Il Psi felsineo formula una serie di proposte riguardanti la riorganizzazione amministrativa del territorio
La negativa congiuntura e l’urgenza di ridurre i costi della politica ha prodotto una pletora di normative disorganiche di dubbia legittimità costituzionali e ha condotto a una repentina spinta neocentralista. Meglio sarebbe stata una rivisitazione della Carta costituzionale per ridefinire un nuovo assetto istituzionale che prevedesse la soppressione di enti inutili e la fusione di quelli sottodimensionati; ciò porterebbe a una drastica riduzione e ad un conseguente riordino di tutti gli organismi strumentali statali e locali realizzando una notevole riduzione dei costi della politica.
Ciò che è mancato è stato un momento di riflessione e confronto fra tutti i soggetti coinvolti – Stato, Regioni, Province, Comuni – al fine di ridisegnare tutti i livelli istituzionali eliminando sovrapposizioni e duplicazioni di competenze. Le Regioni, e ancor più gli enti locali, si trovano oggi a dover adempiere compiti meramente consultivi, in esecuzione di quanto disposto dalle leggi e dai decreti statali, da esercitare entro termini brevissimi. Inoltre, la possibilità di configurare la città metropolitana come ente di secondo grado nega ai cittadini il diritto di voto e priva l’organismo della necessaria autorevolezza per svolgere le importanti funzioni che a esso sono riconosciute, autorevolezza legittimata da un voto popolare e democratico. Nell’auspicata ipotesi di rilevanti modifiche normative da più parti richieste, stante le attuali disposizioni della legge 135 del 7 agosto 2012, il Comitato direttivo del Partito socialista italiano di Bologna ritiene sia opportuno che già nello statuto provvisorio e confermato in quello definitivo siano previste:
a) l’elezione diretta del sindaco e del Consiglio comunale per creare un ente di governo metropolitano che assuma una forza, un’autorità, una dignità propria per un livello decisionale che risponda tempestivamente ed efficacemente ai problemi della globalizzazione, della crisi finanziaria ed economica e di governo del territorio che richiedono un’autorità politica e istituzionale forte, eletta direttamente da tutti i cittadini dell’intera area bolognese;
b) la trasformazione dei quartieri del capoluogo bolognese in veri e propri comuni anche modificandone i confini e istituendo un unico comune del centro storico, come più volte annunciato nei programmi elettorali dei partiti del centro-sinistra;
c) l’indizione del referendum coinvolgendo tutta la popolazione alla scelta partecipata e consapevole della costituzione della Città metropolitana, superando il rischio che la stessa sia vissuta come un’imposizione calata dall’alto. Lo svolgimento del referendum consentirebbe ai cittadini di compiere in prima persona valutazioni per diverse soluzioni che salvaguardino le specificità territoriali come per esempio gli abitanti di Imola e del suo comprensorio.
Per queste ragioni la Federazione provinciale Psi di Bologna intende avviare immediatamente una raccolta firme su tutto il territorio provinciale al fine di realizzare un forte consenso popolare a sostegno della elezione diretta sia del sindaco della Città metropolitana, sia del Consiglio metropolitano. Infine il Comitato direttivo ritiene che l’istituzione della Città metropolitana debba vedere un’accelerazione di tutti i processi di unioni comunali, in funzione propedeutica alle fusioni dei comuni, che abbiano come tratto distintivo l’omogeneità territoriale e realizzino delle vere e proprie economie, dimostrabili e documentabili, a servizi invariati, se non a breve, almeno nei tempi medi e lunghi.
Vedi anche: La questione mobilità a Bologna; Quale futuro per gli enti locali?; Per la Provincia di Romagna.
Il Comitato direttivo della Federazione del Partito socialista italiano di Bologna
(LM MAGAZINE n. 26, 15 ottobre 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 82, ottobre 2012)