Alle imminenti Elezioni regionali dell’Emilia-Romagna l’avvocato giuslavorista bolognese si presenta con idee chiare e forti. Ecco la nostra intervista
Quarantasette anni, originaria della provincia di Salerno, cresciuta nel Trevigiano, ma vive da 27 anni a Bologna, dove si è laureata in Giurisprudenza. Oggi Annarita Bove è ormai un noto avvocato cassazionista con esperienza e formazione in Diritto del lavoro, sindacale e Diritto penale del lavoro. È anche dottore di Ricerca in Diritto delle Relazioni di Lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia – Fondazione Marco Biagi.
In difesa di lavoratori e imprese
Dal 2008, presso la città felsinea, dirige lo Studio legale Bove. È anche coreferente del Gruppo Lavoro di Bologna del Movimento 5 Stelle.
La sua attività di legale si rivolge alla difesa di imprese e lavoratori, sia del settore privato che pubblico, nelle controversie di Diritto del Lavoro su tutto il territorio nazionale per licenziamenti, demansionamenti, mobbing, infortuni sul lavoro, procedimenti disciplinari, somministrazioni irregolari, retribuzioni.
Inoltre, lo Studio si avvale di una équipe di professionisti esterni quali consulenti del lavoro, commercialisti, medici legali, psicologi, investigatori privati, per garantire consulenza e assistenza multidisciplinare.
La candidatura alle prossime Elezioni regionali
Inoltre, per chi non ne fosse ancora a conoscenza, la Bove si candida alle prossime Elezioni regionali dell’Emilia-Romagna del 17-18 novembre 2024 (https://www.regione.emilia-romagna.it/elezioni/come-si-vota). La lista nella quale è inserita è, ovviamente, proprio quella del Movimento 5 Stelle. Potete infatti trovare un suo ampio profilo, comprensivo anche del curriculum vitae completo, nel portale del M5s (clicca qui). In esso, tra l’altro, si legge che si occupa «prevalentemente della tutela dei lavoratori, sia subordinati che autonomi».
Data la ricchezza umana e professionale e le peculiarità dell’avvocato, abbiamo voluto incontrarla per il nostro blog, anche per spiegarci perché un legale con già tanti impegni intenda impegnarsi in un altro impegno civile e come pensa di agire, se sarà eletta. Tra l’altro, ha già maturato una precedente esperienza politica quale consigliere comunale del Comune di Susegana (Treviso), eletta in una lista civica. Ecco, di seguito, la nostra intervista.
La cronaca degli ultimi giorni racconta, alle porte di Bologna, di altre morti sul lavoro. Com’è la situazione in questo senso?
«La situazione è drammatica. I più recenti dati Inail sono quelli relativi al periodo gennaio-agosto 2024: 50.285 sono stati gli infortuni sul lavoro denunciati in Emilia-Romagna (circa 500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023, ovvero appena l’1% in meno), mentre addirittura 68 sono stati gli infortuni con esito mortale (+19 rispetto al medesimo periodo del 2023). Cifre che si aggiornano sempre, e l’esplosione alla Toyota Material Handling di Calderara-Bargellino ha confermato che questa strage silenziosa non accenna a terminare. E sa perché parlo di strage silenziosa? Perché, oltre a non essere accettabile, viene cavalcata dai politici solo a ridosso degli appuntamenti elettorali. Io questo non lo tollero: la tutela del lavoro, la sicurezza e la prevenzione devono essere sempre la stella polare di chi fa politica. Non si tratta di merce elettorale, ma di una questione che riguarda la vita delle persone».
Quali sono le problematiche maggiori che nelle sue azioni legali riscontra per i lavoratori dipendenti?
