Il 15 e 16 maggio si avvicinano. La campagna elettorale per le amministrative bolognesi entra nel vivo. Abbiamo assistito a boutade e strani proclami. Ogni candidato sindaco ha fatto la lista dei problemi, una specie di cahiers de doléances, scaricando la colpa e le responsabilità su altri. Si pensa poco alla prospettiva, alla direzione che la città deve decidersi a prendere per diventare finalmente una grande città europea, al ruolo che intende giocare in quanto capoluogo di regione, sede di una delle più importanti università al mondo e ricca di tante peculiarità e potenzialità positive troppo spesso non messe in risalto come meriterebbero. Bologna non merita questo.
Ecco, mi vengono in mente tante cose di cui ha/non ha bisogno la nostra città.
Bologna in grande
Bologna non ha bisogno di provincialismo, ha bisogno di fare sistema con le altre realtà regionali e di guardare all’Europa.
Bologna non ha bisogno di paure, ha bisogno di cultura laica.
Bologna non ha bisogno di piangersi addosso su quello che era e sulla sua deindustrializzazione, ha bisogno di rilancio e di una rivoluzione ambientale con i posti di lavoro che può creare, con la qualità della vita che può migliorare, con la ricerca e le opportunità economiche che può generare.
Bologna e una politica positiva
Bologna non ha bisogno di volpi e demagoghi, ha bisogno di persone di buonsenso che analizzando i dati elaborino soluzioni all’altezza dei tempi.
Bologna non ha bisogno di stupidi proclami che limitano e puniscono, ha bisogno di più senso civico e di più educazione.
Bologna non ha bisogno di persone solo integerrime, determinate o devote al raggiungimento del loro obiettivo, ha bisogno magari anche di sani compromessi stilati per il suo bene: «Dove siamo integerrimi non cresce nessun fiore», scrive il poeta israeliano Yehuda Amichai.
Bologna aperta
Bologna non ha bisogno di emarginare le differenze, ha bisogno di abolirle in nome della pienezza dell’individuo e dei suoi diritti che, se rispettati, diventano anche doveri.
Bologna non ha bisogno di pregiudizi, ha bisogno di tornare a distinguere non per categorie, ma tra individuo e individuo, tra un essere umano e un altro essere umano.
Bologna vivibile
Bologna non ha bisogno di tenere tutto in centro, ha bisogno di cominciare a decentrare.
Bologna non ha bisogno di People Mover, ha bisogno di potenziare e sfruttare meglio la propria rete suburbana.
Bologna non ha bisogno di Civis ma di sicuro ha bisogno che vengano sistemate le sue strade.
Bologna non ha bisogno di orinatoi impazziti, stile Il piccolo diavolo, che a ogni angolo lascino la propria traccia, ha bisogno di vespasiani.
Bologna è una città bellissima in cui vivere, deve rilanciarsi e credo che anche per questo Bologna abbia bisogno pure di LucidaMente.
L’immagine: scorcio della sala del Consiglio comunale (già Galleria del Senato) di Bologna.
Giuseppe Lavalle
(LucidaMente, anno VI, n. 65, maggio 2011)