Nel proprio romanzo breve “L’Alba di un nuovo domani” (autoprodotto presso Amazon) la scrittrice bolognese Emanuela Susmel tocca con sensibilità e ritmo narrativo alcune tematiche della società odierna
Impegnativo lavoro presso uno studio professionale, famiglia, figli, marito, chiamate al cellulare mentre si guida, traffico cittadino, vizio del fumo e dei social… stress, stress, stress. È la vita che, chi più, chi meno, facciamo tutti, direte voi.
A parte che ci sarebbe molto da discutere sulla dignità e l’equità di un’esistenza così, cosa accade se essa è condotta da una donna cui, per di più, capita un grave imprevisto, anzi due? Pur senza voler rivelare nulla dei fatti narrati, è questo l’argomento del romanzo breve L’Alba di un nuovo domani (Prefazione di Francesca Ancidei, autoprodotto presso Amazon, pp. 78, € 7,00) della bolognese Emanuela Susmel, collaboratrice fissa di LucidaMente e già autrice di Un sogno chiamato Vittoria. Evidentemente, alla scrittrice piace inserire nei titoli delle sue opere i nomi delle protagoniste delle vicende narrate, per di più con una valenza emblematica (vittoria, alba…). Questo suo nuovo lavoro è composto da sedici fulminei, avvincenti capitoli, più un Prologo e un Epilogo. Il fiato del lettore resta sospeso alla fine di ogni capitoletto, col desiderio di sapere come proseguirà la vicenda.
Ed è appunto il ritmo una delle caratteristiche del romanzo, un ritmo davvero incalzante nelle parti del volume che raccontano le frenesie della vita quotidiana, e che, invece, diventa più sospeso in altre parti, fino a divenire lento e soffuso di sentimenti, col recupero di una più umana dimensione del tempo. Scrive saggiamente la Susmel: «Il tempo che scorre è una continua ricerca di equilibri personali e familiari; a giorni faticosa; a giorni appagante. Al chiarore del dì che sta sorgendo, una nuova consapevolezza si sta facendo largo […]: ogni momento è diverso da quello precedente e da quello che verrà».
Il messaggio più pregnante del libro, infatti, è l’invito alla rinascita, a ri-valorizzare la vita e noi stessi. Afferma ancora la scrittrice: «Riflettiamo su ciò che di sbagliato ci dimora dentro; senza esclusione di colpe; senza aver paura di nasconderci nulla. Facciamo esplodere ciò che è rimasto imploso in noi da troppo tempo ormai; trasformiamo in buono ciò che finora è stato cattivo. Facciamolo senza falsità». Un’ultima annotazione sulla qualità dell’impaginazione sulla grafica del volumetto: ottima, specie considerando che si tratta di un’autoproduzione. E, soprattutto, un libro ben scritto, caratterizzato da uno stile chiaro ed efficace.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XIII, n. 152, agosto 2018)