Dopo la polemica che ha riguardato una scuola materna di Caorso, intervento di Rete laica Bologna per un pari diritto di cittadinanza nella scuola pubblica
Recita l’articolo 3 della Costituzione italiana: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». E dove più uguali se non a scuola? Ma, come sempre, c’è sempre qualcuno più uguale degli altri.
Si avvicinano le festività natalizie e per la scuola, a tutti i problemi che la gravano e su cui si discute, da diverso tempo si aggiunge anche la solita questione della presenza o meno dei riti e simboli propri della religione cattolica, presenti da quando sono stati imposti per obbligo dallo stato fascista. Nell’ultima revisione del Concordato (1984) formalmente lo Stato ha rinunciato alla confessionalità, ovvero alla religione di stato. È pertanto legittimo che dirigenti o insegnanti possano proporre altri indirizzi o riflessioni, non religiosi ma laici, di accoglienza, di diversità, di meditazione, di pace.
In un paese e in una scuola multiculturali, quali quelli odierni, proporre una sola dimensione confessionale significa privilegiare chi è credente cattolico nei confronti di chi non professa alcuna religione o è di confessione o spiritualità diverse. È già un privilegio il diritto di avere un insegnamento della religione cattolica pagato dallo Stato, cioè anche con le tasse di cittadini non interessati a quella credenza. È bene ricordare anche che la scuola è una delle istituzioni dello stato democratico e come tale è spazio pubblico e laico, cioè senza la presenza di alcun simbolo religioso. E comunque, almeno da quest’anno, senza scandalo e non solo a Caorso (vedi, dal Corriere di Bologna: Presepe vietato alla materna. È bufera sulla preside), potremo forse fare a meno di bue ed asinello. È un primo passo.
Angela Attianese – Rete laica Bologna
(LucidaMente, anno VII, n. 84, dicembre 2012)
Ovviamente, nonostante le vacanze natalizie se le godano anche i non cattolici, nessuno si scandalizza per questo, vero?
Gentilissimo lettore, mi sa tanto che, con la crisi imperante e angosciante, le vacanze di Natale non se le godranno né i cattolici né i non cattolici. Ma lei che farebbe? Farebbe andare in vacanza solo i cattolici? E il I maggio, tanto per dire, solo gli atei? Secondo il mio personalissimo parere, il presepe va benissimo anche nelle scuole pubbliche, purché sia elemento culturale gioioso e non intollerante imposizione confessionale. Ma non si preoccupi: si polemizza ancora tra cattolici e non cattolici, omofobi e no, ma saranno gli islamici a spazzare tutto…