L’esponente bolognese dell’Anpi interviene sulla squallida trovata degli ultras della Lazio e sul substrato socioculturale che ne è alla base. Ma il problema è l’impunità
Alle figurine razziste e antisemite degli ultras della Lazio raffiguranti Anna Frank con i colori giallorossi della Roma, tutti, dico TUTTI, si sono scandalizzati. Eppure, da decenni il calcio di serie A, ma anche di B e oltre, gli stadi, le curve, sono usati da fascisti, nazisti, razzisti e imbecilli, per propagandare le loro idee vuote quanto violente.
Ripeto: sono decenni che questi ultras, codesti gruppuscoli (dove albergano diversi pregiudicati) fanno il saluto mussoliniano, come il noto ex calciatore e capitano laziale Paolo Di Canio, cantano canzoni e slogan razzisti, ululano verso giocatori avversari di colore. Ultras di destra sventolano in tutti gli stadi, non solo per la società calcistica Lazio, bandieroni neri, inneggianti alla morte, alla razza, con teschi e fasci. Ma gli ipocriti governi, i comandi delle polizie italiane, che fanno? Nulla. La magistratura? Nulla. E la Fgci, Federazione italiana gioco calcio? Poco, molto poco. Eppure c’è la Costituzione repubblicana, ci sono ben tre leggi che colpiscono questi abusi, questi reati, mentre i razzisti possono scorrazzare indisturbati dento e fuori gli stadi come vogliono.
Scrivono svastiche e bestemmie sui muri degli stadi e fuori, aggrediscono tifosi delle altre squadre, notizie che possiamo seguire in questi decenni, con scazzottature, accoltellamenti, con feriti e morti. Intanto, ancor oggi questi individui possono calcare con le loro bandiere, cori, mani alzate, figurine razziste, le gradinate degli stadi. Lo stadio Dall’Ara di Bologna non è immune da queste infiltrazioni e la curva Bulgarelli purtroppo ospita al proprio interno anche bandieroni neri, inneggianti alla morte, come mercoledì 25 ottobre nella partita con la Lazio, un lembo nero con un leone rampante.
E sui muri della Certosa si può leggere «Bologna Fascista» (a completamento e documentazione di quanto ho scritto, allego alcune foto degli ignobili “scarabocchi” comparsi presso il cimitero della Certosa e sui muri di un cavalcavia vicino allo stadio Dall’Ara). Poi cori fascisti nella curva San Luca e in via Andrea Costa. Ma che fanno la Questura e il Comune di Bologna? E che fa la società Bologna football club 1909? Tacciono tutti! Basterebbe guardare, ascoltare e applicare la Costituzione, le leggi, però le istituzioni preposte dormono. Ma che senso ha chiudere gli occhi per decenni e poi scandalizzarsi quando viene colpita una figura immacolata come è la giovane Anna Frank? Me lo domando, ma non so rispondere. Sono amareggiato, perché considero questa parte del popolo del calcio italiano, molto malata, immatura e qualunquista. Sbaglio?
Chiedo: si potrebbe fare in modo, come cittadini italiani ma soprattutto come autorità, affinché si operi dentro e fuori agli stadi per una società giusta, democratica, inclusiva, dove si condanni l’odio e si operi per la serena convivenza? Lo sport, soprattutto quello milionario del calcio della A, che quindi ha le risorse per trasformarsi positivamente, non può e non deve essere veicolo di violenza e di intolleranza, ma luogo di sportività, amicizia, e rispetto. Chiedo molto?
Claudio Corticelli – segretario Sezione Anpi “Mario Ventura”, Quartiere Santa Viola Bologna
(Lucidamente, anno XII, n. 143, novembre 2017)