Come nel mito del filosofo ateniese, i titoli di merito sono solo ombre della realtà celata
Le alte cariche nella pubblica amministrazione sono state raggiunte da persone divenute eccellenti in base a scartoffie, ma non in conseguenza di reali meriti come la resa giornaliera di un lavoro spossante, di uno studio assiduo o per chiara fama internazionale.
Si tratta di scartoffie compilate ad hoc da commissioni ministeriali col fine di promuovere specifici soggetti. È come una sala degli specchi dove appaiono solo le immagini di alcuni nomi, i relativi titoli e i correlati giudizi positivi. Le reali opere non esistono, perché dietro gli specchi c’è il nulla. Tutto ciò ricorda il mito della caverna di Platone, dove i prigionieri incatenati dall’infanzia, dai piedi al collo, costretti in una caverna buia, possono fissare solo il muro davanti a loro. I malcapitati vedono sulla parete le proiezioni di strane ombre che ritengono reali. Una persona esterna alla caverna avrebbe l’esatta idea della situazione, nascosta e deformata agli occhi dei prigionieri. Sconsolata conclusione: siamo come nel mito di Platone.
Giuseppe C. Budetta
(LM MAGAZINE n. 25, 15 settembre 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 81, settembre 2012)