Due recenti pubblicazioni edite da Byoblu hanno quasi lo stesso titolo. I due autori sono Valentino Bellucci e Mauro Scardovelli. Ma le loro proposte e la loro speranza di una rinascita per il nostro Paese possono realizzarsi?
Periodicamente, in Italia, sorgono movimenti che si ispirano al nostro Rinascimento, vale a dire uno dei più splendidi periodi artistici, intellettuali e culturali dell’umanità, e che se ne augurano una “resurrezione”. Ad esempio, tra gli anni Settanta e gli inizi degli anni Novanta dello scorso secolo, si fece promotore di tale rifioritura il controverso psicanalista Armando Verdiglione. Inventò la cifrematica, pubblicò riviste come Spirali (1978), con relativa casa editrice, e Il Secondo Rinascimento (1991), e fondò l’Università internazionale del Secondo Rinascimento.
Due libri intrisi di spiritualità e di indignazione anticapitalista e antiliberista
Beninteso, nulla, tranne che il richiamo al Rinascimento, hanno a che fare con Verdiglione e il suo movimento culturale gli autori e i loro libri che vogliamo segnalarvi in questo nostro contributo. Entrambi targati Byoblu Edizioni, cioè la casa editrice dell’unica tv italiana indipendente e «dei cittadini», ambedue contengono stranamente, nel loro titolo, il termine «Nuovo Rinascimento».
Sono Idee per un nuovo Rinascimento. Tutte le conoscenze segrete per creare una civiltà più consapevole (Prefazione di Massimo Citro, 2021, pp. 200, scontato € 9,00) del docente di Storia e Filosofia Valentino Bellucci. E Verso un nuovo Rinascimento. La rivoluzione Costituzionale, Spirituale e Cristica che ci aspetta (2023, pp. 230, scontato € 11,00) dello psicoterapeuta Mauro Scardovelli.
I contenuti delle due pubblicazioni hanno in comune almeno un paio di elementi: un impulso verso la spiritualità e, quindi, la spinta verso un percorso spirituale individuale; la critica spietata al materialismo e al capitalismo, specie nella sua attuale versione finanziaria e neoliberista, ritenuta la colpevole della nostra infelice condizione contemporanea, tendente al transumanesimo.
Entro tale ambito comune, si delineano alcune differenze: Bellucci è permeato di religiosità orientale; Scardovelli di cristianesimo. Inoltre, il primo cerca più soluzioni individuali. Il secondo affronta importanti nodi politici e delinea modelli costituzionali con a base la nostra attuale Carta del 1948.
L’epoca della quantità e l’anima alla ricerca della Bellezza
Bellucci infarcisce il proprio testo di molteplici riferimenti e citazioni a maestri della spiritualità e del misticismo, da Meister Eckart a René Guénon, ma cita anche Origene, Karl Marx, Albert Caraco e tanti altri, che hanno denunciato la violenza e il materialismo imperanti.
L’autore scrive che nella società attuale vi «è il totale dominio dell’aspetto quantitativo in ogni aspetto della vita. […] Non c’è più posto per l’incommensurabile, per l’infinito, per il sacro, sorgente perenne della qualità e del suo mistero». Credendo di “emanciparsi”, l’uomo occidentale ha abbandonato la religione per abbracciare la scienza. Ma «lo scientismo non è meno oscuro del peggiore dei dogmatismi religiosi». Infatti, oggi viviamo «in una costante separazione psichica dal resto dell’armonia cosmica». Molte belle pagine sono appunto dedicate alla pietà verso i nostri fratelli animali, che nel nostro mondo vengono usati come oggetti e cibo.
La cultura disumana, anzi transumana, si riflette nell’ambito sociopolitico, in maniera sempre più tragica, se pensiamo che solo «fino a mezzo secolo fa vi erano ancora degli statisti di grande onestà e statura intellettuale». Tuttavia, «l’anima eternamente resta legata al suo desiderio di una relazione intima con la Bellezza Infinita»
La perdita della sovranità monetaria e il cappio del debito pubblico
Scardovelli pone al centro del proprio discorso l’analisi politica, individua le cause dell’attuale, dirompente perdita dei diritti di libertà e sociali e cerca delle soluzioni costituzionali e legislative.
