Intervento polemico verso la stampa locale da parte del comitato organizzatore del Bike Pride Bologna 2013
Caro direttore, volevamo segnalare una notizia cui la stampa non ha dedicato un solo rigo tra gli eventi della scorsa, uggiosa, domenica bolognese: il Bike Pride di Bologna 2013, la parata dell’orgoglio ciclistico che ha invaso le strade e le piazze di tutta la città con duemila ciclisti di tutte le età che hanno formato un corteo di 3 km.
La manifestazione è stata promossa dal Comitato Bike Pride e vi hanno aderito numerose associazioni. Essa si snodava da piazza Maggiore lungo la T, percorrendo i viali deserti dal traffico automobilistico per terminare in un’atmosfera festosa al parco Lennon del Quartiere San Donato, con ben quattro cortei che, dai comuni vicini, si sono uniti al corteo principale. Un evento molto sentito e colorato, a coronamento dei recenti momenti di promozione del ciclismo urbano locali e nazionali, come quello per la Rete mobilità nuova del 4 maggio scorso a Milano, dove si sono riversate 50.000 persone. La collaborazione e l’entusiasmo da parte di sponsor, volontari delle varie associazioni ciclistiche, ma anche degli stessi operatori comunali del traffico, sono state esaltanti. Non solo abbiamo raddoppiato la partecipazione (un migliaio alla scorsa edizione), ma maggiore è stata anche la varietà dei partecipanti al corteo.
Una festa inclusiva per cuccioli di ogni specie (canina e umana), all’insegna dell’andamento lento ma agile. Non sono mancate mamme responsabili e con cargo-bike e carretti portainfanti al seguito, così come scriccioli che hanno pedalato senza colpo ferire per i ben 12 km di parata. La conclusione al parco Lennon ha unito i migliaia di partecipanti in una celebrazione, con tanto di spettacoli di equilibristi e acrobate su tessuti. Ma nulla di tutto questo ha sollevato l’interesse dei media. «La Madonna torna a San Luca», «Rubava farmaci», «Arrestato magazziniere» o, peggio, «50 Lamborghini» erano i titoli che hanno fatto più notizia di migliaia di persone in bici. Nessuno scandalo. Che la novità della pacifica e civile presenza di migliaia di ciclisti non facesse scandalo come successe con la canzone dei Queen I want to ride my bycicle ce lo si poteva aspettare, ma che non fosse degna neanche di una noticina sulla stampa locale… Il futuro delle nostre città non è un minuto in meno di fila al semaforo, ma è agilità e spostamenti felici a emissioni zero. O siamo troppo lungimiranti?
Comitato promotore Bike Pride Bologna
(LucidaMente, anno VIII, n. 89, maggio 2013)