta che nel football quasi mai vincono i migliori, ma spesso i più abili tatticamente e i più fortunati.
Concludiamo con musica, libri e film. Sempre la Susmel ci ha fornito un reportage da Milano su La reunion dei Pooh, tre ore di autentico spettacolo e tanta nostalgia, per festeggiare le nozze d’oro artistiche e concludere la carriera in bellezza. Silvana Tabarroni ha recensito il nuovo film di Thomas Vinterberg, Kollektivet, tra nostalgici ricordi e il naufragio di un’utopia. Chi vi scrive ha letto con attenzione Profugopoli (Rizzoli) di Mario Giordano, che spiega, mostrando dati su dati, il cinico business che ruota attorno all’“emergenza migranti”: ad arricchirsi profittatori legati a sinistra, destra, centro, dal Nord al Sud, senza distinzioni (A chi i profughi? A noi!). Per concessione dell’editore Giraldi, abbiamo offerto in anteprima la lettura di Primavera, tratto dalla recente raccolta di racconti Bolognesi per caso di Massimo Fagnoni, che esplora con amarezza i luoghi “maledetti” e il degrado del capoluogo emiliano (Com’è triste Bologna…).
Infine, appunto per realizzare i nostri sogni, magari creativi, Barbara Rinaldi ci ha fornito utilissime informazioni sul Crowdfunding, trovare fondi in tempo di crisi: cos’è, come funziona, quali sono le piattaforme più conosciute di questa nuova forma di accesso al credito per realizzare i propri progetti. Buone vacanze e, per chi dovesse restare a Bologna, segnaliamo la Festa provinciale socialista dell’Avanti! (Bologna, 8-25 luglio 2016): tra divertimento, gastronomia e riflessione politica, torna il consueto appuntamento nell’area di viale Togliatti.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 127, luglio 2016)