A San Benedetto Val di Sambro, lungo la Via degli Dei, il Comune incentiva gli universitari che nel capoluogo emiliano non hanno trovato soluzioni abitative
Il rincaro degli affitti nelle città universitarie è ormai un fenomeno pervasivo. Specie a Bologna, dove per gli studenti è diventato arduo trovare stanze a meno di 350 euro mensili. Una soluzione, tuttavia, arriva dal cuore dell’Appennino emiliano: da settembre 2019, il Comune di San Benedetto Val di Sambro (appunto, in provincia di Bologna) ha messo a disposizione appartamenti, per universitari fuori sede, a 75 euro mensili. Si tratta, in realtà, di un piano più articolato, come sottolinea Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto dal 2014 e promotore dell’iniziativa.
Il progetto prevede, innanzitutto, l’erogazione di un contributo pari a 300 euro mensili pro capite per la durata del primo trimestre accademico. In dato periodo, verrebbero coperte anche le spese di trasporto ferroviario da San Benedetto al capoluogo emiliano. Nei mesi successivi, invece? Si legge nell’avviso pubblico per l’attivazione di contributi per studenti fuori sede: «Il canone di affitto […] sarà concordato con i locatari per un massimo previsto di euro 2,50 al giorno». Si tratta, quindi, di costi decisamente inferiori rispetto a quanto richiesto dagli alloggi cittadini di fascia media. Attivabile al raggiungimento di almeno tre studenti, con un tetto massimo di quattro, il servizio istituisce una collaborazione proficua fra ente comunale e privati: sono questi ultimi, infatti, ad avere reso disponibili i propri alloggi nella frazione di Ripoli, nei pressi della stazione.
Quali i requisiti fondamentali per l’assegnazione delle locazioni? Essenzialmente, l’iscrizione regolare a un corso di laurea dell’Università di Bologna per l’anno accademico in corso. In secondo luogo, non essere già residenti in provincia di Bologna. Si conferma quindi come l’attenzione del progetto sia rivolta proprio agli studenti fuori sede. Un modo non solo per fare fronte all’emergenza affitti, ma anche per «favorire il ripopolamento delle zone montane», come si legge nel summenzionato documento. Particolarmente significativo, infine, che il progetto provenga da una località pregna di Storia come San Benedetto.
La cittadina appenninica, infatti, è tristemente nota in quanto involontario, tragico teatro di due fra i più gravi attentati degli Anni di piombo. Il 4 settembre 1974 una bomba, piazzata sul treno Italicus per Roma, detona proprio nei pressi del paese, causando la morte di dodici persone. Dieci anni dopo, il 23 dicembre 1984, è la volta dell’esplosione sul Rapido 904 Napoli-Milano, con un bilancio di sedici vittime. Apparentemente destinata a un calo demografico inesorabile dal 1961, San Benedetto si è vista ripopolarsi con l’ideazione, negli anni Ottanta, della Via degli Dei. Il percorso escursionistico, che in 130 km conduce da Bologna a Firenze, passa proprio per la frazione di Madonna dei Fornelli: nelle cui vicinanze, ricalca l’antica via romana Flaminia militare. Oggi, San Benedetto vive una nuova speranza: contare non solo sul flusso di camminatori che la attraversano, ma anche su una rinnovata, per quanto ancora esigua, popolazione studentesca. Ciò non rappresenta una soluzione definitiva per la crisi degli affitti dilagante a Bologna: è però, senza dubbio, un esempio di come in Italia le comunità montane siano una risorsa di cui troppo spesso si ignorano le potenzialità.
Le immagini: una veduta di San Benedetto Val di Sambro (dalla pagina di Wikipedia); il sindaco in carica Alessandro Santoni (dal portale web del Comune appenninico).
Michele Piatti
(LucidaMente, anno XIV, n. 167, novembre 2019)