La raccolta degli interventi del direttore nel quarto trimestre del quattordicesimo anno di pubblicazione di “LucidaMente”
Novembre-Dicembre 2019 (nn. 167-168) – Sardine in scatola: dentro la lattina il nulla
Un movimento assolutamente vuoto e conformista, sorto con fini politici in vista delle prossime elezioni regionali. E neppure è vero che nei “pacifici” manifestanti sia assente l’odio
Non bastavano i già numerosi movimenti politici/d’opinione/di protesta oggi esistenti, per non parlare di quelli defunti, tra studenti, contestatori, femministe e radical chic (girotondini, la pantera, il popolo viola, se non ora quando, ecc. ecc.), eccone un altro, che raggruppa pochi aderenti, ma confusi. È nato il 14 novembre 2019 a Bologna. Si è diffuso in varie parti della penisola, fino a giungere un mese dopo, sabato 14 dicembre, a Roma (con riunione il giorno successivo presso un molto discusso edificio “okkupato” della capitale). Ecco a voi… “le sardine”.
Chissà perché, cantano la canzone-icona Bella ciao (peraltro reinventata e rinnovata come canto partigiano a Resistenza finita). Intanto manifestano spontaneamente (forse) e confusamente (di sicuro) contro (il neofascismo montante – mah! – l’ex ministro degli Interni, nonché leader della Lega, Matteo Salvini, la probabile vittoria del centrodestra alle prossime elezioni amministrative e politiche) e non per qualcosa. Anzi, visto che – guarda caso – il movimento ha avuto il battesimo a Bologna, città “rossa” e capoluogo del territorio dove si voterà per il rinnovo degli organi regionali, le sardine sono (in)direttamente a favore del Partito democratico, che da sempre governa in Emilia-Romagna. Rappresentano un unicum nella storia politica, visto che si scagliano furiosamente contro chi non è al governo. Se hai qualcosa di cui lagnarti o da reclamare, la chiedi a chi detiene il potere esecutivo, non all’opposizione. Allora, ragionamento logico per proprietà transitiva: se sei contro l’opposizione, sei oggettivamente a favore di chi governa.
Le sardine sono dichiaratamente schierate a sinistra, di quella sinistra (vedi Il sonno della sinistra genera mostruosità… economiche, sociali e culturali) che ha dimenticato le proprie radici e i propri ideali, per non parlare dei grandi personaggi che l’hanno animata (oltre Karl Marx, in Italia, tanto per citare qualcuno, Filippo Turati, Andrea Costa, Anna Kuliscioff, Gaetano Salvemini, Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, i fratelli Rosselli, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Pier Paolo Pasolini… vogliamo aggiungere Bettino Craxi?). Al loro posto la nuova simbologia “progressista” seleziona come proprie icone del XXI secolo la taxista del mare che rischia di speronare una motovedetta della guardia costiera, l’attricetta figlia di papà che si ricorda decenni dopo di essere stata violentata da un produttore hollywoodiano, l’adolescente ecologista, il radical chic, l’indisciplinato quanto incolto calciatore di colore, la transessuale litigiosa, la cantante schierata, la influencer pseudofemminista, il cuoco trucido, il rapper, la calciatrice, ecc. ecc. Qualche nome in ordine sparso? Carola Rackete, Asia Argento, Greta Thunberg, Oliviero Toscani, Jovanotti (che mescola Che Guevara e Teresa di Calcutta), Mario Balotelli, Vladimir Luxuria, Chef Rubio…
Da tali fini intellettuali quali idee, quale cultura, possono partorire? Ed ecco che, infatti, le idee delle sardine sono poche ma insulse, anzi malvage, rappresentando il peggior conformismo al pensiero unico, e, sotto un velo di ipocrisia benevola, intolleranti al limite della violenza. Non essendovi alcun pericolo neofascista o antidemocratico in Italia, se si escludono i poteri forti nazionali e transnazionali, Resistenza e antifascismo sono usati come rancoroso collante, sfruttando ingenuità e idealismo dei più giovani. Questi pesciolini, con il loro leader-non leader (il fotogenico Mattia Santori, del tutto impreparato in politica ed economia) emerso (forse) dal nulla, sfruttano Internet e social annessi, che sono una delle peggiori armi di distrazione di massa di giovani e meno giovani, un vero e proprio (riuscito) esperimento sociale di rimbecillimento della popolazione mondiale. E, infatti, le sardine sostengono acriticamente l’Unione europea, l’immigrazione incontrollata, l’islam a prescindere… Le loro proposte? Una raccolta di zuccherose, astratte svenevolezze: chiedono un linguaggio politico “dolce”, politiche “inclusive”, l’abrogazione del “decreto sicurezza”, l’“impegno serio” da parte dei politici eletti.
