Il benessere dei cani è una responsabilità che spetta ai padroni. Verona ReBow e Jonathan Dune parlano della dieta canina in “Cani vegetariani” (Impronte di Luce edizioni)
«Se un’attività è allo stesso tempo crudele e non necessaria allora è sbagliata. Servirsi di altri animali (i cosiddetti animali di fattoria) per nutrire i nostri animali da compagnia è crudele, poiché causa sofferenza e morte, e non necessario, in quanto è dimostrato che i cani possono vivere bene e in salute con una dieta vegana». Le parole di Verona ReBow sono il fondamento etico su cui è costruito il libro Cani vegetariani. Verso un mondo senza sfruttamento (Prefazione di Todd Metcalf, Impronte di Luce edizioni, pp. 80, € 12,00), che si avvale anche della collaborazione di Jonathan Dune.
Questo piccolo libro, rilegato a spirale, è rivolto a chiunque voglia approfondire l’argomento ma, soprattutto, a vegetariani e vegani, che già hanno abbracciato uno stile di vita non violento e che sono interessati a capire meglio se e come allargare la loro scelta ai propri amici pelosi. In primo luogo, gli autori pongono una semplice domanda: «Dato che cereali, verdure e integratori, ottenuti senza causare sofferenza, sono in grado di soddisfare tutti i bisogni di un cane, perché non scegliere quella dieta che causa la minore sofferenza possibile?». Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), «I cani hanno bisogno di specifici nutrienti, non di specifici alimenti». Una corretta nutrizione, quindi, non sembra essere direttamente correlata alla presenza di carne nei pasti.
Siccome la teoria è importante, ma la pratica rende meglio l’idea, in Cani vegetariani vi è una sezione con svariate ricette per preparare pasti vegani salutari, snack a base di frumento integrale e indicazioni sulla loro somministrazione: si affronta così anche il diffuso problema dell’obesità. Un’attenzione particolare è riservata anche alla cura dei cani convalescenti e anziani e al corretto utilizzo degli integratori, i quali sono descritti uno per uno con proprietà ed effetti. Un bel capitolo riguarda l’abc della nutrizione: dai classici interrogativi su come capire se stiamo somministrando al nostro cane una dieta bilanciata, alle diverse componenti che costituiscono un pasto completo.
La dieta canina è paragonabile a quella umana: non ne esiste una ottimale, perché ogni cane o uomo presenta caratteristiche peculiari che lo rendono adatto o inadatto per alcune tipologie di alimentazione. Come sottolinea nella Prefazione il veterinario Todd Metcalf: «Non esistono studi che valutino la salute dei cani lungo tutto il corso della loro vita confrontando i diversi tipi di alimentazione. Di conseguenza, nello scegliere il cibo per i nostri cani, dobbiamo affidarci alle nostre conoscenze, alla nostra saggezza, al buonsenso e all’esperienza, per imparare ed esplorare. Forse c’è un unico modo ottimale di nutrirli, ma forse ce ne sono diversi, e forse la razza, l’età e l’ambiente di vita possono influire sulla definizione di dieta ottimale».
Secondo gli autori del libro, il benessere del cane è influenzato moltissimo anche dal corretto atteggiamento del padrone, dalla qualità del tempo che viene dedicato al gioco, alle coccole e all’attività fisica. All’interno del volume vi sono capitoli dedicati a utili consigli per impostare un rapporto sano e rispettoso con il proprio amico, ma soprattutto per ricordare che accogliere un cane nella propria quotidianità significa prendere un impegno per la vita. Questo volume non parla solo di nutrizione canina, ma anche di benefici per il pianeta e per tutti quegli animali che, con la loro vita e i loro corpi, forniscono cibo agli altri. Proprio per questo, in fondo al libro, è stato inserito un elenco verificato di fornitori di alimenti vegetariani e vegani per cani, che possono essere reperiti nei negozi per animali o direttamente online.
