Le perplessità sull’implantologia sottocutanea Rfid, a partire dagli Stati Uniti. L’incubo del Grande Fratello di Orwell
Da qualche tempo circola sul web la notizia che negli Usa si prepara una legge per rendere obbligatoria l’implantologia sottocutanea Rfid (Radio frequency identification, ndr) come nuovo sistema di identità evoluto.
L’obiettivo dichiarato è di creare un registro nazionale di identificazione che permetterà di «seguire meglio i pazienti avendo a disposizione tutte le informazioni relative alla loro salute». L’impianto di un microchip per i pazienti che contenga tali informazioni, effettivamente, viene perseguito da un po’ di tempo (in attesa che la proposta diventi legge, in vista del nuovo piano sanitario di Obama), ma già oggi, negli ospedali americani sono adottate tecnologie Rfid e si è già iniziato a impiantare per scopi sanitari i chip Rfid in pazienti come quelli, ad esempio, che hanno la malattia di Alzheimer, così come in Italia si stanno impiantando per monitorare la curva glicemica dei diabetici.
Certo, ancora non è obbligatorio, ma sia negli Usa che in vari stati occidentali ci sono diversi gruppi politici che sostengono e spingono in questa direzione. E possiamo prevedere che, visti i lauti guadagni possibili per le ditte che producono questa tecnologia, tutto ciò diventi non solo legale ma presto anche obbligatorio. C’è, senza dubbio, una spinta da parte dell’industria privata, degli investitori e dei governi a stimolare e promuovere presso l’opinione pubblica questa tecnologia per scopi di “sicurezza” sia nel campo medico che in altri…
E anche in Italia si sta lavorando per introdurre l’implantologia Rfid come metodo di controllo psicofico. Già Berlusconi l’aveva anticipato su il Giornale parlando di una sperimentazione dell’impianto del chip “salva salute” proprio al San Raffaele, mettendola sotto la forma tipica del berlusconismo: «Con questo chip vivremo tutti fino a 120 anni, italiani!» (magari è un chip pensato anche per allungare l’età pensionabile…).
Dobbiamo vigilare costantemente e impedire che i dittatori “democratici” schedino tutti i cittadini rendendoli docili marionette nelle loro mani con la scusa della prevenzione sanitaria.
Ricordate che anni fa ci provarono pure con il braccialetto “antiviolenza” per le donne?
Paolo D’Arpini (Circolo vegetariano VV.TT.)
(LucidaMente, 5 agosto 2011)