Non una parola su disoccupazione, sfruttamento, lavoro, massacro delle aziende italiane, fisco. Parlano di difendere la Costituzione, ma tacciono sullo smantellamento odierno dello stato sociale e di tutto ciò che è rimasto di socialista secondo quanto sancito dalla nostra carta costituzionale. Davvero sordida la sordità delle sardine – allitterazione voluta. Sono l’altra faccia del Friday for Future dell’ineffabile adolescente svedese; una serie di slogan che non affrontano alla radice le vere cause del problema: il capitalismo finanziario, il neoliberismo, la globalizzazione selvaggia, l’annientamento di stati, popoli e nazioni, la precarizzazione del lavoro, la distruzione di tutti i corpi sociali, a cominciare dalla famiglia e dalla scuola. Movimenti apparentemente spontanei, generosi e idealisti, nella realtà ben organizzati e congegnati, come dimostra l’uso di social e dei media, e dietro cui vi sono capaci, interessati, registi.
Difatti, senza radici, nato dal nulla, senza cultura di alcun genere, questo ennesimo movimento postsessantottino – si veda la “creatività spontanea” – sarebbe destinato a sparire, a meno che interessi forti non lo sospingano e una società ormai istupidita dai media e da Internet non abbocchi. Alcune mie amiche e amici hanno partecipato alle manifestazioni delle sardine svoltesi in Emilia. Ho pacatamente chiesto loro che senso hanno avuto (e avranno) tali meeting. Alcune risposte: «Per fare festa»; «Contro il fascismo»; «Contro Salvini»; «Per il clima» (sic!); «Contro l’odio». Alla mia osservazione sul fatto che la violenza e l’odio provenga soprattutto da una certa parte politica e che a Salvini più che a qualunque altro vengano inviati messaggi violenti, proiettili, auspici di pronta dipartita, la risposta è stata: «Sì, speriamo che muoia!». Questo il clima di amore e di allegria che si respira tra le sardine. Non a caso qualcuno le ha definite Sardine sott’odio (leggi anche qui). Povero pesce azzurro. Come rito di riparazione, decoriamo il presente editoriale con le splendide, preziose, salutari, vere sardine. Libere e non in scatola come i movimentisti di Santori.
A proposito dell’influenza di Internet e dei social annessi, anche in questi mesi LucidaMente, grazie alle sue redattrici, si è occupata dello stravolgimento delle nostre vite legato alla telematica. Isabella Parutto ha scritto sul tema dell’anarchia social e sulle iniziative per una rete civile ed educata, evidenziando il passaggio antropologico Da “animali sociali” ad “animali sui social”: l’odio online è il male del nostro secolo? Durissima anche Elena Giuntoli nel suo articolo Internet, il dio che ci ha tradito… ovvero l’altra fa/eccia del web; le sue promesse mancate: da spazio di condivisione e libertà espressiva a strumento di marketing e censura, ovvero come negli ultimi anni la Rete è cambiata (e ci ha ingannato). Più ottimistica l’analisi di Alessia Ruggieri, secondo la quale, in un’era totalmente digitale, lo smartphone fornisce gli strumenti per vivere “al massimo” con le altre persone (Le nuove app cambiano le relazioni umane). Così come ancora la Parutto in Divulgatori scientifici su Instagram: le nuove frontiere della comunicazione (guida pratica per internauti sui più famosi paladini della conoscenza scientifica online).
