Lettera aperta sulle “dimenticanze” dell’artista toscano, nel corso della sua performance televisiva del 17 dicembre, su alcune tematiche, come il carcere…
Riceviamo e ospitiamo con piacere il seguente parere polemico. Purtroppo, per l’ennesima volta, Roberto Benigni ha voluto costruirsi un facile consenso e successo di audience con le consuete battute su Silvio Berlusconi e cavalcando la retorica e il populismo di sinistra. Molta clownerie, pochi i richiami all’attualità. Si lamentano soprattutto i radicali, che, come la signora Bizzotto, hanno rilevato l’occasione persa per parlare dell’inciviltà delle carceri italiane e per almeno accennare all’ennesima battaglia per il diritto e la verità condotta da Marco Pannella a rischio della propria vita.
Tanti bei discorsi, ma io mi sono svegliata stamattina per niente orgogliosa di appartenere a questo popolo, ma schifata della sua ipocrisia, quella che tu ieri sera non hai fatto altro che alimentare: sì, abbiamo proprio la più bella Costituzione del mondo, ma è anche la più inapplicata, quindi la più derisa…
Caro Benigni, io vivo in carrozzina da 25 anni in seguito ad un incidente stradale all’età di 20 anni e ho capito bene che sono tra gli ultimi della mia società, quella società che tace su tante cose che non vuole vedere… Sono ultima tra gli ultimi e da 5 anni tutti i giorni mi batto e incontro in carcere i “sepolti vivi” , gli ergastolani che la nostra bella Italia ha condannato a morire in carcere. Ergastolani senza speranza, senza benefici penitenziari, persone che sono in carcere anche dal 1979, ragazzi di 40 anni che sono stati condannati all’ergastolo a 18 anni e che non sono mai usciti, neanche per il funerale del padre. Ragazzi che hanno vissuto più tempo della loro vita in carcere che fuori, persone che l’ergastolo se lo vivono sulla propria pelle, giorno dopo giorno, anno dopo anno, da decenni. Persone profondamente e completamente cambiate rispetto al tempo dei loro reati, ma che sono uomini da noi condannati a essere PER SEMPRE CATTIVI E COLPEVOLI. Non ci interessa affatto che siano UOMINI NUOVI, come ci chiede l’art.27 della Costituzione che ti piace tanto… Noi li vogliamo REALMENTE FAR MORIRE IN CARCERE, tu che sei contro la pena di morte…
Io li incontro: sono sempre lì, estate, inverno, Natale e Pasqua, hanno la cella del carcere come tomba. Vedo il tempo scorrere sui loro volti, settimana dopo settimana, e lasciare solchi profondi. Ti avevamo chiesto un cenno, una tua parola ieri sera… Niente: indifferenza e silenzio. Eppure tutti quei bei discorsi sulla pena di morte: caro Benigni, quanta ipocrisia quando ci schieriamo contro la pena di morte immediata e condanniamo 1.500 persone a una pena di morte al rallentatore. A morire giorno dopo giorno. Grazie anche al tuo silenzio.
Nadia Bizzotto
Per avere un quadro completo del dramma-carcere, con tabelle e considerazioni varie, si legga Pianeta Carcere: un sistema vicino al collasso totale di Antonio Antonuccio, apparso in due parti nei numeri 33 e 34 (aprile e maggio 2012) di Excursus: http://win.excursus.org/attualità/AntonuccioPianetaCarcerePartePrima.htm e http://win.excursus.org/attualità/AntonuccioPianetaCarcereParteSeconda.htm.Ricordiamo inoltre che il tema dello scandalo carceri in Italia sta da sempre a cuore di LucidaMente. Ce ne siamo occupati in numerose circostanze, a partire dalla pubblicazione di un vero e proprio dossier e di uno spunto satirico del nostro direttore. Abbiamo inoltre più volte ospitato testimonianze di detenuti come Vincenzo Andraous e Mario Trudu. E, soprattutto, dell’ergastolano-scrittore Carmelo Musumeci, il suo tragico appello, un’intervista, un suo intervento-lettera aperta al ministro della Giustizia, l’articolo Sesso e galera. Né abbiamo dimenticato la condizione della polizia penitenziaria, in sofferenza come quella dei detenuti, trattata in Quegli altri uomini dentro le prigioni.
(LucidaMente, anno VII, n. 84, dicembre 2012)
L’istituzione carcere è già qualcosa che dà i brividi. In ogni caso, Benigni non merita, per conto mio, attenzione alcuna. La sua trasmissione è ignobile, banale e vecchia.Sulla Costituzione più vecchia del mondo e solo degna di essere modernizzata si potevano e dovevano dire tante cose. Benigni non sapeva nè poteva. Critico i tanti critici di sinistra che hanno riso solo perchè il nostro povero comico, a spese degli italiani bebbei, ha sfottuto il cavaliere.
Non condivido il vostro parere: Benigni è stato grande; nonostante la vis polemica sul signorB, ha trattato temi sostanziali dei 12 articoli della xcostituzione, li ha approfonditi (carceri comprese) e guerre comprese senza diventare pesante. Dopo la lettura di Benigni anche della Costituzione (che pochi italiani conoscono: avete notato le sue mimiche?), sono più convinta che gli italiani si impegnino da oggi ad essere cittadini invece che sudditi!
Ai radicali chiedo di valutare perchè abbiano sostenuto tanto il signor B e poco il fatto che abbiamo il diritto-dovere di sentire che il potere è nelle nostre mani e non in quelle degli altri. by mt
Grazie dell’intervento, tuttavia è bene chiarire che il parere espresso non appartiene alla rivista, ma a una lettrice, come si evince dalla rubrica in alto (DAI LETTORI).