Tutti – o quasi – a Bologna sanno che l’Aposa è il torrente (l’unico) che attraversa il sottosuolo cittadino e che, dopo un lungo periodo di abbandono e dimenticanza, è stato da qualche anno riscoperto, studiato a fondo – come testimoniano alcune pubblicazioni -, recuperato dal punto di vista funzionale e valorizzato sotto l’aspetto storico-turistico.
Da poco più di un mese, però, l'”Aposa” è anche un’associazione culturale senza fine di lucro che si ripromette di sostenere e valorizzare giovani artisti che vivono ed operano (in vari campi: dalla musica alla pittura, dalla letteratura alla fotografia) nel capoluogo emiliano.
“Arte, Percorsi Originali per Scoprirla ed Amarla” – La scelta del nome, naturalmente, non è stata occasionale: tutt’altro. Infatti, “come un torrente che scorre perenne, ma a volte nascosto e silenzioso – hanno scritto i promotori dell’iniziativa -, l’arte ci accompagna, quotidianamente, attraverso le sue molteplici manifestazioni e forme: sta a noi sviluppare l’innata capacità di recepirla ed amarla”: da qui anche un significativo ed eloquente abbinamento all’acronimo che sta per “Arte, Percorsi Originali per Scoprirla ed Amarla”. Ma i soci fondatori hanno voluto onorare il nome del torrente cittadino riproducendo quale logo dell’associazione un’antica stampa in cui si vede l’Avesa (come allora si chiamava il torrente) mentre affiora e si nasconde entrando nell’abitato di Bologna. Se la denominazione, da sola, non spiega che in minima parte le finalità dell'”Aposa”, basta poi leggere bene i primi articoli del suo statuto per capire appieno come la nuova associazione si riprometta e miri a far emergere e conoscere le qualità di tanti giovani talenti semisconosciuti che molto spesso si trovano le porte sbarrate per una serie di motivi, a cominciare dalla scarsa propensione generale verso le varie forme artistiche o dalla modesta attenzione che le istituzioni, a tutti i livelli, dedicano alle arti e a chi le coltiva.
Un concerto, tre formazioni musicali – La dimostrazione concreta di quanto possano essere importanti iniziative come questa – pur in una città ricca di fermenti ed attività culturali come Bologna – si è avuta in occasione della presentazione ufficiale dell'”Aposa” nell’aula consiliare del Quartiere Reno, alla presenza di un folto pubblico. Dopo una breve introduzione del presidente Enzo Laganà che, tra l’altro, ha voluto sottolineare quanto sia importante un largo coinvolgimento di forze giovanili anche nella conduzione dell’associazione per meglio poi predisporre e concretizzare le iniziative, si sono esibite tre formazioni musicali: il quartetto di fiati “Inventio” (Naima Sorrenti flauto, Luisa Sclocchis oboe, Raimondo Mario Gulli clarinetto, Simone Ciro Cinque corno, Chiara Dissegna fagotto), il quartetto d’archi “Fiorini” (Antonio Laganà e Tiziano Baviera violini, Elettra Ballerini viola, Giuseppe Francesculli violoncello), e il “Clara Corda Ensemble” (Antonio Laganà violino, Mario Raimondo Gulli clarinetto, Simone Ciro Cinque corno, Giovanni Quaresima contrabbasso, Antonio Macaretti fisarmonica). Gli applausi sono stati lunghi e convinti sia al termine delle varie esecuzioni, ma specialmente nell’esibizione finale che ha visto tutti assieme i giovani musicisti in un’esaltante jam-session.
Musica, arte, letteratura – E molti applausi hanno riscosso anche le due giovani scrittrici Benedetta Marisaldi e Giulia Zambonelli (quest’ultima vincitrice di premi a carattere nazionale, come il “Rigini Ricci” promosso dal Comune di Conselice), che hanno letto due loro brevi ma commoventi racconti, così come un caldo successo hanno riscosso le opere di Rosella Tagliavini e Arianna Agnoletto (Tintinnio di farfalle) esposte all’ingresso della “Falcone-Borsellino”. Va aggiunto in calce che questa nuova realtà culturale cittadina ha un suo sito che tutti possono consultare (www.associazionaposa.it). Si può altresì scrivere a info@associazioneaposa.it (clicca qui), anche per essere informati sulle varie iniziative dell'”Aposa” o per le modalità di iscrizione per quanti vogliono contribuire alla valorizzazione dei giovani artisti.
L’immagine: il logo dell’Associazione Aposa.
Alessandra Cavazzi
(LucidaMente, anno III, n. 28, aprile 2008)