Passando da un argomento all’altro e tralasciando tanti altri articoli meritevoli di segnalazione, vi consigliamo la lettura de Il tifoso razzista (disoccupato) e il calciatore offeso (milionario) su un contrasto sociale al contrario. Inoltre, dando anche uno sguardo ai sondaggi politico-elettorali relativi al nuovo partito di Matteo Renzi, pronto a raccattare voti sia a sinistra sia a destra, Alessandro Crisci si è chiesto se il neonato riuscirà a sopravvivere al protagonismo del proprio leader, tracciando al contempo una breve storia del fallimento dei partiti personalistici (Italia viva… fino a quando?). Infine, auguri per gli 83 anni dell’attuale pontefice; tuttavia, occorre pur spiegare che il pauperismo di Francesco I non è un semplice richiamo evangelico, ma ha finalità geopolitiche e contiene un sostrato ideologico-teologico dalle pericolose prospettive: da una religione che guarda al mistero del soprannaturale a semplice umanitarismo e moralismo filantropico (Un papa della miseria). E, ovviamente, auguri di serene festività e, soprattutto, di positivo anno nuovo a tutti i nostri lettori.
Le immagini: a uso gratuito da Pixabay.com.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIV, n. 168, dicembre 2019)
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Settembre-Ottobre 2019 (nn. 165-166) – Internazionale
Da Parigi a Praga, da Algeri a Tunisi, dalle migrazioni africane all’ambigua Carola, dai cambiamenti climatici ai costumi e consumi imposti dalla globalizzazione: “LucidaMente” riparte dopo l’estate coi suoi inviati all’estero, con un profilo che si proietta oltre la penisola
Dopo lo stranissimo agosto durante il quale in Italia è caduto un governo e se n’è fatto un altro di segno opposto… ma con lo stesso presidente del Consiglio, la nostra rivista, forse casualmente, ha dedicato quasi tutti i propri maggiori articoli a realtà internazionali. Un grazie particolare agli inviati che hanno redatto i loro contributi direttamente in loco.
Da Praga Edoardo Anziano ci ha fatto conoscere meglio Andrej Babiš: primo ministro dal 2017, è il secondo uomo più ricco del paese dell’Europa orientale. Spregiudicato in politica e negli affari, l’oligarca è sopravvissuto a numerosi guai giudiziari (La Repubblica ceca e il Berlusconi locale: libertà di stampa e conflitto di interessi). Nicola Lamri ci ha raccontato della mobilitazione francese nata quasi un anno fa per contestare le nuove accise sui carburanti, e che si è ormai trasformata in un vero e proprio movimento contro le riforme neoliberiste del governo (I gilet gialli tornano in piazza, una giornata di ordinaria lotta sociale a Parigi). Del resto, già un paio di mesi fa Lamri ci aveva parlato di due “casi esteri” (Il risveglio algerino, fra primavere mancate e lo spettro del terrorismo e Il Sudan e l’accordo militari-opposizione: una speranza per tutta l’Africa subsahariana?).
E, restando in Africa, ci siamo soffermati con Federico Tanaglia sulle Elezioni in Tunisia, la difficile strada della democrazia araba: il primo turno delle elezioni presidenziali del 16 settembre scorso si è svolto all’insegna della confusione istituzionale, con uno dei vincitori attualmente in galera. Con gli occhi puntati al 6 ottobre, giorno del voto finale, un’analisi della paradossale situazione politica che pervade, silenziosa, le vie e gli abitanti della capitale. Il collegamento Tunisia-migrazioni africane è facilissimo. E, spulciando tra varie dichiarazioni ufficiali e interviste, abbiamo scoperto che l’accoglientismo indiscriminato di Francesco I non è accettato da buona parte degli alti prelati del Continente nero: andarsene dai propri paesi d’origine sottrae risorse umane e apre a un destino di schiavitù (Ma i vescovi africani sono contro le migrazioni).
