Il rischio di una deriva antidemocratica, in difesa dei diritti sociali
Si è aperta ufficialmente la campagna di informazione Lettera aperta No al Patto dell’euro, per un’Europa dei beni comuni, no all’Unione Europea delle banche.
La campagna intende informare sulla verità sul debito, un debito – secondo i promotori dell’iniziativa – realizzato volutamente mediante l’euro e la privatizzazione delle istituzioni europee, allo scopo di subordinare al mercato globale i servizi di pubblico interesse e i cittadini europei. Il rischio successivo consisterebbe nella deriva antidemocratica dell’Unione Europea, da marzo formalmente subordinata al Fondo monetario internazionale, con lo svuotamento de facto delle istituzioni europee e nazionali.
Fondamentale è la difesa dei beni comuni: in primo luogo, la moneta come, che deve essere degli stati e controllata dagli stati, e poi l’acqua, la scuola, l’università, la sanità, i trasporti, l’energia, i territori e i lavori pubblici. La gestione deve essere pubblica e partecipata. Anche le banche centrali e nazionali devono essere pubbliche, e non private come ora, perché – sempre secondo gli attivisti della campagna – le politiche economiche non devono perseguire gli utili per le banche internazionali, ma per i cittadini tutti. Inoltre, le politiche attuali oggi affidano i servizi pubblici e la produzione di beni al mercato globale delle multinazionali a discapito delle piccole imprese locali, vera ricchezza dell’Italia
Altri punti fermi dell’iniziativa: la difesa dello stato sociale per i lavoratori; la lotta all’impoverimento dei cittadini; la visione della democrazia, secondo la Costituzione italiana, come abbinamento del diritto di voto alla compensazione degli svantaggi sociali.
La campagna è on line. Per ulteriori informazioni ed eventuali adesioni: https://sites.google.com/site/europaperibenicomuni/home.
(j.i.)
(LucidaMente, 5 novembre 2011)
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