Il 6 e 7 giugno 2009 si terranno a Bologna le elezioni amministrative per nominare il nuovo sindaco del capoluogo emiliano. Sergio Cofferati aveva già annunciato che non si sarebbe ricandidato alla guida della città per motivi familiari, dando il via a un acceso dibattito sui potenziali successori. I candidati favoriti sono Alfredo Cazzola, appoggiato da Lega Nord e Popolo della libertà, Flavio Delbono per il Partito democratico, sostenuto da una vasta coalizione, e Giorgio Guazzaloca, già sindaco di Bologna per il mandato 1999-2004. Al fianco di questi nomi noti, a contendersi la carica di primo cittadino, sono nate numerose liste civiche.
I tre aspiranti sindaco favoriti
Il cinquantanovenne Alfredo Cazzola, imprenditore, sbarca in politica dopo essere stato per anni protagonista anche del mondo sportivo bolognese, con un programma riassumibile in cinque parole chiave: Libertà, dalle ideologie del passato, dal pregiudizio e dall’impossibilità di cambiare; Lavoro; Legami solidi e diretti tra il sindaco e i cittadini; Legalità, con la certezza del rispetto delle regole attraverso pene più severe; Lungimiranza: quel che si costruisce oggi dev’essere pensato anche per chi ci sarà domani.
Il candidato del Partito democratico, Flavio Delbono, appoggiato da un ampio cartello, costituito da Italia dei valori, Partito della rifondazione comunista-Partito dei comunisti italiani, Sinistra e libertà (Partito socialista, Verdi, Sinistra democratica e vendoliani). Docente di Economia politica all’Università di Bologna, ha scelto di puntare sul buonsenso, come annunciano i suoi slogan. Il suo programma elettorale punta al miglioramento della città attraverso proposte realizzabili, come integrare maggiormente tra loro i mezzi di trasporto, dare respiro alla città ampliando gli spazi verdi esistenti e puntare sulla produzione culturale, dal teatro alla musica alla lirica. L’attenzione del candidato sindaco è rivolta sia ai bolognesi, con l’intenzione di creare una struttura che possa tutelare chi ha subito violenze, che agli immigrati, sottolineando la necessità di arrivare a una maggiore integrazione.
Giorgio Guazzaloca, commerciante, che gode dell’appoggio dell’Unione dei democratici cristiani e di centro (Udc), si ripropone agli elettori dopo cinque anni con la sua lista civica Per Bologna. L’attenzione verso la città si concretizza in una dura battaglia contro il degrado urbano e gli atti di vandalismo gratuito: a questo proposito il candidato sindaco ha in mente di organizzare eventi per sensibilizzare e coinvolgere le zone periferiche. Il punto focale del programma riguarda però la sanità: Guazzaloca annuncia la volontà di intervenire personalmente, con un potere decisionale negli investimenti strategici, e di ridare importanza alla ricerca nel settore.
Dalla destra con furore: Morselli, Laganà, Mazzanti e don Tam
Stefano Morselli, bolognese di 55 anni, imprenditore e giornalista pubblicista, arriva dalle file di Alleanza nazionale, che lascia nel 2007 per costituire La destra, di cui diviene responsabile nazionale organizzativo e segretario nazionale amministrativo. Dopo un anno lascia il suo gruppo per divergenze sulla linea politica e crea Destra federale, di cui è attualmente presidente. Con quest’ultimo gruppo si candida a sindaco di Bologna definendo obiettivi quali: no al Civis, riapertura del centro storico per rilanciare il commercio, rifacimento dell’arredo urbano, controlli settimanali dei Vigili Urbani per verificare il rispetto delle norme di pulizia e igiene e per contrastare il lavoro nero e clandestino, sconti sulle tariffe comunali per gli esercizi commerciali che tengono accese le luci dopo la chiusura.
Dall’ex gruppo di Morselli, La destra, proviene un altro candidato sindaco: Michele Laganà, titolare della famosa pasticceria, il quale si presenta alle elezioni con la lista Bologna futura toccando temi come la viabilità, la sicurezza.
Massimiliano Mazzanti è giornalista, ha 40 anni ed è ex consigliere comunale di An. Da esponente della destra radicale bolognese si presenta alle amministrative di Bologna sostenuto dalla lista Destra per Bologna, dopo aver proposto invano un sodalizio sia a Cazzola, candidato Pdl, che a Morselli. In cima alla lista dei punti programmatici ci sono le politiche abitative, con la costruzione di case in bioarchitettura economicamente accessibili ai bolognesi, e le proposte sul traffico, che vanno dalla rimodulazione di Rita alla modifica degli orari del vigile elettronico Sirio. Infine, la sicurezza e la proposta di istituire “il vigile di ronda” e di ripotenziare il nucleo sicurezza della Polizia Municipale.