«Le fattispecie sono numerose e riguardano aziende di diverso tipo: la somministrazione irregolare di lavoro da parte delle agenzie di lavoro, i licenziamenti discriminatori e ritorsivi e il mancato riconoscimento della natura subordinata di rapporti di lavoro per quanto concerne i profili di natura contrattuale. Vi sono poi gli aspetti che riguardano la salute dei lavoratori, dal mobbing al riconoscimento del danno biologico e di quello differenziale, in quest’ultimo caso per un infortunio dovuto alla mancata applicazione delle norme di sicurezza».
Quali quelle dei lavoratori autonomi?
«Sono anni e anni che diversi rapporti di lavoro vengono presentati come genuinamente autonomi. I lavoratori sottoscrivono contratti con utilizzo di partita Iva, ma nel concreto sono subordinati alle imprese, sono sottoposti ad orario di lavoro, a vincoli direttivi, e di autonomo non hanno proprio un bel niente. Questo significa essere inquadrati come lavoratori autonomi, ma di fatto non esserlo e subire un trattamento retributivo e contributivo inferiore a quello che spetterebbe. E le cause per il riconoscimento della natura subordinata al posto di quella autonoma sono da sempre numerosissime nella nostra Regione, così come in tutta Italia, per non parlare delle richieste di intervento dei lavoratori all’Ispettorato territoriale del Lavoro».
E quali quelle delle aziende?
«Anche le aziende sono in difficoltà. Per quanto ci siano aziende medie e piccole serie, gli imprenditori fanno una grande fatica ad adempiere a tutti gli obblighi fiscali e amministrativi che riguardano i loro dipendenti e collaboratori autonomi. Devono necessariamente avvalersi di professionisti esterni per venire a capo di tutte le situazioni. I costi per la sicurezza sul lavoro sono poi elevati anche perché il tema sicurezza è un tema in evoluzione: ogni ambiente di lavoro ha i suoi rischi, dal cantiere edile al call center; il datore di lavoro deve prevenire qualunque situazione potenziale che possa arrecare danno alla salute e sicurezza fisica e mentale del lavoratore. Capisce che districarsi tra mille casistiche non è semplice e il cosiddetto “rischio zero” è praticamente impossibile da raggiungere, anche se è dovere di ogni imprenditore serio avvicinarsi il più possibile a quella soglia».
Come mai intende candidarsi nonostante i suoi già tanti impegni civili?
«Ho sempre pensato che la tutela della dignità dei lavoratori possa concretizzarsi non solo nei tribunali, ma in molteplici forme e modi. La politica è uno di questi. Per tale motivo è importante intercettare i bisogni, e in specie quelli dei soggetti del lavoro più deboli (giovani, donne, lavoratori precari, persone con disabilità), individuare le criticità e risolverle. Per questa ragione intendo mettere a servizio degli altri le mie esperienze e competenze su temi molto attuali (come gli infortuni sul lavoro, il lavoro nei settori della logistica, igiene ambientale e nei servizi socioeducativi e assistenziali)».
E come mai si candida proprio per il M5s?
«Ho scelto di farlo con il Movimento 5 Stelle, perché ne condivido i valori e i progetti, ma soprattutto lo stare vicino alla gente e ai problemi concreti. Lo stesso presidente Giuseppe Conte ha proposto un pacchetto sicurezza che parta dalla riforma di appalti e subappalti, il potenziamento degli Ispettorati territoriali del lavoro, e l’istituzione di una Procura nazionale del lavoro.
Chi sono i maggiori responsabili dei disastri delle recenti alluvioni nella nostra regione? Si può davvero far ricadere tutto sulla fatalità o il cosiddetto cambiamento climatico?
«Senza voler per forza trovare facili colpevoli, considerando la complessità della situazione e la necessità di affidarsi a esperti veri, credo si possa pacificamente affermare che il cambiamento climatico sia una realtà e che si sia esagerato con il consumo di suolo, negli ultimi trent’anni. In questo senso, il Movimento 5 Stelle è sempre stato coerente nell’opporvisi».
Come donna ritiene di avere particolari peculiarità e competenze da mettere a disposizione della comunità emiliano-romagnola?
