Anche le grande banche e gli organi istituzionali cominciano a occuparsi del fenomeno, con tutte le sue opportunità e i suoi rischi
Ormai sono uno degli asset più richiesti in questa prima fase del 2021, trattati su tutti i principali giornali e bramati da investitori di ogni genere. I Bitcoin sono le criptovalute più famose, e per il momento anche le più quotate sul mercato: quasi 50mila dollari di valutazione, una soglia record che ha spinto il mondo intero a parlarne facendo esplodere la Bitcoin-mania.
Anche i grandi interlocutori se ne stanno accorgendo: a partire dai governi di molti paesi, che hanno iniziato a mettere in evidenza la necessità di sdoganare il tema; e poi le grandi banche mondiali, ad esempio JP Morgan, che ha inviato un report ai propri clienti di private banking Usa evidenziando rischi e opportunità di investimento nelle valute digitali, a partire proprio dal Bitcoin. Ci sarebbe da citare poi anche qualche gigante del web, come ad esempio PayPal, il re dei pagamenti online, che ha dichiarato di voler inserire proprio il Bitcoin tra i metodi per inviare e ricevere pagamenti tramite la piattaforma; e all’orizzonte ecco spuntare Amazon, il colosso degli e-commerce, pronto a integrare un sistema di pagamento basato proprio sulle criptovalute.
Attenzione alla volatilità
Tuttavia, un elemento da tenere in considerazione quando si decide di investire nel Bitcoin (perché da strumento di pagamento online è diventato a tutti gli effetti un asset su quale puntare) è il rischio di volatilità: ovvero, la quotazione non proprio stabile che può portare un asset a raggiungere picchi elevati in un batter d’occhio così come a crolli improvvisi. I prezzi delle criptovalute sono volatili per definizione, come si può vedere dalla quotazione del Bitcoin presente al seguente link: kriptomat.io/it/bitcoin-btc-valore/. Per capirci, il meccanismo è il medesimo cui si assiste sul mercato delle azioni quando un numero enorme di acquirenti e venditori offre una quotazione leggermente più bassa o più alta rispetto a ciò che potrebbero comprare e vendere. E si tratta anche di un mercato soggetto alla speculazione, come si è visto negli ultimi mesi, con il valore complessivo degli asset dettato sì dal mercato, quindi dalla domanda e dall’offerta, ma anche dalle notizie che circolano sui media (e in questi mesi di Bitcoin si parla davvero parecchio), oltre che dalle decisioni prese a livello governativo o da istituzioni importanti.
A questo riguardo, un interessante studio di Goldman Sachs afferma che la domanda di hedge fund e fondi pensione sarà cruciale per sostenere il rialzo della criptovaluta; così come la domanda, crescente, da parte degli organi istituzionali. In sostanza, se la tendenza si dovesse confermare, il Bitcoin potrebbe non essere una bolla speculativa destinata a sgonfiarsi a breve, come alcuni addetti ai lavori si erano affrettati, forse troppo presto, a sostenere.
Le immagini: a uso gratuito da pixabay.com.
Isabella Parutto
(LucidaMente 3000, anno XVI, n. 183, marzo 2021)