Anche in Italia si stanno diffondendo le cure palliative per i malati terminali, che consentono di alleviarne le sofferenze e di assisterli dignitosamente fino alla fine
«Tu sei importante perché sei tu e sei importante fino alla fine»: è la frase che la dottoressa Cicely Saunders ripeteva ai suoi pazienti terminali ed è la base sulla quale lei, nel 1967, fondò la prima struttura di cure palliative e d’assistenza per morenti, il Saint Chistopher’s Hospice di Londra. Da quel momento ebbe inizio la rete di istituti per l’assistenza ai malati terminali (Hospice), diffusa oggi in tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito che l’inadeguato trattamento del dolore rappresenta un grave problema di salute pubblica, favorendo pertanto la nascita di questi centri specializzati. In Italia, sempre in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, il primo Hospice è nato solo nel 1987, a Brescia: alla fine del 2012 i centri italiani per le cure palliative – a gestione pubblica, privata o mista – erano 195, dislocati soprattutto nel Centro-Nord (cfr. www.fedcp.org).
L’Hospice è una struttura residenziale in cui un malato terminale riceve assistenza gratuita, medica e spirituale, fino alla morte. Considerando che tutti i malati terminali patiscono sofferenze fisiche estreme, per loro la terapia del dolore rappresenta l’ultimo rimedio a tutela della dignità umana. Essa si basa essenzialmente sulla valutazione della sofferenza, utilizzando una scala che, da 1 a 10, ne indica l’intensità; quindi, mediante un adeguato utilizzo di farmaci antidolorifici, si interviene efficacemente. Il centro di accoglienza prevede camere singole con bagno privato e ogni altro genere di comfort – anche per l’accompagnatore – che va dall’erogazione alimentare alla presenza di supporti sociali e psicologici, senza limitazioni di orari nelle visite ai degenti, tutelando e garantendo la privacy di ognuno.
La Società italiana di cure palliative (Sicp), fondata nel 1986, fa ricorso a trattamenti fisici e spirituali del dolore, senza interferire, in alcun modo, nell’affrettare o ritardare la morte, considerata un processo naturale. Le figure professionali presenti nelle strutture degli Hospice sono oncologi, geriatri, anestesisti, infermieri, psicologi, assistenti sociali e volontari, che operano in sintonia per alleviare ogni sofferenza. Se il malato e la sua famiglia decidono di trascorrere nella propria dimora il tempo che precede il decesso, si attiva l’assistenza domiciliare. La richiesta viene fatta dai familiari, il medico di base trasmette tale istanza al Servizio sanitario locale che, a sua volta, la inoltra all’Hospice: dopo un colloquio dei parenti con le figure professionali della struttura, si attivano le prestazioni. Dal quel momento, ogni intervento da parte di medici e infermieri è deciso in accordo con il caregiver (il congiunto che si assume il compito legale di assistenza al morente).
Un valido esempio di come si possano assistere i malati terminali lo fornisce l’Hospice Via delle Stelle di Reggio Calabria. Inaugurato nel 2007, è stata la prima struttura calabrese, a gestione mista, per le cure palliative e la terapia del dolore, fortemente voluta dalla dottoressa Paola Serranò, oncologa e coordinatrice responsabile dell’Hospice, da sempre protesa, professionalmente e umanamente, nella cura dei malati di tumore. La tenacia e l’abnegazione dello staff della Compagnia delle stelle hanno portato a vincere le resistenze economiche e culturali presenti nel territorio. Il suo intento è quello di penetrare in maniera più capillare nella realtà calabrese per realizzare altre iniziative simili, tra le quali il progetto Peter Pan (assistenza olistica per i bambini affetti da malattie incurabili). La Sicp, inoltre, è impegnata in un’attività di divulgazione per far capire che la sofferenza di un malato terminale non è ineluttabile e che la ricerca medica può rendere il momento del trapasso meno doloroso.
Le leggi italiane che regolamentano il funzionamento degli Hospice sono essenzialmente due: il Decreto ministeriale n. 329 del 28/9/1999, che prevede la realizzazione di strutture palliative su tutto il territorio nazionale; il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 20/1/2001, concordato con il Servizio sanitario nazionale e le Aziende sanitarie locali.
Le immagini: la foto e il logo dell’Hospice Via delle Stelle di Reggio Calabria.
Mariella Arcudi
(LucidaMente, anno VIII, n. 87, marzo 2013)
se la dolce via e’ la morfina…..se tutto si conclude per fini economici che nulla hanno a che fare con il malato……………per esperieza personale io vorrei che si indagasse sull’hospice…………..che si valutasse chi ci lavora dentro…..che tutte le false fatture ed i falsi reperti fossero portati all’ordine dei pm di reggio calabria!e se ci vorra’ una querela per far finire tutto cio’,saro’ non certo da sola,la prima a farla-
dolce tratamento!!!!!!!!!!!!!!!!!ASSOLUTAMENTE IL PERFETTO CONTRARIO—-