Esce oggi “Djelibit”. Coprodotto da XXXV Label e Irma Records, un progetto unico e affascinante, fruibile e intrigante, che contamina e unisce alla perfezione diverse sonorità
Cosa può venir fuori se metti assieme il maestro indiscusso del Tamani (talking drum), ovvero Baba Sissoko, nato a Bamako (Mali), e un cantautore “digitale”, bassista per vari musicisti italiani, compositore di colonne sonore per documentari e produttore discografico, quale Nicodemo (all’anagrafe Nicola Pellegrino)?
E, ancora, se vi aggiungi le due voci femminili di Lisa Masia e Marina Cristofalo (peraltro anche ottime strumentiste, in arte Lilies on Mars, surreali “gigli su Marte”), provenienti dalla Sardegna e sbarcate a Londra tredici anni fa, influenzate dal contatto con Franco Battiato e dal suo singolare connubio di pop e sperimentazione elettronica? E magari pure le accese declamazioni del poeta del Bronx Jack Hirschman (nel brano Djallo Djallo) e la tromba soul di Gabriele Stotuti (in Djuku Malolà e Wori Ko). I maligni diranno: un guazzabuglio inascoltabile. Invece, il disco Djelibit (in uscita martedì 18 ottobre 2016, coproduzione XXXV Label e Irma Records), frutto, come s’è visto, di un progetto irripetibile, è un piacere per ogni orecchio e per ogni tipo di ascoltatore.
Da quello più raffinato a quello più “pop”, da quello alla ricerca di suoni etnici a quello amante della musica per ballare, da chi è affascinato dai ritmi tribali africani a chi è ipnotizzato dalle sonorità acide delle metropoli, da chi va alla ricerca della sperimentazione elettronica a chi vuole sognare ambienti esotici e folle colorate. Pertanto, un prodotto unico e affascinante, fruibile ed elegante, in grado di soddisfare diversi palati. Solarità e ispirazioni africane si fondono con melodie techno, palpiti di luce accecante si alternano a rifrazioni più umbratili, l’urlo della vita a trepidanti inquietudini, molto occidentali.
Nelle nove canzoni contenute nel disco – tutte scritte da Baba Sissoko e Nicodemo – si parla, senza troppi intellettualismi, di temi universali come la natura, l’amicizia, la musica, la vita che gira, la gioia dell’amore da cogliere in ogni istante, il destino. Djelibit ci conduce in territori trascoloranti in un moto perpetuo di granelli di emozioni e in un mix di ritmi inconsueti. Non perdetevi tracce come Djallo Djallo, Diki Seme o I Yele I Yele. E il video di Dje Gnua Gna. In conclusione, ricordiamo i credits degli artisti principali che hanno portato a compimento le tante contaminazioni del progetto musicale. Baba Sissoko: voce, ngoni, tamani, kamalengoni, darbuka, chitarra elettrica, karagnan, bongo, percussioni; Nicodemo: sintetizzatori, basso, electronic production, arrangiamenti; Lisa Masia: voce, modular synth, fx, glockenspiel, modular percussions; Marina Cristofalo: voce, fx, tastiere. Buon, sorprendente, ascolto.
Rino Tripodi
(LucidaMente, anno XI, n. 130, ottobre 2016)
Recensioni discografiche del direttore Tripodi: Baba Sissoko, Nicodemo, Lilies on Mars: la fusione di tre ispirazioni musicali Collettivo Ginsberg: canzone d’autore, alta poesia dialettale e voglia di ballare Le cover secondo Stella Burns Il jazz ben temp(e)rato di Evan Le armoniose schegge musicali dei Dropp Pin Cushion Queen: il canto come melodia Manuel Volpe intimo e visionario La versatilità musicale di Capvto La magia elettronica dei Torakiki La forza della voce di DonnaKatya, la musica dei The SuperFeed Piccola orchestra Vale & The Varlet La musica e le parole degli Ono La misteriosa voce di Armaud I nuovi merletti vocali di Suz «Questo profumo dei nostri anni morti» La musica e le immagini di Giovanni Dal Monte La bella vita di Guido Elmi L’opzione rock dei The Maniacs I Pristine Moods e la magia del theremin Il vortice vocale di Rocío Rico Romero La fine della “Chimera” del XX secolo e la crisi dell’Occidente Un disco senza “Failing” Godblesscomputers, Johann Sebastian Punk, K-Conjog, Portfolio Il disco imbullonato dei The Gentlemen’s Agreement