Un boom che coinvolge milioni di italiani. Qualche consiglio – che rimarrà inascoltato – per non rovinarsi finanze e salute…
Cominci a giocare. Punti. Vinci, vinci ancora, perdi, recuperi puntando somme maggiori, rivinci parecchio, perdi, vinci, punti per vincere almeno quanto avevi accumulato, perdi, perdi, perdi. Fai l’ultima puntata col poco che ti è rimasto. È incredibile, perdi ancora! Non ti resta più nulla. Sei stato completamente pelato. Frustrazione, rabbia e dolori (psicosomatici) allo stomaco, al fegato, agli intestini… Un colpo alle finanze e alla salute.
È questo che succede quando ci imbattiamo in una combriccola di esperti biscazzieri (per saperlo è sufficiente aver visto qualche bel film sul poker e simili). Ma la medesima cosa accade pure se giochiamo on line. E non solo se lo facciamo con gestori posti in esotiche località dell’Est Europa, ma anche con quelli “sicuri” legali in Italia, che recano la vecchia sigla Aams (Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato), oppure quella nuova Adm (Agenzia delle dogane e dei monopoli). Chi è in grado di controllare gli algoritmi che gestiscono le carte, le palline della roulette, le ruote delle slot machine? In Italia, tutti giocano, tutti scommettono. E il fatto di poterlo fare da casa, on line, 24 ore su 24, rende tutto mostruosamente facile e intenso.
È un folle boom (vedi l’intervista della nostra Chiara Ferrari all’esperto Giampiero Moncada: Gioco d’azzardo: l’area grigia), che il Governo Conte, in particolare col vicepremier Luigi Di Maio, ha cercato di arginare impedendone la pubblicità. Ma è un male impossibile da eliminare. Allora, proviamo a svelare qualche verità e a fornire qualche consiglio agli utenti. Suggerimenti che – ribadiremo alla fine – resteranno inascoltati perché, come la droga, il gioco si basa sulla compulsività, sulla coazione a ripetere, sull’illusione che “tanto smetto quando voglio”. E perché vincere – anche se solo qualche volta – dà piacere, euforizza, ci fa sentire degli dèi. Ecco il classico “decalogo”.
- Discorso generale. Il banco, ovvero i gestori dei siti on line sono grandi investitori, aziende a volte pure quotate in borsa, con centinaia o migliaia di dipendenti. Devono trarre profitto, far soldi. È un business basato sulle illusioni e le compulsioni degli scommettitori. Le probabilità statistiche sono nettamente a sfavore del giocatore.
- Come accennato sopra, non giocare su siti non sicuri e/o stranieri. Se è quasi certo che perderete sui portali “onesti”, negli altri verrete spellati vivi e si potrebbero compiere anche sottrazioni di denaro dal vostro conto e furti d’identità.
- Si chiama gioco, ma non è un gioco. Nessuno gioca per il puro divertimento. Ed è normale sia così. Si gioca per vincere denaro. Molto. Il possibile e l’impossibile. È la natura umana, baby.
- Abbiate chiaro in mente che vincere è l’eccezione, perdere è la regola.
- Prima di iniziare, decidere quindi non quanto si vuole vincere, ma quanto si vuole perdere. E fermarsi lì. Chi vuole recuperare le sconfitte, resterà privo di tutti i soldi. Recare al gioco somme maggiori non dà più probabilità di vincita, ma di perdere più denaro.
- Corollario: mai cercare rivincite. Avete perso: accettate la sconfitta, che è la normalità. E non attendetevi mai che, prima o poi, vi capiterà una buona vincita, un colpo grosso che rimetterà i vostri conti in attivo.
- Vincere e smettere subito. È la scelta più saggia, ma anche quella più difficile da attuare: “Se ho vinto 20 euro, perché non dovrei vincerne 100”? Diciamo che, se “il banco” vi ha “permesso” di vincere un 20% sulla somma che intendete rischiare, vi è andata bene. Ma anche un 10% va benissimo. Se avete aperto un conto on line, prelevate subito e stop.
- La fortuna del principiante. Sembra irrazionale, ma esiste davvero. Un buon motivo, soprattutto per il novellino, di ritirare i soldi e andarsene.
- Guardare l’orologio. Più si gioca, più passa il tempo, più aumentano le probabilità di perdere. Facciamo venti minuti? Sembrano pochi, ma la velocità, che non permette al “pollo” di pensare, è la caratteristica dei giochi. In venti minuti avrete fatto decine e decine di mani.
- Non giocare o non continuare a giocare se si è stanchi, assonnati, brilli o comunque poco lucidi. In questi casi la percezione risulta alterata. Si gioca male e non si sa neanche quanto denaro si stia volatilizzando.
Diverso è il caso delle scommesse su eventi sportivi. Tranne che in alcuni sport, in alcuni campionati e in alcune partite, non vi sono gare truccate. Tuttavia, anche in questo azzardo le statistiche sono tutte a sfavore dello scommettitore. Un enorme apparato di esperti dei vari sport, di statistici e di informatici programma le quote e rende quasi impossibile che complessivamente il gestore perda. Beh, dopo aver scritto tanto, sappiamo di aver fatto una fatica inutile. Non seguirete alcuno dei nostri consigli. Continuerete a giocare per strafare e in modo compulsivo, perché questa è la caratteristica di ogni giocatore. Vorrete stravincere. E perderete. Tutto. In bocca al lupo!
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIII, n. 164, agosto 2019)