Dopo aver approfondito l’argomento, grazie alla sintesi e alla completezza delle informazioni fornite da questo piccolo manuale, l’interrogativo permane: è giusto imporre una nostra scelta anche a chi non può farlo? Il cane è in tutto e per tutto dipendente dal compagno umano, che ha la grandissima responsabilità di curare il suo benessere psicofisico operando scelte intelligenti. D’altro canto, somministrare una dieta vegana errata può essere molto dannoso per l’animale; ignorare, però, ciò che sta dietro a un’alimentazione fatta di carne e pesce è altrettanto recriminabile. Libri come questo sono piccole luci che inducono a riflettere o, quanto meno, a prendere in esame una questione che sta diventando sempre più attuale. Per fortuna.
L’immagine: la copertina del libro Cani vegetariani.
Jessica Ingrami
(LM MAGAZINE n. 23, 14 aprile 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 76, aprile 2012)
Wow jessica, è un piacere leggere questo articolo e constatare che questo mese è stata posta tanta attenzione sul tema della salvaguardia degli animali!
Conoscendomi, potrai immaginare che mi sono già interessato al tema, e aggiungo che la mia micia è da poco diventata vegana come me! Certo se la questione è spinosa per i cani, figuriamoci per i gatti, che sono carnivori per eccellenza.
Il fatto è molto semplice: quale sarebbe l’alimentazione NATURALE di un animale domestico come un cane o un gatto? Senza alcun dubbio NON è quella che ci viene proposta dalle varie marche di cibo specializzato che, oltre al presunto 4% di carne, contempla una massiccia presenza di scarti di macellazione (ossa, peli, pelle, viscere ecc.. ma anche sostanze chimiche, antibiotici, anemizzanti.. la lista è infinita). Ma poi, anche se questo fosse composto da vera carne scelta, un cane o un gatto in natura mangerebbero un salmone, una mucca o un maiale?
Se invece decidiamo di dare al nostro animale gli scarti della tavola o comunque di preparargli la pappa a partire da cibo “umano”, si capisce ancora meglio come “la natura” e il rispetto per le esigenze dell’animale possano venir meno facilmente.
Insomma, alla tua domanda “è giusto imporre una nostra scelta anche a chi non può farlo?”, io rispondo che dal momento che hai un animale tu compi la scelta di come nutrirlo, sia con scatolette del discount, sia con avanzi dei propri pasti, sia con cibo vegano. La differenza è che quest’ultima scelta esclude la sofferenza e la morte di altri animali che, evidentemente, non hanno meno diritto del nostro compagno di avere una vita sana e serena. E’ ovvio che ci vuole consapevolezza nel nutrirlo in questo modo, ma credi che ce ne voglia meno nel dargli scatolette o avanzi?
Non so se ho reso l’idea, intanto saluto te e la redazione.
Ciao Luca,
leggo solo ora il tuo commento, sinceramente molto interessante. Alla tua domanda “un cane o un gatto in natura mangerebbero un salmone, una mucca o un maiale?” io ti risponderei (guidata dal buon senso, non da conoscenze specifiche) che credo mangerebbero carne, sicuramente lo farebbe il gatto (topi, lucertole, passerotti). La questione alimentare degli animali domestici credo sia un argomento spinoso: secondo il libro che ho recensito, è assolutamente possibile nutrirli con cibo vegano, al quale però devono essere aggiunti integratori e sostanze minerali.
Dal mio punto di vista, non è una questione etica o meno, ma anche una questione di tempo/denaro. Per alimentare il mio cane con cibo vegano ho due strade: comprare crocchette vegane (di aziende cruelty free verificate, altrimenti sarebbe un controsenso), oppure fare da me il cibo che gli servo. Nel primo caso, i prezzi sono veramente proibitivi e non tutti possono permettersi di pagare oltre 40€ un sacco da 10kg di crocchette. Nel secondo caso, invece, mi mancherebbero tempo e conoscenze per preparare un pasto completo che non gli crei mancanze nel tempo (sempre se diamo per scontato che non può vivere di solo riso e zucchetti, ma presumo servano anche cereali, vitamine, proteine..).
Detto questo, io sono d’accordo con te. Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio per poter portare avanti con costanza e raziocinio una scelta, un pò come abbiamo fatto noi per diventare vegetariani/vegani.
Un caro saluto
Jessica