Lettera aperta di genitori e insegnanti bolognesi, pubblicata su la Repubblica
Siamo genitori e insegnanti di bambini che frequentano la scuola pubblica e siamo preoccupati, e anche piuttosto sorpresi. In questi giorni è esplosa “la grana” Referendum sui finanziamenti pubblici alle scuole private. Una grana che ha scatenato reazioni a 360 gradi, dove i partiti, le correnti, le gerarchie ecclesiastiche si sono esercitate in una stanca contrapposizione fra laici cattolici, fra ideologizzati e liberali tra dogmatici e ragionevoli. Mentre la scuola pubblica e le ragioni che ci hanno spinto a promuovere il referendum sono sparite dal dibattito, inghiottite dall’arena dei distinguo politici. Ebbene noi riteniamo che la questione sia molto semplice e di facile comprensione. Quest’anno nella provincia di Bologna 946 bambini sono in lista d’attesa per accedere alla scuola d’infanzia pubblica (307 a Bologna). Molti di essi saranno costretti contro la loro volontà a frequentare scuole paritarie private. Per questo servizio il Comune eroga ogni anno un milione e 55 mila euro, di cui 950.000 elargiti a pioggia e uguali per tutti. Contemporaneamente è andato a regime il terzo taglio della riforma Gelmini con effetti devastanti sulle condizioni dei nostri studenti, dei nostri insegnanti, della nostra scuola pubblica. C’è un modo di dire ormai diffusissimo e decisamente fondato che ha conquistato tutti, per rendere l’idea di ciò che sta accadendo: “manca perfino la carta igienica”.
In questa situazione data, ecco allora il senso di un referendum che ha la semplice presunzione ritenere utile sentire il parere di coloro che abitano quotidianamente la scuola, delle loro fame più in generale di tutti i cittadini bolognesi riguardo al fatto che denari pubblici debbano finanziare scuole private piuttosto che essere impegnati per le scuole comunali.
Siamo perfettamente coscienti del fatto che non è in un giorno che si risolve il problema e arriviamo a comprendere, anche se faticosamente, il rinnovo per quest’anno delle convenzioni. Al tempo stesso siamo determinati ad affermare un principio che peraltro è sancito a chiare lettere dalla nostra Costituzione: le scuole private possono nascere e fiorire liberamente ma senza oneri lo Stato.
In questi giorni si sente dire che la nostra sarebbe una posizione ideologica, come a dire che l’articolo 33 della Costituzione è ideologico. E ancora “i bambini innanzitutto”, come se ci fosse qualcuno che non presta la giusta attenzione ad essi e al loro futuro. Proprio perché il futuro dei nostri figli ci sta a cuore chiediamo alla politica, al governo della città di cominciare da subito interrogarsi su come rispondere alla domanda di scuola pubblica che resta ogni anno inevasa. Gli stati generali della scuola, un tavolo permanente di consultazione, un anno di seminari e di riflessioni, un’istruttoria pubblica che raccolga tutte le istanze e i soggetti coinvolti? Bene, tutto bene ma si cominci subito e senza dimenticare, come tante volte è accaduto di ascoltare e con attenzione coloro che nella scuola vivono, coloro che fanno vivere la scuola.
(Anna Maria Angradi, Giorgia Telloli, Giovanni Cocchi, Antonella Andracchio, Stefania Ghedini, Brunella Guida, Marina D’Altri, Giangiacomo Allodi, Silvia Pagnotta, Bruno Moretto, Greta Frascaroli, Anita Zambonelli, Veronica Alemagna, Marianna Allegri, Angela Agus, Concetta Giudice, Maurizio Maggi, Elena Ceccarelli, Ifigenia Kanarà, Ivano Marescotti, Giancarlo Vitali Ambrogio)