Con “Black Hole” i due noti architetti Blatz e Saracino hanno fornito la propria interpretazione del fenomeno astronomico. Dal 20 giugno 2015 presso la Fondazione Cuoa
Black Hole, questo il nome della loro ultima creazione, è stata realizzata dagli architetti Steve E. Blatz, newyorkese, e dall’italiano Antonio Pio Saracino per la mostra Energia per la Creatività, organizzata con il FuoriSalone di Milano e in linea con il tema di Expo 2015.
L’opera, inizialmente collocata nel cortile dell’Università statale di Milano, dal 20 giugno 2015 sarà visibile ad Altavilla Vicentina presso la Fondazione Cuoa (via Marconi 103). Essa è il frutto della collaborazione tra i due artisti e tre aziende leader nel settore del design: Zordan, Marzorati Ronchetti e Vetreria Bazzanese. Si tratta di imprese simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo, quasi sconosciute al grande pubblico a causa della specificità dei loro prodotti che si rivolgono a una nicchia di mercato. La Zordan nasce come falegnameria nel 1965 a Vicenza e, nel corso degli anni, diventa nota a livello mondiale per i progetti di interior design d’alta gamma. Tra le collaborazioni più significative dell’azienda si trovano quelle con Ferragamo, Bulgari, Armani. È di inizio aprile 2015 la notizia dell’acquisizione da parte dell’azienda vicentina del 70% delle quote della Marzorati Ronchetti, nota come “la sartoria del metallo”. L’obiettivo è quello di recare la propria progettazione d’interni, dopo che nelle grandi boutiques e abitazioni, anche in gallerie d’arte e yacht privati.
Come ha dichiarato lo stesso amministratore delegato Maurizio Zordan, la partecipazione a Energia per la Creatività vuole celebrare il recente matrimonio tra queste due aziende e simboleggiare la loro rilevanza a livello internazionale attraverso la collaborazione tra l’italiano Saracino e lo statunitense Blatz: «È un momento importante per tutti noi e un’occasione per valorizzare le capacità, i talenti e l’artigianalità italiana presentando un’opera dove ogni pezzo è unico e ogni dettaglio studiato e adattato alle esigenze del progetto».
Anche l’architetto Blatz ha collaborato con grandi marchi, realizzando flagship boutique, ossia veri e propri modelli di negozio, ad esempio per Tiffany & Co. Originario di Boston, nel 1994 fonda a New York l’azienda Steve Blatz Architects. Diventa noto per lo stile accogliente e contemporaneo delle sue strutture, che sfruttano materiali naturali e l’effetto omogeneizzante della luce. Blatz è anche vincitore del prestigioso premio americano di architettura Best of Year Award per il progetto TriBeCa Penthouse, con il quale ha realizzato un’oasi urbana in cima a un grattacielo di New York. Un’idea che rende vivibile uno spazio altrimenti inutilizzato e di certo destinata a fare scuola. Considerato «uno dei venticinque più interessanti trendsetter al mondo» da ARTnews e uno dei più importanti architetti italiani in assoluto, nel 2014 Saracino è stato incluso nell’esposizione per il 450° anniversario della morte di Michelangelo alla Galleria dell’Accademia di Firenze. I monumenti e gli edifici da lui progettati sono famosi a livello internazionale e alcune sue opere sono esposte nei più celebri musei, tra i quali quello di Brooklyn e il Museo di arte e design di New York. Nel 2013 ha realizzato The Guardians: Hero and Superhero, due sculture in marmo e acciaio oggi collocate all’entrata del Midtown Manhattan’s Bryant Park. E la sua carriera è solo all’inizio: Saracino ha appena quarant’anni.
La collaborazione tra i due architetti e le tre aziende di fama mondiale ha permesso l’uso di materiali ricercati e la realizzazione di un progetto del tutto originale. Il risultato è Black Hole: un padiglione cilindrico, pensato come uno spazio di sosta grazie alla comoda seduta in legno scuro alla base. Le pareti del basamento sono in vetro inciso, invece la parte superiore è costituita da tavole lignee rivestite in acciaio a specchio che riflette lo spazio intorno creando un effetto destabilizzante per l’osservatore. Le decorazioni sono semplici linee che percorrono tutta la superficie, dando così l’impressione di un movimento concentrico. L’architettura è stata pensata per assorbire luce ed energia come un buco nero, mentre la forma cilindrica vuole suggerirne la distorsione spazio-temporale. Anche l’interno della costruzione evoca il fenomeno astronomico. Guardando verso l’alto dall’interno, si possono vedere una serie di ellissi irregolari sovrapposte che riflettono la luce creando un’atmosfera surreale. Una struttura avveniristica degna di un film di Christopher Nolan. O, magari, di un’ulteriore rielaborazione della teoria dei buchi neri.
Le immagini: i due architetti Steve E. Blatz e Antonio Pio Saracino e Black Hole (2015, legno, acciaio e vetro).
Vittoria Colla
(LucidaMente, anno X, n. 114, giugno 2015)