Il drammatico rincaro delle bollette e la scelta degli utenti tra mercato libero e mercato tutelato
Per contrastare il caro energia, il decreto Aiuti bis ha introdotto una norma che blocca le variazioni di alcuni tipi di contratto di fornitura fino a maggio del 2023. Tale norma stabilisce la sospensione, fino al 30 aprile 2023, delle clausole che permettono alle imprese fornitrici di modificare in modo unilaterale i prezzi dei servizi. Una decisione utile a evitare la cosiddetta “rimodulazione”, ossia il cambio dei termini di contratto senza alcun accordo con il cliente, che riceverà soltanto una comunicazione riguardo il cambiamento.
Rincari bollette, il mercato libero conviene: parlano i dati
La novità, però, non vale per tutti i tipi di contratti ma solo per quelli che fanno parte del mercato libero dell’energia elettrica, nel quale le tariffe sono decise dal fornitore (nel mercato tutelato, invece, le tariffe sono decise dall’Arera-Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). La convenienza del libero mercato è evidente anche dalla differenza dei dati sul prezzo dell’energia elettrica relativi al primo trimestre del 2022, nel momento in cui è stato registrato il forte aumento dei prezzi. Nel mercato tutelato il prezzo dell’energia elettrica ha raggiunto il valore di 46 centesimi al kilowattora, mentre nel mercato libero il prezzo massimo raggiunto è stato di 37 centesimi. Con le migliori offerte si raggiungevano anche i 29 centesimi al kilowattora. A fine anno le famiglie, scegliendo il mercato libero, si trovano di fronte a una spesa di 998 euro, mentre scegliendo il mercato tutelato il costo annuo ammonta a 1.244 euro annui. La differenza tra i due mercati è resa evidente anche dal numero di clienti abbonati: circa il 60% delle famiglie sceglie il mercato libero.
Le possibili soluzioni europee
La crisi energetica diventa ogni giorno sempre più grave. Oltre alla crescita smisurata dei prezzi dell’energia, inizia a preoccupare l’imminente possibile chiusura di moltissime aziende che producono energia partendo dal gas, dovuta agli elevati prezzi delle materie prime. La preoccupazione è talmente alta che in molti si chiedono se sia il caso di modificare abitudini ormai consolidate nella propria vita, come, per esempio, spostarsi in automobile e cucinare con i fornelli. Anche il governo italiano è al lavoro su un possibile piano per ridurre i consumi durante il prossimo inverno.
La presidenza ceca ha fatto circolare un documento in cui sono riportate le possibili opzioni da seguire per la ripresa. In particolare il governo ceco si chiede se sia possibile trovare una soluzione a livello europeo, tramite la Banca centrale europea (Bce). Ma questa opzione sembra del tutto impossibile, dato che l’istituto monetario può prestare soltanto alle istituzioni finanziarie. Praga, invece, propone di modificare le norme che regolano il mercato energetico, e di sospendere la contrattazione dei derivati, per attenuare i prezzi in continuo aumento.
Non si sa ancora quale delle misure proposte possa essere scelta a livello politico. Sono previsti diversi incontri per analizzare le soluzioni proposte, successivamente la decisione finale verrà presa dai ministri. Una delle ipotesi migliori è che essi diano mandato alla Commissione europea per lavorare su proposte concrete di misure d’emergenza.
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Emilio Lonardo
(LucidaMente 3000, anno XVII, n. 201, settembre 2022)