Uno dei fattori fondamentali delle sempre maggiori indigenza e infelicità è la globalizzazione finanziaria, tra l’altro con la moneta a debito e quindi la sottrazione della sovranità monetaria: senza di questa «un popolo perde ogni potere di autodeterminarsi. La democrazia diventa una farsa. […] Non esiste più il diritto al lavoro. I popoli si impoveriscono, i banchieri si arricchiscono».
Lo stesso debito pubblico, oggi usato come un ricatto e un cappio, non è stato un problema finché esso era gestito dalle banche centrali pubbliche; era quindi interno allo Stato e apparteneva ai cittadini. Oggi le banche centrali sono privatizzate e il debito pubblico è per lo più nelle mani di speculatori finanziari esteri.
Più in generale, scrive l’autore, «il liberismo finanziario genera violenza e inimicizia in ogni forma di relazione […]. Per funzionare, il sistema bancario neoliberista presuppone la distruzione del pensiero critico e del pensiero dialogico. […] Il Neoliberismo distrugge ogni formazione umanistica e di democrazia». Gli “ex” cittadini divengono sudditi, animati solo da vuoti e stolti desideri materialistici e consumistici indotti dall’alto.
Scardovelli contrappone la «Società Costituzione» alla «Società Neoliberista» e delinea i nobili princìpi che impregnano la prima e i disvalori che costituiscono la seconda, tanto da vergare due diverse, immaginarie, Carte, coi propri articoli. La prima è fondata sull’amore, sulla verità, sul bene, sulla bellezza e sulla giustizia, con la sovranità che «appartiene al Popolo-comunità». Ripudia davvero «la violenza, l’ingiustizia e la guerra» e favorisce «lo sviluppo della cultura e del pensiero critico».
La «Società Costituzione» e la «Società Neoliberista»
In ambito economico la «Società Costituzione» non consente in alcun modo la «cessione di sovranità monetaria, economica e fiscale», tutela la proprietà privata e le imprese (soprattutto quelle piccole), che devono avere una funzione sociale, diffonde la ricchezza e il risparmio popolare e tutela la produzione nazionale. Inoltre difende l’ambiente, l’agricoltura, la biodiversità, la «libertà della ricerca scientifica e tecnica» e agisce per una medicina preventiva e una sanità per tutti. Ed elimina la burocrazia inutile, anzi folle.
Scardovelli insiste più volte sull’importanza di una «formazione umanistica» che formi persone e cittadini democratici, non autoritari, non violenti, empatici e compassionevoli, in contrapposizione a quella neoliberista tecnocratica, scientista, tesa solo al profitto e allo sfruttamento di natura ed esseri umani.
La seconda Costituzione, neoliberista, non è un modello, ma una denuncia quasi satirica, una reductio ad absurdum, dello stravolgimento di valori e princìpi nel quale viviamo.
Inoltre, nell’ultima parte del libro, l’autore idea un vero e proprio programma per un Paese più giusto, libero e felice, diviso in vari punti riguardanti i vari settori (cultura, energia, con la fusione nucleare, scuola, sanità, arte, informazione, proprietà, risparmio, produzione, sistema tributario, magistratura, famiglia, ecc.).
Purtroppo, nell’attuale realtà contemporanea, le proposte di Scardovelli appaiono utopie. Oggi, invece, dominano le distopie… Anche perché, scrive tristemente egli stesso, «l’assoluta maggioranza del popolo, “formattato” dalla propaganda mainstream, non è più in grado di capire la reale situazione catastrofica in cui versa, e ingenuamente, crede ancora di vivere in un paese, sia pure in difficoltà, ma ancora libero e democratico».
Rino Tripodi
(LucidaMente 3000, anno XIX, n. 219, marzo 2024)