Più che come donna, direi che la mia sensibilità sia molto forte su certi temi che toccano le corde emozionali di chiunque ogni giorno si imbatta nelle storture del mercato del lavoro attuale. In particolare penso alle lavoratrici madri, che devono conciliare tempi di lavoro e tempi da dedicare alla famiglia, penso a chi assiste familiari, penso ai nostri ragazzi che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro dopo il diploma. Per questo motivo ritengo che proseguendo il lavoro degli ultimi cinque anni in Regione del Movimento 5 stelle occorre potenziare ancora di più e valorizzare i centri di formazione professionale e i centri dell’impiego, soggetti che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. In questo modo creiamo nuove opportunità lavorative e formiamo lavoratori per professionalità che in futuro ci serviranno sempre di più; pensiamo, ad esempio, alla figura del tecnico fotovoltaico».
Se fosse eletta e avesse la possibilità di far subito approvare una legge al Consiglio regionale, quale sarebbe la sua priorità?
«Considerando il mio focus sul lavoro mi impegnerei per diffondere una cultura della sicurezza a partire già dalla scuola secondaria con programmi, progetti e attività che responsabilizzino chi già lavora e chi si prepara per entrare nel mondo del lavoro; non è ad esempio accettabile che ci si ammali sul posto di lavoro per esposizione ad agenti inquinanti perché non si conoscono le regole per proteggersi o per ritmi usuranti. Se ci ammaliamo di meno, non solo miglioriamo la qualità della vita di ciascuno di noi, ma andiamo anche di meno a gravare sulla Sanità, ormai al collasso a livello nazionale e con forti criticità purtroppo anche nella nostra regione. Sui costi per la sicurezza elevati si gioca una partita importantissima: occorre aiutare gli imprenditori seri a garantire un ambiente di lavoro sano e inserire meccanismi premiali per le imprese virtuose: ne va del bene delle aziende e dei lavoratori stessi e della qualità della vita di tutta la società».
Vogliamo concludere la nostra intervista con un suo appello agli elettori? Spieghi in breve perché dovrebbero votarla…
«La tutela del lavoro, tanto per i lavoratori quanto per le aziende, è un tema fondamentale dal quale discendono la qualità della vita delle persone e il funzionamento della società, e sulla base di questo voglio essere un pungolo per impegnare la Regione in tutti gli ambiti che riguardano questo tema decisivo. lo dico da sempre, dai tempi della mia tesi di dottorato alla Fondazione Biagi di Modena, quando scrissi una tesi sugli infortuni sul lavoro: era il 2010 ed ero rimasta molto scossa dalla tragedia della ThyssenKrupp. Oggi i problemi non sono cambiati e purtroppo nel nostro territorio si sono aggravati: Camugnano e l’esplosione di pochi giorni fa alla Toyota, giusto per rimanere all’ultimo anno e vicini alla nostra realtà geografica, ci hanno raccontato storie drammatiche e ce ne sono tante altre, che neppure arrivano ogni giorno alla stampa o ai telegiornali. Ricordiamoci anche delle famiglie dei lavoratori che subiscono, oltre ai gravi lutti o alle menomazioni dei loro cari, un cambiamento radicale della propria vita familiare e tante difficoltà a livello economico. La Regione non può dimenticarsi di loro: non basta un processo penale a risarcire i danni subiti e a restituire la serenità necessaria per andare avanti. Mi piace pensare, sulla scorta dell’articolo 1 della Costituzione, che la mia sia una candidatura fondata sul lavoro: un lavoro che sia adeguatamente retribuito e tutelato in termini di sicurezza e stabilità».
Le immagini: la candidata Annarita Bove (M5s) e a uso gratuito da Pexels (autori: Anna Shvets; Ahmet Çığşar; Mikhail Nilov).
C. Liliana Picciotto
(Pensieri divergenti. Libero blog indipendente e non allineato)