Altro collegamento: migranti-Carola Rackete. A distanza di qualche mese dalla vicenda della Sea Watch 3, sempre Tanaglia ha inteso analizzare il caso a mente fredda, senza paura di scontrarsi con la narrazione patetica dominante che, invece di cercare soluzioni, alimenta il vuoto di responsabilità generale nell’effimera illusione della bontà del salvataggio (Perché Carola è tutto tranne che un’eroina). Migrazioni-globalizzazione-nuove ingiustizie-nuovi falsi modelli… Tra smart working e work life balance, Chiara Ferrari è andata alla ricerca delle nuove frontiere del lavoro, che potrebbero migliorare la nostra vita a 360 gradi (Lavorare meno e meglio: utopia o possibilità?). Nel suo nuovo libro Il nuovo ordine erotico (Rizzoli) il giovane pensatore Diego Fusaro è andato oltre. Ha contestato le attuali tendenze sessuali, a partire dalla teoria gender. Dopo aver distrutto nazioni, cultura e diritti sociali, la cultura dominante, attraverso l’“eroticamente corretto”, intende annientare la famiglia e la figura del padre (Il sesso sporco del neocapitalismo).
Alessia Ruggieri s’è interrogata su un altro fenomeno di costume: Musica trap: cattiva influenza o specchio della società? Le hit che fanno impazzire i ragazzi, schizzando in cima alle classifiche, sono da tempo nell’occhio del ciclone per il messaggio poco educativo che trasmettono. Ma oltre lo scandalo (forse) c’è di più. Globalizzazione-controlli di massa-rischio del Grande Fratello. Ancora la Ferrari si è chiesta se non ci sia da preoccuparsi dei sistemi di videosorveglianza sempre più pervasivi (Telecamere ovunque: più sicurezza o meno libertà?). Globalizzazione-cambiamenti climatici? Elena Giuntoli ha centrato un proprio articolo su come affrontare i temi ambientali, andando oltre gli allarmismi e la disperazione e promuovendo azioni di contrasto (Raccontare il clima: appunti per un giornalismo positivo e coinvolgente). Sonia Giudici ci ha inviato un racconto fotografico de La scelta di Martina: una giovane nata in Lombardia, che da due anni ha deciso di vivere in un furgone, a Tarifa (Andalusia), il punto più meridionale dell’intera Europa continentale, in armonia con la sua lotta ecologista.
Globalizzazione-affanno delle democrazie? Paolo Romoli ha approfondito la tematica de La grave crisi delle leadership: oggi i leader basano tutto il loro potere sul consenso immediato del popolo. Ma per quanto tempo ancora si potrà continuare in questa direzione? Più leggeri i contributi “internazionali” di Emanuela Susmel su Emergency Poet, la particolare missione di Deborah Alma, la “scrittrice-dottoressa” inglese che prescrive pillole di poesia per curare solitudine e depressione (Pronto soccorso poetico? Nel Regno unito funziona per duemila persone all’anno). Sempre la Ferrari ci ha parlato della trovata pubblicitaria di una sperduta isoletta del nord della Scandinavia, che avrebbe eliminato lo stress del tempo: Sommarøy (Norvegia), aboliti gli orologi… o no? Tornando in Italia, Silvia Franzone ha posto l’accento sui cronisti del Belpaese sottoposti a minacce o querele che intendono limitare la loro libertà di espressione (e talvolta è persino necessaria la protezione di una scorta; Giornalisti d’inchiesta in Italia: i rischi del mestiere) e sempre la Ruggieri su Caro affitti e speculazione: se l’università diventa un lusso (Roma, Milano, Bologna, Torino: nelle principali città italiane trovare un alloggio a prezzi accessibili è ormai impossibile, tanto che molti studenti fuorisede sono costretti a tornare a casa).
Concludiamo con la cultura. Oltre a vari libri, la nostra rivista ha recensito i più interessanti film del momento con Arianna Mazzanti (C’era una volta a Hollywood: Tarantino e la cinefilia di una volta) e con un doppio Michele Piatti all’esordio (il nuovo film di Mario Martone: Il sindaco del rione Sanità: De Filippo in chiave pulp? e Martin Eden e l’attualità delle ideologie). Infine, vi invitiamo a iscrivervi al nostro Seminario di scrittura giornalistica (valido per CFU), con lezioni per lo sviluppo Seo e note di comunicazione, audiovisiva e per i social media (Bologna, novembre 2019-gennaio 2020): 14ª edizione, che si terrà, come al solito, presso Unci Formazione, in via Cincinnato Baruzzi 1/2. A presto.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIV, n. 166, ottobre 2019)