L’autore siciliano Cono Cinquemani ci racconta il suo progetto tra libroterapia e banned books
«Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso». Con queste parole Francesco Petrarca descrive il potere taumaturgico della lettura, cosa già nota anche agli antichi. Lo storico greco Ecateo di Mileto (560 a.C. circa – 490 a.C.) racconta che sulla porta della biblioteca di Ramses II a Tebe, considerata la più antica del mondo, ci fosse l’iscrizione «psychès iatreion», ovvero “luogo di cura per l’anima”. A noi figli del digitale, sempre di corsa e sempre incollati allo schermo, lo ricorda l’autore siciliano Cono Cinquemani, che ha deciso di scommettere tutto sul suo progetto Ambulanza letteraria. Ecco cosa ha detto a LucidaMente nel corso di un’intervista in esclusiva.
Che cos’è Ambulanza letteraria e quali sono le sue radici?
«Il progetto nasce dalla volontà di fare libroterapia, intesa come metodologia da applicare alla presentazione dei libri di autori contemporanei, ma in particolare dei classici. Da sempre escogitare qualcosa che li mettesse in luce ha rappresentato una sfida continua: essi fanno parte della nostra formazione, sono i titoli e gli argomenti di riferimento e penso che spesso siano quelli più difficili da proporre, soprattutto a scuola».
Che cosa si intende per libroterapia?
«Nel suo aspetto didattico e di arteterapia, è un metodo ludico e divertente per abbinare a ogni libro una “patologia”. Come disciplina nasce intorno agli anni Trenta, quando acquisisce il suo aspetto scientifico. Furono i fratelli Menninger a trattarla e a proporre una tesi secondo cui, all’interno del percorso di psicoterapia, una lettura guidata di più testi poteva aiutare e migliorare il campo d’azione del terapeuta. In realtà, al di là della loro tesi, già Aristotele aveva messo in evidenza l’importanza della parola come intervento taumaturgico: la sua forza salva dai ragionamenti e dalle emozioni, trasformandoli. Ho poi scoperto un testo leggero e divertente di Susan Elderkin della Gestalt, tradotto da Fabio Stassi (Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno, Sellerio, 2013, pp. 644, € 13,50): si tratta di una raccolta di classici che curano alcune malattie come la “stitichezza emotiva” e altri fenomeni paradossali che diventano patologie da guarire attraverso la lettura dei capisaldi della letteratura».
La libroterapia si può considerare una cura riconosciuta?
«In Italia ha più che altro un aspetto di arteterapia. È vero che molti psicoterapeuti hanno iniziato a proporla nell’ambito di esperienze di gruppo, ma a oggi la professione di libroterapeuta non è riconosciuta, a differenza di ciò che avviene nel mondo anglosassone. Quello che facciamo noi con Ambulanza letteraria è libroterapia declinata nel suo aspetto di arteterapia. Il lato scientifico riguarda l’organizzazione degli incontri».
Cioè? Ci descriva un incontro-tipo.
«Il più delle volte esso è costituito prima dall’analisi di psicoterapeuti che indagano l’aspetto psicologico del testo, poi dal mio intervento, che è più editoriale e letterario, e infine da un gioco da tavolo con cinque carte che rappresentano le emozioni primarie. Tutte le volte che sveliamo queste carte i nostri pazienti, che poi diventano in realtà libroterapeuti, devono trattare quell’emozione con un testo. Per parlare della tenerezza, per esempio, possiamo fare riferimento a Jane Austen».
Dove si svolgono gli incontri di Ambulanza letteraria?
«Finora sono stati principalmente nelle librerie di Catania, Favara, Palermo, Roma, nelle biblioteche e nelle sedi delle associazioni che hanno partecipato al progetto. Ma in realtà la natura di Ambulanza letteraria è itinerante; dopo questo primo mese di crowdfunding essa diventerà un’attività commerciale, una libreria in movimento. L’intenzione è quella di andare nei paesi in cui non ci sono né sale di lettura né biblioteche: il risultato che vogliamo raggiungere è di creare degli “ospedali da campo letterari”. L’Aie (Associazione italiana editori) denuncia che 687 comuni con più di 10.000 abitanti sono senza una libreria: tecnicamente questi richiedono il nostro intervento. L’idea è di portare la cultura dove al momento è rappresentata solo dalle scuole o dalle associazioni, che fanno un bellissimo lavoro e talvolta sostituiscono le biblioteche».
Ci parli un po’ del progetto dei cosiddetti banned books, i libri proibiti…
«In seguito alla mia esperienza a Chicago, e dopo aver scoperto che negli Stati Uniti il mese di settembre è dedicato ai banned books, i libri censurati, ho pensato di fare un evento in quello stesso mese da dedicare ai volumi proibiti. C’è stata poi una serie di fatti a catena che ha stimolato l’interesse di amici, scrittori, lettori, librai che hanno voluto portare il loro testo censurato preferito. La rassegna dei volumi bannati è nata così, quasi per caso. Sono andato in giro per la Sicilia e per l’Italia con questo banner, sullo stile delle foto segnaletiche americane, a fotografare prima i soggetti interessati e poi a realizzare l’evento. Ne è venuto fuori un fenomeno trasversale, che non coinvolge soltanto testi come quello di Henry Miller [Il tropico del Cancro, ndr] o Il dottor Zivago, ma anche titoli per i più piccoli, come Alice nel paese delle meraviglie o Il mago di Oz. Far rivivere il libro e le sue parti tagliate diventa un vaccino proprio contro la censura, che è un’epidemia sempre dietro l’angolo».
È uscita da poco per Bompiani la collana Munizioni, curata da Roberto Saviano, che tratterà soprattutto di inchieste giornalistiche che sono state censurate. La prima sarà proprio una raccolta degli scritti di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata il 16 ottobre del 2017. È un caso che in questo periodo si parli di volumi bannati o è, come si dice, un segno dei tempi?
«Arrivo dal primo festival del libro di Catania, per il quale ho curato la selezione dei testi e ho scelto come tema l’antifascismo, proprio perché è il periodo che lo richiede. È la sfida lanciata anche da Saviano, da Michela Murgia, dal progetto Odiare ti costa. Per fortuna i momenti più preoccupanti hanno sempre questo contraltare di artisti che, andando contro ogni previsione commerciale, si oppongono e riescono a fare controinformazione».
Oltre a Cono Cinquemani, fanno parte del progetto Ambulanza letteraria Margherita Ingoglia, giornalista responsabile dell’ufficio stampa, Alessandro Marchese (esperto di marketing sociale, da lui definito “markesing”), che si occupa del lancio commerciale, e l’artista Ljubiza Mezzatesta, ideatrice del logo e delle carte del gioco da tavolo.
Le immagini: una foto dello scrittore siciliano Cono Cinquemani.
Chiara Ferrari
(LucidaMente, anno XIV, n. 167, novembre 2019)