Don Giulio Maria Tam è sostenuto da Forza nuova e può essere considerato un esponente di estrema destra. Il programma elettorale di Fn prevede, tutto sommato, alcune misure necessarie, come la proposta di costruire nuovi asili nido o di trovare accordi finanziari più umani con le banche, se non fosse che propone anche altri punti decisamente drastici, come espellere gli immigrati clandestini e comunitari dall’Italia, chiudere tutti i campi rom sul suolo italiano, vietare categoricamente la costruzione della moschea in città e riconoscere responsabilità legale di istituzioni e amministratori pubblici che hanno colpevolmente omesso l’adozione delle necessarie misure atte a prevenire la commissione di reati.
La sinistra delle liste civiche: Monteventi, Pasquino e Terra
Valerio Monteventi, 55 anni, giornalista, impaginatore e stampatore, ha passato buona parte della sua vita tra le “turbolenze” delle piazze e dei cortei fino a diventare consigliere comunale a Bologna, carica per cui è stato più volte rieletto. Secondo il suo pensiero, la città è sempre più subordinata agli interessi dei poteri forti e sempre più configurata ai modi di vivere degli “influenti”, l’esclusione sociale è un fatto palpabile, sono apparsi “buchi neri” dei diritti e della dignità soprattutto nelle periferie e l’università non riesce più a mascherare il suo vuoto culturale. La sua lista civica Bologna città libera intende attivare nuove forme di democrazia partecipativa e ricostruire uno spazio pubblico di decisione sui destini della città e del territorio, sul benessere e il buon vivere dei suoi abitanti attraverso l’ascolto dei diversi soggetti sociali e l’estensione della rappresentanza di genere.
Gianfranco Pasquino, docente alla Facoltà di Scienze politiche di Bologna, si candida per la lista civica Associazione cittadini per Bologna, la quale si impegna a restituire ai cittadini una città più giusta, con politiche abitative migliorate e un servizio sanitario capillare, più sicura, con una maggior presenza delle forze dell’ordine, più veloce, moltiplicando le piste ciclabili e realizzando parcheggi di scambio, più dotta, sostenendo sinergie tra tutte le istituzioni culturali, più energica, con il sostegno a programmi di ricerca sulle forme d’energia rinnovabile.
Michele Terra è il candidato sindaco del Partito comunista dei lavoratori e si fa portatore di idee basate sull’impellente necessità di cambiamento della città, a partire dall’attenzione verso i diritti dei lavoratori. La chiave di volta sarebbe, secondo Terra, quella di prendere esempio da alcune democrazie straniere e riportare i loro modelli di condotta anche in Italia. Bologna, per questo candidato, necessita anche di un impegno concreto in favore dell’integrazione degli immigrati, sempre più numerosi e sempre più lasciati ai margini della civiltà.
Liste civiche indipendenti: Barbieri, Favia, Tedde e Tucci
Il Codacons, su sollecitazione di diverse associazioni e comitati che non si riconoscevano nelle posizioni politiche già scese in campo, ha presentato la propria lista proponendo alle elezioni di Bologna l’avvocato Bruno Barbieri, già vicepresidente nazionale del Codacons e responsabile della Lista consumatori Emilia-Romagna. Il programma elettorale prevede poche misure concrete e immediate, quali l’abbassamento dei prezzi del 20%, accorciando la filiera alimentare, la liberalizzazione dei mercati in tutti i settori e l’apertura del mercato ai competitori europei, così da creare sufficiente concorrenza per una diminuzione generale dei prezzi.
Giovanni Favia arriva dalle fila dei Meetup di Beppe Grillo, ovvero i gruppi di associazione spontanea nati per sostenere le idee del comico genovese. A ventotto anni si candida per entrare a Palazzo d’Accursio con un programma elaborato sull’unica necessità tangibile della città: trovare alternative. Quindi una migliore gestione dei rifiuti, lo sfruttamento di energia alternativa, il potenziamento intelligente dei mezzi di trasporto e l’importanza che va data all’acqua come bene comune e non privatizzabile.
Giuseppina Tedde nasce in Sardegna nel 1957 e vive a Bologna da oltre trent’anni. Da sempre vicina al tema delle donne, si propone alla carica di sindaco con la lista Altra città-Lista civica di donne con cui si impegna a rendere la città più vivibile e sicura attraverso percorsi pedonali e attenzione alla sanità e al riciclo dei rifiuti.
Leonardo Tucci, meccanico e carrozziere, si presenta con la sua lista civica Nove quartieri uniti per Bologna con lo scopo di riunire in un unico obiettivo coloro che, fino ad ora, non si sono sentiti rappresentati. Lo strumento per arrivare a ri-creare una città a misura di abitante è semplicemente la trasparenza.
L’immagine: Sala del Consiglio comunale di Palazzo d’Accursio (già Galleria del Senato).
Jessica Ingrami
(LM BO n. 3, 15 maggio 2009, supplemento a LucidaMente, anno IV, n. 41, maggio 2009)